Juventus – Milan 0 – 0
Cortissimo muso
Per analizzare la sfida all’Allianz Stadium tra la grande Signora e il Diavolo occorre fare qualche passo indietro. Da quando la struttura della Continassa ha esordito ha perduto le prime nove partite, ha interrotto questa lunga serie di sconfitte con una vittoria netta nel 2020-2021 e un’altra due anni più tardi, seppur di misura. Dopodiché, fino a oggi, il risultato è sempre stato un pareggio. Gli ultimi tre anni, poi, sempre a reti inviolate. Dunque, allo Stadium, anche quest’anno, il Milan ha colto un risultato in linea con quanto fatto in precedenza. Se mi si permette, avendo ancora un rigore per fallo inesistente su Dybala da parte di Musacchio nel 2 a 1 del 2019, uscire indenni dallo Stadium è sempre un grosso risultato. Di solito, i rigori a Torino li fischiano per i padroni di casa e non per il Diavolo. Non mi accodo, quindi, a coloro che vedono il bicchiere mezzo vuoto e rimpiangono il gol mancato da Christian Pulisic o i due regalati alla Gialappa’s band da Leão. Il risultato conseguito prima della sosta per gli impegni della Nazionale vale tanto oro quanto pesa. Io me lo terrei ben stretto e credo che, conoscendo il suo pragmatismo, lo farà anche Massimiliano Allegri. Ammetto che “la minestra riscaldata” (che a Milano aveva sempre portato scarsi risultati) non mi ha visto sin dall’inizio tra i suoi estimatori ma solo un cieco potrebbe non riconoscere al Tecnico livornese i meriti di quanto è stato fatto finora. Riuscire a far coesistere un’accozzaglia di scappati di casa e moncadate dando loro una serie di compiti che eseguono diligentemente è qualcosa che rasenta l’eccellenza. Prima che Max riapprodasse a Milanello, il Milan si era mangiato una lunga serie di allenatori che non ci hanno capito nulla perché riuscire ad allenare squadre fatte con la tecnica del Subbuteo o delle figurine Panini è sostanzialmente al di sopra delle possibilità umane. Allegri ha svolto il suo compito di 007 con licenza di uccidere e ha dato ordine e disciplina a una ventina di pedatori anarchici e viziati. Non solo, perdendo (in quel modo) all’esordio con la Cremonese è riuscito a convincere l’altra parte dell’allegra fanfara rossonera (la Dirigenza) a farsi acquistare Adrien Rabiot e Christopher Alan Nkunku. I rossoneri oggi sono soldati disciplinati che suonano seguendo lo spartito consegnato loro dal Tecnico. È cosa buona e giusta.
La partita giocata allo Stadium ha visto un calo di rendimento di un po’ tutti i titolari e i rincalzi non sono stati da meno. Tuttavia, per trasformare la partita da uno zero e zero conclamato a un quattro a tre come fatto dai cugini sarebbe bastato poco. Meglio, molto meglio, uscire dal confronto con un clean sheet, non per Maignan, non per le statistiche, per la considerazione che cresce nelle proprie capacità. Al Milan è difficile fare gol. Punto. Questo sta diventando un dogma inscindibile dal Diavolo. Va bene così.
Capitolo Leão. Non so come andrà a finire il suo prosieguo della stagione, se Rafael si evolverà in un fuoriclasse (per sé e per tutti noi) o, al contrario, verrà ceduto per trenta denari (Euro più, Euro meno) a gennaio dal Cavalier Furlans. Tuttavia, ricordando che è reduce da un infortunio e che Max Allegri sa il fatto suo, direi che è prematuro partecipare a una caccia alle streghe e minacciare purghe staliniane per la sua naturale indolenza. Maradona era grasso, Gullit e Ronaldinho tombeur de femmes, Best e Gascoigne abusavano al bancone del bar e Platini fumava. Rafael non ha ancora scritto pagine memorabili della Storia del Milan ma per far svoltare la sua carriera il portoghese non poteva sperare di avere in panchina un allenatore migliore. Ora tutto il suo futuro è nelle sue mani. Dipenderà da lui. Se la sua carriera svolterà sarà quest’anno. Altrimenti, rimarrà un calciatore incompiuto, uno dei tanti, una figurina Panini come le altre, con uno stipendio di qualche milione di Euro che paga la Società Milan o chissà quale altra… C’est la vie. Il mio modesto parere è quello di lasciare a Max il tempo e la tranquillità necessaria per lavorare con i giocatori a disposizione e permettergli di valorizzare chi crede con tutte le sue forze nel progetto e accompagnare alla porta chi non lo fa. Il problema dell’allenatore è cosa ormai passata, out, a Milanello, così come quello della comunicazione, infatti, un po’ tutta la stampa, non potendo cogliere in fallo il Tecnico livornese nelle sue dichiarazioni ai giornalisti in sala stampa e non, si sforzano di coglierne i labiali o l’audio a bordo campo per creare, montare, un caso che forse esiste e forse no ma che sicuramente il Conte Max sa gestire nel migliore dei modi. Nel frattempo, Bartesaghi crescerà (non come un De Sciglio qualunque) e magari anche qualche altro giovane calciatore della Primavera o di Milan Futuro. Io, dal canto mio, non vedo l’ora di spellarmi le mani per Lorenzo Torriani. Il calcio, dopo tutto, è anche questo: una serie di favole che racconti, che ascolti di volta in volta, che ti allietano la vita, la riempiono di gioia, serenità e qualche volta ti annebbiano la vista con un velo di malinconia. Meglio tutto ciò che l’ennui, la noia esistenziale caratteristica di Charles Baudelaire.
In conclusione, quindi, il risultato a reti inviolate allo Stadium va colto per quello che è: un piccolo passo verso la rinascita. Dopotutto, credo sia innegabile che sia meglio un pareggio di cortissimo muso che aver sbattuto il muso contro i tornelli della Continassa. Giusto?
Buona Vita e Buon Campionato rossonero a tutti.
La partita giocata allo Stadium ha visto un calo di rendimento di un po’ tutti i titolari e i rincalzi non sono stati da meno. Tuttavia, per trasformare la partita da uno zero e zero conclamato a un quattro a tre come fatto dai cugini sarebbe bastato poco. Meglio, molto meglio, uscire dal confronto con un clean sheet, non per Maignan, non per le statistiche, per la considerazione che cresce nelle proprie capacità. Al Milan è difficile fare gol. Punto. Questo sta diventando un dogma inscindibile dal Diavolo. Va bene così.
Capitolo Leão. Non so come andrà a finire il suo prosieguo della stagione, se Rafael si evolverà in un fuoriclasse (per sé e per tutti noi) o, al contrario, verrà ceduto per trenta denari (Euro più, Euro meno) a gennaio dal Cavalier Furlans. Tuttavia, ricordando che è reduce da un infortunio e che Max Allegri sa il fatto suo, direi che è prematuro partecipare a una caccia alle streghe e minacciare purghe staliniane per la sua naturale indolenza. Maradona era grasso, Gullit e Ronaldinho tombeur de femmes, Best e Gascoigne abusavano al bancone del bar e Platini fumava. Rafael non ha ancora scritto pagine memorabili della Storia del Milan ma per far svoltare la sua carriera il portoghese non poteva sperare di avere in panchina un allenatore migliore. Ora tutto il suo futuro è nelle sue mani. Dipenderà da lui. Se la sua carriera svolterà sarà quest’anno. Altrimenti, rimarrà un calciatore incompiuto, uno dei tanti, una figurina Panini come le altre, con uno stipendio di qualche milione di Euro che paga la Società Milan o chissà quale altra… C’est la vie. Il mio modesto parere è quello di lasciare a Max il tempo e la tranquillità necessaria per lavorare con i giocatori a disposizione e permettergli di valorizzare chi crede con tutte le sue forze nel progetto e accompagnare alla porta chi non lo fa. Il problema dell’allenatore è cosa ormai passata, out, a Milanello, così come quello della comunicazione, infatti, un po’ tutta la stampa, non potendo cogliere in fallo il Tecnico livornese nelle sue dichiarazioni ai giornalisti in sala stampa e non, si sforzano di coglierne i labiali o l’audio a bordo campo per creare, montare, un caso che forse esiste e forse no ma che sicuramente il Conte Max sa gestire nel migliore dei modi. Nel frattempo, Bartesaghi crescerà (non come un De Sciglio qualunque) e magari anche qualche altro giovane calciatore della Primavera o di Milan Futuro. Io, dal canto mio, non vedo l’ora di spellarmi le mani per Lorenzo Torriani. Il calcio, dopo tutto, è anche questo: una serie di favole che racconti, che ascolti di volta in volta, che ti allietano la vita, la riempiono di gioia, serenità e qualche volta ti annebbiano la vista con un velo di malinconia. Meglio tutto ciò che l’ennui, la noia esistenziale caratteristica di Charles Baudelaire.
In conclusione, quindi, il risultato a reti inviolate allo Stadium va colto per quello che è: un piccolo passo verso la rinascita. Dopotutto, credo sia innegabile che sia meglio un pareggio di cortissimo muso che aver sbattuto il muso contro i tornelli della Continassa. Giusto?
Buona Vita e Buon Campionato rossonero a tutti.