Milan – Bologna 1 – 0
Sbolognati
In una sera che non ti aspetti, di domenica, a risultato acquisito da parte di quasi tutte le big del campionato, il Milan risolve, non senza soffrire, la pratica Bologna, uscendo vincitore da San Siro avendo sbolognato i felsinei. Il risultato è stato identico a quello che ha visto i rossoneri soccombere contro i propri avversari nella finale di Coppa Italia (la rete di Ndoye che chiuse sostanzialmente l’incontro era stato segnato otto minuti prima di quanto non abbia fatto Modric al suo primo gol con la nuova maglia, a quarant’anni). Si dirà: è il solito corto muso di Max Allegri. Niente di più sbagliato. La partita ha detto altro. Il Milan si è difeso con ordine, questo sì, ma ha avuto diverse occasioni per arrotondare il risultato. Quattro legni colpiti (uno nel primo tempo e tre nel secondo) sono lì a testimoniarlo. È il segno della mancanza di fortuna, sicuramente, ma anche dell’assenza in rosa di uno stoccatore come si deve e della scarsa abitudine al gol di un po’ tutti i calciatori della rosa (eccezion fatta per Leao, che è ancora infortunato, e Pulisic, debilitato e con pochi minuti di autonomia da mettere a disposizione). Entrambe queste opzioni non è detto che debbano rimanere tali per tutta la stagione. Santi Gimenez potrebbe sbloccarsi. I centrocampisti e gli attaccanti potrebbero prender gusto con il gol. Tuttavia, sarebbe merito del Mister, cavallo di ritorno, e non di quanto fatto dalla Proprietà e dalla Dirigenza. A tal proposito, c’è un sassolino nella scarpa che occorre togliersi subito. Pare che il Cavalier Furlan telefoni spesso al Tecnico per ribadirgli che lui la rosa competitiva gliel’ha data e che ora tocca solo a lui raggiungere gli obiettivi aziendali. Considerato che queste chiamate e il loro contenuto arrivano a certa stampa è segno che o il Cavaliere vuol mettere pressione sul Mister oppure Max non apprezza troppo queste attenzioni. Il fatto è che la rosa del Milan è innegabilmente come la pelliccia di un giaguaro. Se, singolarmente, alcuni componenti della squadra sono validi e migliori di coloro che occupavano quel settore di gioco (specie a centrocampo) la stessa cosa non si può dire per gli altri. La rivoluzione di mercato targata 2025 ha portato nello spogliatoio rossonero tanti calciatori ma pochi privi di pecche. Lo stesso Estupiñan, che ritengo abbia giocato la sua miglior partita da quando è al Milan, non sembra essere al momento un fuoriclasse degno della Sala dei Trofei di Via Aldo Rossi e come lui anche tanti altri sufficienti pedatori che sono arrivati in questa estate in cui il Cavalier Furlan aveva affermato che “non abbiamo bisogno di vendere”. Onestamente, tutto ciò che raggiungeranno i rossoneri sarà merito di Max e ancor più demerito della Dirigenza. Non solo per quanto fatto e disfato in sede di Calciomercato ma soprattutto per le scelte dello scorso anno di affidare la panchina a due inadatti allenatori, contro tutta l’opinione pubblica e degli addetti ai lavori che non si sono mai stancati di suggerire il pericolo dell’errore commesso. Paradossalmente, proprio un eventuale successo del Tecnico livornese sarà uno stiletto piantato sul fianco del CEO, del team dirigenziale e del partner operativo di RedBird Capital Partners e consulente della proprietà del Milan.Un capitolo a parte che merita di essere trattato con la giusta rabbia è la “questione arbitrale”. È matematicamente impossibile che a San Siro, o comunque nei confronti dei rossoneri, gli arbitraggi siano sempre scandalosi ogni anno da quando il Fondo Elliott è diventato Proprietario. Alla faccia del concetto che “errori e favori si compensano a fine anno”. In ogni campionato i rossoneri subiscono torti arbitrali inspiegabili senza scomodare teorie del complotto, che oggi sembrano più corrette di un caffè con grappa. La pessima serata dell’arbitro della partita (che non intendo nominare per non dargli alcuna importanza) non è misurata dal rigore ingiustamente negato a Nkunku ma dalla gestione dei cartellini. Il risultato della partita è stato fortemente determinato dall’attenzione che i rossoneri hanno dovuto mantenere per evitare ammonizioni o espulsioni. Sembra che esistano due Regolamenti nel calcio: quello che vale per tutti e quello per i calciatori del Milan. Lo stesso fallo, la medesima scorrettezza viene sanzionata in maniera differente se viene compiuta da un calciatore che indossa la maglia rossonera (o gialla, nel caso specifico) o un’altra. Se questa cosa mi dà fastidio e mi costringe a pensare a quanto poco credito gode la Proprietà del Milan, il Fondo Elliott, che ha piegato Stati interi e ha una fama di squalo della finanza ma che evidentemente nel calcio è più tenero del tonno Rio Mare che si taglia con un grissino. Tuttavia, quel che accade non può essere giustificato e la Commissione Arbitri Nazionale e i suoi silenzi non sono in alcun modo tollerabili. Se i nostri Dirigenti sono incapaci a gestire questa situazione (i fatti sono sotto gli occhi di tutti) non si può affermare che le Autorità preposte facciano una bella figura nel validare l’operato dell’arbitro e degli arbitraggi che i rossoneri subiscono. A tal proposito, condanno qualunque azione disciplinare verrà presa nei confronti di Max Allegri, espulso per la sua reazione nei confronti del quarto uomo. C’è un limite a tutto. Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. La Commissione non può negare l’evidenza senza rinnegare sé stessa. Se si rifugerà in difesa senza operare le giuste contromosse per ristabilire una parità di gioco il giocattolo si romperà. Di questi tempi, il calcio potrebbe essere un esempio di correttezza e di diffusione di valori positivi. Nonostante tutto ciò che gli sta accadendo attorno. Oppure potrebbe essere considerato perfettamente integrato con la follia che sembra pervadere gli invasati che governano questa delicata fase della Storia.
Buon Campionato rossonero a tutti.
Buon Campionato rossonero a tutti.