A luci spente si accendono le emozioni. Rubrica di cinema e di riflessione.
Don't Look Up
Ebbene sì, ho guardato "Dont'look Up" e non voglio spoilerarlo. Vi dico solo due cosette, così per generare discussione. Nonostante tutto (e con tutto intendo proprio tutto) il film è un film di Fantascienza. La Fantascienza, nella sua accezione migliore, nella scrittura dei grandi, era avventura, previsione, analisi sociale e politica, satira, esagerazione, visioni apocalittiche sull'uso delle macchine, dei computer, degli algoritmi. La Fantascienza era profezia basata sugli errori e le esagerazioni del presente. Dont'look Up, (non guardare su) è tutto questo. E' una maledetta produzione holliwoodiana, carica di buoni propositi, piena di grandi attori e destinata al successo mondiale, ma che, volutamente, lascia sconvolti e interdetti. Di Caprio è magistrale, recita la parte dello scienziato come un grande attore reciterebbe la parte dello scienziato in un film serio. Ma questo non è un film serio, è qualcosa di talmente vicino alla realtà da sembrare una parodia sin dalle prime immagini, ed è tangibile la volontà del regista, della produzione e di tutto il cast, di fare entrare lo spettatore in un loop più inquietante di quello di Matrix. Lo capiamo subito: vogliono portarci a chiedere di che cosa ci stanno parlando veramente. Alla terza scena lo spettatore vorrebbe alzarsi ed urlare "cosa ci state raccontando?" Quello che vediamo è la storia della cometa o è tutta un'altra, che, conosciamo bene da un paio d'anni? I personaggi, in questa commedia, in questo dramma, in questa satira, in questo gioco di specchi tremendo e appassionante, si muovono con destrezza, gli attori spesso si autocitano, vanno a cercare gli applausi, ma rendono convincente il tutto, sempre che lo spettatore abbia un'idea del tutto a cui sta assistendo. Purtroppo ci rendiamo conto troppo bene di cosa ci sta raccontando il film, nella finzione romanzata e nella realtà, che anche qui viene mediata dalla televisione. Da appassionato di Fantascienza non posso quindi che consigliare, anzi quasi imporre, la visione del film a tutti. Abbondano battute, citazioni, ironie, espressioni che mi hanno portato spesso a sorridere, a godere del gioco letterario in cui si sono impegnati gli sceneggiatori. E, lo ammetto, ad invidiare la bravura degli ideatori, non tanto della storia, ma del modo in cui è stata esposta, elaborata, resa sullo schermo. Solo la ricca Hollywood poteva prendere un coltello così affilato, immergerlo nella carne e tra le viscere del proprio paese, (del mondo), ed estrarlo naturalmente, senza lascare tracce visibili. Ma quante coscienze, soprattutto quelle dei nuovi frequentatori dei media, quelle degli influencer e dei primari da copertina, saranno rimaste segnate da questa esperienza visiva? Certo è che da ieri sera guardare il cielo stellato non sarà così semplice. Visto che Lei sarà uccisa da un "bronterock" guardatelo fino alla fine, dopo i titoli di coda. Claudio Calzoni