Intervista all'attore torinese Diego Casale “E’ la mia volta?”
Sono seduto in un ufficio postale, con il mio bigliettino in mano. Il numerino non mi dà certezze, gli impiegati allo sportello sono impegnati in troppe discussioni con i clienti per fare avanzare la coda. Lo sguardo è fisso sul tabellone, nell’attesa. Si libera uno sportello, il numero non è ancora scattato ma un omone barbuto, un gigante dai capelli lunghi, la barba folta e gli occhi gentili si alza e urla “E’ la mia volta?”. Risata generale, anzi di più. Vengono in mente le notti di Zelig e quel ragazzo con uno spiccato accento piemontese (cosa rarissima nello spettacolo e nella televisione nazionale) che, negli sketch televisivi, non vedeva l’ora di intervenire per dire la sua e a modo suo, esprimendo comicità pura. Naturalmente la scena potrebbe ripetersi in qualsiasi luogo ed in qualsiasi occasione, dalla coda alla mutua alla cena di gala, e coinvolgerci direttamente, quando ognuno di noi, dopo aver atteso in silenzio le spiegazioni ed i discorsi dei sapientoni, vorrebbe intervenire esprimendo la sua opinione, spesso ingenua ma decisamente ficcante. Diego Casale, attore torinese, è così, simpaticissimo e molto disponibile, e sono felice di potervelo presentare
Conosciamoci meglio, chi è Diego Casale? Ci disegni il suo autoritratto. Tranquillo, pacato e appassionato, divertito dalla vita e poco concreto forse troppo sognatore. Ecco i colori che mi descrivono meglio. Sono appassionato di Teatro e Arte da sempre, ho avuto la possibilità di essere conosciuto dal grande pubblico grazie a due programmi televisivi di successo: la Melevisione dove ho interpretato il personaggio di Re Quercia per la RAI e Zelig con il duo Mammuth ed il tormentone “E’ la mia volta” per Canale 5.
Qual è, attualmente, la definizione di sé stesso che preferisce? “Sognattore” mi piace molto: un attore che lascia spazio ai sogni cercando di portarli sul palco per realizzarli.
Ci parli delle sue grandi passioni che presumo siano la recitazione, il teatro, la tv, il cinema…ma c’è dell’altro? Ci può raccontare il momento in cui ha deciso di fare di una passione la sua professione? Ho amato l’arte della recitazione in tutte le sue declinazioni (comico e drammatico) sin da bambino. Con la mia famiglia andavamo a vedere Macario a Teatro nella sua Bomboniera a Torino e, durante una commedia, mi alzai e corsi verso il palco urlando a Macario che avrei fatto anche io da grande l’attore. Avevo circa 5 anni e promisi il mio sogno a Macario ma soprattutto a me stesso. Da quando ho iniziato gli studi teatrali ho sempre avuto il desiderio di sperimentare e conoscere, per me recitare non ha confini, si spazia dal comico al drammatico, dal doppiaggio all’improvvisazione, dal musical al cinema, dalla poesia alla lettura.
Visto che la Gazzetta è l’organo di informazione ufficiale delle Edizioni Hogwords, ed ha lettrici e lettori molto interessati al rapporto che si instaura tra i personaggi intervistati e i loro interessi letterari, teatrali, televisivi e cinematografici entriamo a gamba tesa nella sua storia personale. Quali sono stati gli studi, gli attori, gli autori, gli scrittori che più hanno influenzato il suo percorso artistico? E quanto contano le reazioni del pubblico, gli applausi ricevuti per andare avanti su una strada che non penso sia così facile da affrontare? Come vi raccontavo prima ho amato il teatro sin da piccolo ed anche le mie letture erano e sono orientate dalla mia passione. Pirandello, Calvino, Dante li ho consumati ma c’è un personaggio della letteratura mondiale che mi ha trasformato e illuminato la strada ed è Oscar Wilde. Ho amato e amo ogni scritto di Wilde, la sua grande e pungente ironia, la sua anima gentile, la drammaticità e al contempo la comicità che ha saputo donarci. La sua voglia di libertà e la sua vita così complicata e terminata con un immenso dolore. “L’Importanza di chiamarsi Ernesto” è stato il mio primo lavoro di compagnia e non potete immaginare la gioia nell’interpretare quel testo che avevo amato anni prima. Per la comicità i grandi maestri italiani a cui mi ispiro sono tanti: Gigi Proietti, Totò, Govi e naturalmente Macario. Tutti loro hanno inventato tanto e sono guide preziose per chi lavora con la comicità e non solo.
I suoi cari, i suoi familiari, come si sentono ad avere personaggio ormai famoso che gira per casa? Ah ah ah , non ho mai fatto loro questa domanda ma vedo i loro occhi che brillano orgogliosi quando mi chiedono un autografo, quindi, immagino, la prendano bene.
I nostri lettori possono scoprire il suo curriculum, e vedere molte sue esibizioni, a partire dalle scenette di Zelig alle produzioni cinematografiche cliccando semplicemente sul web. Ma tutti gli artisti ritengono migliori di altre qualche loro performance, pensando che possano rappresentare al meglio le loro capacità recitative, la bellezza della scrittura, o solamente perché le sentono più rappresentative del loro carattere. Ecco, di tutte queste, quale vorrebbe consigliare ai nostri amici? Risposta non facile ma ci provo. Per gli amanti del genere horror come me consiglio la visione di “Non ho sonno” del maestro Dario Argento dove ricopro un ruolo molto intenso con una fine decisamente horror grazie agli effetti straordinari realizzati da Sergio Stivaletti. Consiglio anche la visione dell’esalogia di Pupi Oggiano appena terminata. Per gli amanti della poesia e della commedia romantica invito alla visione de: “La luna su Torino” di Davide Ferrario e di “Tutta colpa della musica” di R. Tognazzi.
Ci parli del futuro. Sta pensando, studiando, scrivendo o organizzando qualche interessante novità? Si, devo dire che il 2024 ha portato nuovi sogni che si stanno per realizzare. In programma c’è una serie fantasy di prossima produzione che non posso ancora svelare se non nel titolo “La taverna del Drago Rosso” e uno spettacolo teatrale che andrà in scena al Teatro Gioiello di Torino l’8 e il 9 febbraio dal titolo “Un Loft per sei” con la regia di Fabrizio Rizzolo (che i lettori della Gazzetta conoscono da tempo) e Fulvio Crivello. A tutto questo si aggiunge un nuovo personaggio comico che sto creando con Beppe Braida, al Cab 41 di Torino nei mercoledì invernali, in attesa del tour estivo.
Infine, le chiedo gentilmente di fare un saluto ai nostri lettori che, da oggi, avranno un amico in più! Amiche lettrici e amiche lettori, siete nel posto giusto! Qui si incontrano viaggiatori e sognatori da leggere ed ascoltare quindi questo è il rifugio perfetto per un istante di magia condivisa. Buon viaggio nei sogni ovunque vi portino.
Ringrazio ancora Diego Casale per la sua disponibilità e la cortesia con cui ha risposto alle nostre curiosità. (sarà finalmente la Nostra Volta? )