Intervista a Giovanni GilardiIntervista a Giovanni Gilardi. Ci sono persone che hanno veramente una marcia in più, sono, in qualche modo, speciali. Il distinto signore che incontriamo oggi, cari amici, è uno degli animatori culturali più attivi della città. Amico di moltissime personalità e presidente dell'Associazione Culturale C. Calma, è organizzatore di conferenze e di incontri sempre interessanti, su temi particolarmente accattivanti. Chi ha avuto l'onore di poter partecipare alle conferenze da lui organizzate per C. Calma in veste di relatore sa di poter contare sempre su un pubblico interessatissimo e molto coinvolto. E il merito del successo degli incontri va soprattutto all'organizzatore, il signore che oggi abbiamo l'onore di intervistare. Conosciamoci meglio, chi è Giovanni Gilardi? Qual è, attualmente, la definizione di sé stesso che preferisce? Io sono un possibilista. Solitamente mi pongo di fronte alle problematiche che arrivano un po’ alla rinfusa analizzando la possibilità del fare una cosa piuttosto che un’altra per risolverle, magari a modo mio o chiedendo aiuto a chi ne sa molto più di me. Non mi sono mai tirato indietro di fronte ai problemi ed alle delusioni della vita ed ho cercato sempre di trovare il lato positivo di ogni accadimento. Ci racconti qualcosa della sua vita. Ci disegni il suo autoritratto. Non è così semplice perché sono state molte le cose che sono cambiate nella mia vita e i cambi dall’una all’altra non sempre sono stati in linea retta o progressiva come all’inizio della mia carriera. Terminati gli studi superiori, a 19 anni sono andato a fare il corso da allievo ufficiale a Lecce ove sono rimasto per 10 mesi. Poi dopo una breve licenza a casa, fui mandato a Foligno per la specializzazione in artiglieria campale. Congedato ho iniziato a guardarmi attorno per il lavoro. Ho avuto la grande soddisfazione di poter scegliere ed ho scelto la Fiat, avendo superato i test nei primi 10 su oltre 1000 concorrenti e sono stato inviato alla sede di corso Marconi. Ho iniziato come programmatore per computer presso quella sede, poi sono stato trasferito alla Fiat Ferriere e lì sono rimasto per tre anni. Un venditore della IBM mi ha chiesto se volessi andare alla Cassa di Risparmio, sempre in qualità di capo programmatore per via del loro nuovo computer che era appena arrivato. Ho cambiato ancora e sono stato assunto alla Sai Assicurazioni come capo centro elaborazione dati, e lì sono rimasto fino al 1970. Sicuro dei miei mezzi e delle mie esperienze, ho fatto il grande salto ed ho iniziato un’attività in proprio che consisteva nella vendita di accessori per computer per tutto il nord ovest d’Italia. Da imprenditore ho avuto grandi soddisfazioni e l’impegno era grandissimo e remunerativo. La mia attività individuale intrapresa mi ha portato a contatto con una realtà dove ho conosciuto diverse persone anche importanti, venendo a contatto con loro, proponendo i miei prodotti di prima qualità, proprio per differenziarmi, tanto è vero che alcuni clienti, con i quali s’era instaurato un rapporto di fiducia più forte che con altri, quando entravo da loro mi salutavano con “ah eccolo qui il caro Gilardi” facendo scivolare il pollice sopra l’indice come per dirmi che il caro si intendeva come caro di prezzo… Nessuno mai avuto da dire sulla qualità e anzi se i clienti cercavano prodotti diversi da quelli che io proponevo loro, perché avevano sentito parlare di cose nuove nel campo, io assolutamente andavo a ricercare queste cose per trovarle e riproporle sempre vedendo se c’erano alternative sul mercato. Tra i miei clienti di allora ce n’erano di prestigio che avevano attività varie o anche aziende medio piccole che però sentivano molto di più il bisogno di avere prodotti di qualità piuttosto che a prezzi bassi, difatti le vendite mie sono sempre state a livello di nicchia rispetto a quelle di quelle di miei concorrenti. Dopo varie vicissitudini, comunque, sono ancora in forma, e mi dedico alle mie passioni. Amo leggere, informarmi, essere attivamente presente nel mondo della cultura torinese. Visto che la Gazzetta è l’organo di informazione ufficiale delle Edizioni Hogwords, ed ha lettrici e lettori molto interessati al rapporto che si instaura tra i personaggi intervistati e i loro interessi letterari, storici, scientifici entriamo a gamba tesa nella sua storia personale. Sappiamo che lei è stato imprenditore, sin dai primi albori, nel campo dell’informatica e, soprattutto, nello studio della tecnologia applicata alle innovazioni ed alle problematiche di questa scienza. Può svelare ai nostri lettori qualche piccolo segreto, di quelli tenuti nascosti ai più, di questa tecnologia innovativa ma, in effetti, poco conosciuta? Ad un punto della mia carriera mi sono imbattuto in una novità pressoché assoluta. Ho deciso di produrre, qui a Torino, gli schermi antiradiazioni per computer in cristallo, per la sicurezza dell’operatore/operatrice che lavorava direttamente di fronte allo schermo. In seguito, con un amico fisico teorico, abbiamo sviluppato, progettato e brevettato uno strumento che serviva a evitare l’intercettazione di quanto scritto sullo schermo da parte di estranei, per via aerea. (ndr. la cosa è strana ma le onde elettromagnetiche prodotte dai computer possono essere intercettate e qualcuno può sempre non solo entrare nel sistema via cavo ma anche via etere). All’epoca già si conosceva lo spionaggio per via più che altro via cavo, e che era combattibile con cambiando sovente la password per entrare nella sezione operativa del computer e non farsi rubare questi dati. Il nostro era un sistema che si poneva all’esterno dei PC perché questi segnali che erano presenti sullo schermo erano contemporaneamente presenti nell’aria sotto forma di onde che erano come quelle della televisione ma senza essere precedute dallo start e stop per creare i pixel che si formano quando noi vediamo l’immagine televisiva. Questa macchina non era disponibile sul mercato quindi abbiamo lavorato per farne una ad hoc, rudimentale forse, ma molto efficiente. Abbiamo ricevuto contatti da molte aziende ma soprattutto da un servizio nazionale che rilasciava il Nulla Osta Sicurezza, il che voleva dire per noi mettere casseforti, camere blindate, antifurto eccetera, nel nostro spazio per proteggere la nostra invenzione. C’è voluto nel tempo ma abbiamo avuto il NOS, abbiamo fatto i lavori richiesti e mancava soltanto il nullaosta della sezione operativa dei nostri Servizi per avere la possibilità di continuare a trattare con i clienti che durante questo periodo ci avevano contattato per risolvere il problema. Per contrastare i dati che uscivano dai computer sotto forma di onde elettromagnetiche dovevamo bloccarle. Avevamo escogitato un sistema per far emettere dall’antenna di questo nostro apparecchio, che era poi di 11 cm cubi, un segnale di disturbo. La frequenza del segnale non avrebbe disturbato le trasmissioni se non quelle dei computer, e con questo si dava la tranquillità all’utente che i suoi dati non avrebbero potuti essere intercettati dall’esterno, come noi facevamo vedere di poter fare durante diverse dimostrazioni pratiche presso le aziende più importanti. Questa scatoletta dal valore minimale poteva proteggere un’area dal raggio di 3 mq attorno a sé, cioè tutti i computer che erano in quella stanza erano contemporaneamente protetti. I nostri clienti conoscevano molto bene il problema e proteggevano i dati usando delle camere anecoiche o delle camere tipo i caveaux delle banche con pareti in metallo molto spesso per non fare filtrare queste onde all’esterno, però queste cose costavano molto di più di quanto era la nostra proposta. Dopo averne vendute alcune all’ufficio acquisti della Camera dei deputati, per un uso molto importante, abbiamo ricevuto altri contatti. Alla fine, abbiamo scoperto che questo nostro progetto, che era stato brevettato in Italia prima, in Europa e negli Stati Uniti poi, con tutte le possibilità di distribuzione, ha dovuto essere abortito per la semplice ragione che qualcuno ce l’ha copiato cambiando forma e cambiando qualche piccolo, insignificante particolare. Stranamente la concorrenza ha avuto quel placet che noi inseguivamo da un anno un anno e mezzo investendo soldi (che non avevamo ma che prendevamo a prestito da una banca), e non abbiamo avuto la possibilità di immettere il nostro prodotto innovativo sul mercato. Finale della favola: ho dovuto chiudere questa attività, licenziare le persone che mi avevano dato una mano con molto rincrescimento, e tornare a lavorare nel campo della vendita degli accessori del computer per cinque o sei anni per pagare i debiti accumulati in precedenza. Ho chiuso l’attività nel 2001. Entriamo nel tema delle sue grandi passioni: la cultura, l’amicizia, la condivisione delle idee e l’apprendimento di sempre nuove conoscenze. Ci può descrivere qual è stata la molla che ha fatto scattare in lei l’amore per organizzare e gestire, oltre ad altre mille iniziative, gli incontri e lo sviluppo del Centro Culturale C.Calma? Sappiamo che lei è particolarmente amico di moltissimi personaggi della cultura, dell’imprenditoria e del giornalismo piemontese, molti dei quali sono invitati a tenere conferenze per la sua Associazione, sempre molto affollate di pubblico interessato. Ci può raccontare qualche aneddoto riguardante questi incontri e, soprattutto, questi personaggi famosi? Per non violare la privacy di nessuno, non citerò nomi di conferenzieri che si sono alternati presso la nostra associazione C.CALMA, ma la loro posizione, ognuno nei loro campi di specializzazione oltre a scrittori e scrittrici che ci hanno onorato della loro presenza come lo stesso intervistatore odierno, e molti altri. Questa attività è stata fondata nel 2014 in quel di Asti per proporre serate di tipo culturale, intendendolo culturale in tutte le sue manifestazioni o campi di interesse, per cui da noi sono passati antropologi scrittori, scrittrici, medici, avvocati, prestigiatori, grafologi, storici, cantanti d’Opera, studiosi del soprannaturale e tutti hanno attratto un pubblico a loro dedicato che non è mai stato deluso finora. Di solito due volte al mese cambiamo oratore e, credetemi, non è sempre facile da trovare vista l’alta qualità che vogliamo mantenere. Amiamo portare conferenzieri che sappiano esporre al pubblico sempre idee nuove o tesi poco conosciute. Abbiamo avuto professori d’università, un generale di corpo d’armata, due teologi, insegnanti e tutte queste persone si sono fatte voler bene per la loro semplicità nel proporre il tema che era stato da loro proposto e presentato. Quindi da allora le cose stanno andando avanti, con quegli alti e bassi di tutte le associazioni che hanno patito durante il Covid. Ricordo che, durante la pandemia, abbiamo fatto interviste e conferenze via computer, sulla rete, e abbiamo avuto anche buone quantità di partecipanti. Sappiamo che lei ha scritto la prefazione di uno degli ultimi libri pubblicati dalle Edizioni Hogwords, “Cinemantra” di Pier Giorgio Tomatis e Claudio Calzoni. Quali sono le sue impressioni sul libro e sulla produzione artistica delle Edizioni Hogwords in generale? Sì, sono stato molto onorato di poter scrivere questa prefazione al libro intitolato “Cinemantra” prodotto dalle edizioni Hogwords e ho tratto anche un insegnamento, capendo che la parola scritta è pericolosa perché “verba volant scripta manent” dicevano già i latini e uno che fa una introduzione ad un libro non può prenderla troppo alla leggera, almeno io questo impegno non l’ho preso alla leggera. Ed è stata una bella esperienza. Spero piaccia visto che il libro è uscito nelle librerie e sulle piattaforme da poco tempo. Come possono, i nostri lettori, scoprire e frequentare le attività dell’Associazione Culturale C. Calma? Basta ci seguano sui social, specialmente su Facebook, dove pubblicizziamo le nostre attività o mi chiedano di iscriversi alla mailing-list. Tutti possono partecipare alle nostre serate gratuitamente, salvo eccezioni, e, volendo, diventare Soci. Ci parli del futuro. Sta pensando o organizzando qualche interessante novità? Spero di si, a partire dal prossimo autunno. Tenteremo di riproporre un qualcosa di Musicale come abbiamo fatto in passato con i “Carmina Burana”. Infine, le chiedo gentilmente di fare un saluto ai nostri lettori che, da oggi, avranno un amico in più da seguire… Ringrazio tutti a priori, sia a chi intende seguirci in Streaming sia quelli che vorranno essere presenti di persona alle nostre “Conferenze. Con un caro saluto e un grande abbraccio circolare. Un saluto particolare a chi ha avuto l’idea dell’Intervista. Ciao a tutti. Mi raccomando a tutti. Se amate essere coinvolti e partecipare ad incontri con personaggi sempre più interessanti, volitivi e, soprattutto, preparati, non perdete di vista l'Associazione Culturale C.Calma. Claudio Calzoni |