Daniel Falco

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Daniel Falco nasce a Pinerolo il 28 luglio 1988, si diploma nel luglio 2007 al liceo scientifico “Marie Curie” sempre di Pinerolo; successivamente intraprende lo studio nella facoltà di Ingegneria dell’Autoveicolo del Politecnico di Torino, cui attualmente è iscritto.
Vive in una tranquilla frazione immersa nella campagna, con pochi abitanti ma sane tradizioni e grande pace; sin dalle scuole medie inferiori risalta una buona capacità di comporre testi poetici, in questo periodo nascono i primi componimenti infantili, delle filastrocche in rima scherzose per divertirsi con i propri amici; ancor più importante è l’avvicinamento ai grandi classici in questo periodo, per la prima volta vengono letti e analizzati i grandi poemi Omerici che accendono la passione per la poesia epica.
Durante il liceo avviene la vera trasformazione, che trasforma la scintilla in una fiamma scoppiettante.
Gli anni dell’università sono all’insegna della produzione dei poemetti che avete appena avuto l’occasione di leggere, favorita dall’abbondanza di tempo durante i lunghi viaggi da pendolare.
La sua poetica si basa essenzialmente sulla musicalità del verso, pur trattando temi molte volte anche particolarmente aspri, l’ispirazione ai grandi classici si denota soprattutto nella presenza di viaggi (interiori o materiali) ove si possono incontrare le incarnazioni delle debolezze umane e delle paure comuni, mentre stilisticamente il richiamo alla musicalità e alla scioltezza nella lettura si rifà al grande Gabriele d’Annunzio, che ha fatto della grandiosità il suo metro principale; la grande differenza tra il suo stile e il loro è sostanzialmente l’uso del verso sciolto e l’assenza (salvo casi voluti) di rime, poiché egli sostiene che essendo la poesia nata da un’ispirazione dell’anima, imbrigliarla in una metrica molto “matematica” sia una forzatura.
Al momento la sua carriera da poeta è solo all’inizio, per cui non ci sono altri libri da aggiungere a questo visto che è il primo di una lunga futura serie....
Vive in una tranquilla frazione immersa nella campagna, con pochi abitanti ma sane tradizioni e grande pace; sin dalle scuole medie inferiori risalta una buona capacità di comporre testi poetici, in questo periodo nascono i primi componimenti infantili, delle filastrocche in rima scherzose per divertirsi con i propri amici; ancor più importante è l’avvicinamento ai grandi classici in questo periodo, per la prima volta vengono letti e analizzati i grandi poemi Omerici che accendono la passione per la poesia epica.
Durante il liceo avviene la vera trasformazione, che trasforma la scintilla in una fiamma scoppiettante.
Gli anni dell’università sono all’insegna della produzione dei poemetti che avete appena avuto l’occasione di leggere, favorita dall’abbondanza di tempo durante i lunghi viaggi da pendolare.
La sua poetica si basa essenzialmente sulla musicalità del verso, pur trattando temi molte volte anche particolarmente aspri, l’ispirazione ai grandi classici si denota soprattutto nella presenza di viaggi (interiori o materiali) ove si possono incontrare le incarnazioni delle debolezze umane e delle paure comuni, mentre stilisticamente il richiamo alla musicalità e alla scioltezza nella lettura si rifà al grande Gabriele d’Annunzio, che ha fatto della grandiosità il suo metro principale; la grande differenza tra il suo stile e il loro è sostanzialmente l’uso del verso sciolto e l’assenza (salvo casi voluti) di rime, poiché egli sostiene che essendo la poesia nata da un’ispirazione dell’anima, imbrigliarla in una metrica molto “matematica” sia una forzatura.
Al momento la sua carriera da poeta è solo all’inizio, per cui non ci sono altri libri da aggiungere a questo visto che è il primo di una lunga futura serie....