Milan - Napoli 2 – 1
Rosso e Nero
Et voilà. Il Milan si trova dall’Inferno al Paradiso in un amen, nonostante a San Siro fosse di scena l’avversario più ostico che potesse capitare, nonostante gli almanacchi sostenessero che le formazioni allenate da Massimiliano Allegri non avessero mai vinto (con lui in panchina) contro quelle di Antonio Conte, nonostante la pressione fosse stata spostata abilmente dai campioni in carica agli “ottavi” della stagione precedente, nonostante gli infortuni, nonostante lo sciopero del tifo attuato dalla curva dei suoi sostenitori più vivaci e fedeli, nonostante l’inferiorità numerica, nonostante una politica societaria che definire “risparmiosa” sarebbe un inutile sfoggio di eufemismo. Nonostante tutto, perciò, il Milan ha vinto il suo primo, vero e grande scontro al vertice, soffrendo ma con ordine e senza mostrare nervosismo (come invece ha fatto un certo De Bruyne) o affanno fisico. La tenuta atletica dei rossoneri così come quella nervosa è sembrata adeguata alla situazione contingente, istante per istante, e questo lascia presagire che tale atteggiamento potrà essere replicato anche in futuro, specialmente nel prossimo scontro tra titani che pare sarà il match che i rossoneri disputeranno tra una settimana circa a Torino, all’Allianz Stadium, contro i bianconeri di Tudor.
Il vero, autentico mattatore della gara appena disputata è stato Christian Pulisic che ha confezionato il primo gol (quello di Alexis Saelemaekers) e finalizzato il secondo. E questa cosa, ormai, non fa più notizia. Il rendimento dell’americano è ormai una costante, più affidabile di uno schiaffo di Lady Macron. Anzi, la vera notizia che ha spiazzato qualsiasi giornalista presente sugli spalti, tutti i tifosi rossoneri e azzurri, è stata la “travolgente” azione di Strahinja Pavlović sulla sinistra che dà il La al raddoppio della squadra di casa. Ora, che un cavallone tutto cuore e muscoli come il serbo possa farsi beffe della intera difesa azzurra e incunearsi fino a calpestare più volte e con successo la striscia di gesso alla destra del portiere degli ospiti per servire un assist al bacio per Youssouf Fofana che smorza la palla per l’accorrente Capitan America è qualcosa che va oltre le capacità di immaginazione umane. Questi, al volo, senza perdere nemmeno un millisecondo, uccella Meret senza appello. Alzi la mano che si sarebbe mai aspettato un esito di questo genere. Se lo schema migliore per battere i propri avversari è quello che non ti aspetti, possiamo tranquillamente affermare che il Tecnico livornese sulla panca del Milan è un genio. Sono assolutamente convinto che se esistesse una simile possibilità di scommessa, un assist di Pavlović nella metacampo napoletana (e poi confezionato in quel modo) sarebbe stato dato almeno 1000 a 1. In questa incredibile serata è successo di tutto. Ci sta anche l’incursione del serbo. Quel che non solo non era atteso ma addirittura ostracizzato era l’intervento del VAR. Ultimamente, questo straordinario mezzo tecnologico utilizzato da uomini in attesa che prevalga l’AI anche in questo settore, non è stato proprio benigno nei confronti dei rossoneri. Poteva accadere che almeno contro il Napoli la slow motion desse ragione alla squadra di casa? No. La ca..ta del terzino Pervis Estupiñan, in tutto il suo splendore, illuminava San Siro come la luna piena in una notte senza nuvole. Rigore. Cartellino rosso per il sostituto di Theo Hernandez. Peccato. Proprio in questo periodo che sembrava avesse risalito la brutta china presa fin dal suo esordio in precampionato, l’ecuadoregno stecca e mette in difficoltà i suoi compagni. Tuttavia, paradossalmente, proprio il secondo tempo dei rossoneri suggella la sua nuova posizione di classifica. Subire tutto il secondo tempo pressati nella propria area dagli ospiti, gran parte del tempo addirittura in inferiorità numerica, senza subire reti se non su rigore e concedendo solo alcuni tiri da fuori area giusto per scaldare i riflessi di Mike Maignan è la miglior notizia che si potesse ottenere da questo match di San Siro. Il Milan quando chiude la saracinesca è (quasi) imbattibile. I tempi in cui gli avversari giocavano al tiro al piccione soli davanti al nostro portiere sono diventati solo il pallido ricordo di una vecchia sbandata in salsa portoghese. Il gol subito da De Bruyne non è nemmeno lontanamente simile a quello di Dennis Man o di Matteo Cancellieri in quel nefasto Parma - Milan di inizio stagione 2024/2025. Quando i rossoneri giocano a calcio non subiscono più reti con la stessa facilità con la quale un Furlani qualunque ti vende il miglior calciatore della rosa… Opppsss. Questo non avrei dovuto scriverlo. O forse, sì. La mia, magari, è una semplice presa di posizione alla Antonio Conte. Ricordo che uno dei suoi mantra (che io prediligo) è: “Meglio mettere le mani avanti prima che metterle dopo dietro”. Non vorrei che il Christian Pulisic di quest’anno sia il bancomat (il Tijjani Reijnders) del prossimo calciomercato. Ai miei tempi (ho qualche primavera alle spalle) si diceva: “Dirigente avvisato, mezzo salvato…”. E poi c’è lo stadio… Sì o no? Vedremo. In fondo (scusate, non volevo fare una battuta), ciò che a noi rossoneri preme veramente non è giocare a Milano in uno stadio nuovo o a San Donato. Ciò che più c’importa è che la Società venga ceduta a una Proprietà adeguata al valore del Luka Modrić che vediamo giostrare a quarant’anni al centro del campo. Se lo merita. Ce lo meritiamo. Tutti. Senza distinzione. I fratelli rossoneri sono le mille sfaccettature dello stesso, puro, prezioso, diamante.
Buona Vita e Buon Campionato rossonero a tutti.
Il vero, autentico mattatore della gara appena disputata è stato Christian Pulisic che ha confezionato il primo gol (quello di Alexis Saelemaekers) e finalizzato il secondo. E questa cosa, ormai, non fa più notizia. Il rendimento dell’americano è ormai una costante, più affidabile di uno schiaffo di Lady Macron. Anzi, la vera notizia che ha spiazzato qualsiasi giornalista presente sugli spalti, tutti i tifosi rossoneri e azzurri, è stata la “travolgente” azione di Strahinja Pavlović sulla sinistra che dà il La al raddoppio della squadra di casa. Ora, che un cavallone tutto cuore e muscoli come il serbo possa farsi beffe della intera difesa azzurra e incunearsi fino a calpestare più volte e con successo la striscia di gesso alla destra del portiere degli ospiti per servire un assist al bacio per Youssouf Fofana che smorza la palla per l’accorrente Capitan America è qualcosa che va oltre le capacità di immaginazione umane. Questi, al volo, senza perdere nemmeno un millisecondo, uccella Meret senza appello. Alzi la mano che si sarebbe mai aspettato un esito di questo genere. Se lo schema migliore per battere i propri avversari è quello che non ti aspetti, possiamo tranquillamente affermare che il Tecnico livornese sulla panca del Milan è un genio. Sono assolutamente convinto che se esistesse una simile possibilità di scommessa, un assist di Pavlović nella metacampo napoletana (e poi confezionato in quel modo) sarebbe stato dato almeno 1000 a 1. In questa incredibile serata è successo di tutto. Ci sta anche l’incursione del serbo. Quel che non solo non era atteso ma addirittura ostracizzato era l’intervento del VAR. Ultimamente, questo straordinario mezzo tecnologico utilizzato da uomini in attesa che prevalga l’AI anche in questo settore, non è stato proprio benigno nei confronti dei rossoneri. Poteva accadere che almeno contro il Napoli la slow motion desse ragione alla squadra di casa? No. La ca..ta del terzino Pervis Estupiñan, in tutto il suo splendore, illuminava San Siro come la luna piena in una notte senza nuvole. Rigore. Cartellino rosso per il sostituto di Theo Hernandez. Peccato. Proprio in questo periodo che sembrava avesse risalito la brutta china presa fin dal suo esordio in precampionato, l’ecuadoregno stecca e mette in difficoltà i suoi compagni. Tuttavia, paradossalmente, proprio il secondo tempo dei rossoneri suggella la sua nuova posizione di classifica. Subire tutto il secondo tempo pressati nella propria area dagli ospiti, gran parte del tempo addirittura in inferiorità numerica, senza subire reti se non su rigore e concedendo solo alcuni tiri da fuori area giusto per scaldare i riflessi di Mike Maignan è la miglior notizia che si potesse ottenere da questo match di San Siro. Il Milan quando chiude la saracinesca è (quasi) imbattibile. I tempi in cui gli avversari giocavano al tiro al piccione soli davanti al nostro portiere sono diventati solo il pallido ricordo di una vecchia sbandata in salsa portoghese. Il gol subito da De Bruyne non è nemmeno lontanamente simile a quello di Dennis Man o di Matteo Cancellieri in quel nefasto Parma - Milan di inizio stagione 2024/2025. Quando i rossoneri giocano a calcio non subiscono più reti con la stessa facilità con la quale un Furlani qualunque ti vende il miglior calciatore della rosa… Opppsss. Questo non avrei dovuto scriverlo. O forse, sì. La mia, magari, è una semplice presa di posizione alla Antonio Conte. Ricordo che uno dei suoi mantra (che io prediligo) è: “Meglio mettere le mani avanti prima che metterle dopo dietro”. Non vorrei che il Christian Pulisic di quest’anno sia il bancomat (il Tijjani Reijnders) del prossimo calciomercato. Ai miei tempi (ho qualche primavera alle spalle) si diceva: “Dirigente avvisato, mezzo salvato…”. E poi c’è lo stadio… Sì o no? Vedremo. In fondo (scusate, non volevo fare una battuta), ciò che a noi rossoneri preme veramente non è giocare a Milano in uno stadio nuovo o a San Donato. Ciò che più c’importa è che la Società venga ceduta a una Proprietà adeguata al valore del Luka Modrić che vediamo giostrare a quarant’anni al centro del campo. Se lo merita. Ce lo meritiamo. Tutti. Senza distinzione. I fratelli rossoneri sono le mille sfaccettature dello stesso, puro, prezioso, diamante.
Buona Vita e Buon Campionato rossonero a tutti.