Incontro con Davide Ghezzo
Conosciamoci meglio, chi è Davide Ghezzo? Sono un docente di Materie letterarie, e Latino nei Licei torinesi, ormai di lungo corso. Mi diletto con musica, scacchi, astrologia, e tutto ciò che è mistero. E naturalmente libri, da leggere e da scrivere. Come è nata la sua passione per la scrittura? Ho iniziato a scrivere praticamente da bambino. Ho sempre vissuto di emozioni e di sogni, istintivamente ho cominciato a trascriverli sulla carta, con poesie e racconti. E uno dei sogni era proprio quello di scrivere. Complessivamente, ci sono riuscito. Quando ha pubblicato il suo primo libro e quali sono state le sue emozioni a tenerlo fra le mani? Era il 1984, apparve un mio libretto di poesie. Toccai il cielo con un dito. Poi, capii che non avevo fatto nulla, che la strada era lunga ma aveva valore comunque come input, come spinta a darci dentro con la scrittura. Discorso che vale ancora oggi: ogni pubblicazione, per quanto modesta, genera nuove energie Letterarie. Per fortuna. L' ultimo suo libro, pubblicato da Edizioni Hogwords come si intitola? E’ apparso un mio racconto, ‘Costantino e la croce celeste’, all’interno dell’antologia ‘Fantamisteri’. Quali sono i motivi per cui lo ha scritto, quali le ispirazioni? Ho rivisitato la leggenda dell’apparizione della croce all’Imperatore Costantino, in chiave ovviamente misterica e ufologica. E’ uno dei tanti episodi inspiegabili della storia, che credo possano avere una lettura ‘aliena’. Le altre spiegazioni sono insoddisfacenti, gli scettici si arrampicano sugli specchi. Ha pubblicato altri libri con Hogwords? Per ora no ma mai dire mai. I suoi cari come si sentono ad avere uno scrittore in casa? Spesso ci si sente incompresi, degli ‘alieni’ a casa propria. Uno scrittore disse: ‘Come faccio a far capire a mia moglie che anche quando guardo dalla finestra sto lavorando?’ Ecco, il problema è un po’ questo. Quali sono i suoi rapporti con la casa editrice di Pier Giorgio Tomatis? Di collaborazione, per quanto possibile vista la distanza, anche solo per presentazioni e incontri. In generale Pier Giorgio è un Editore abbastanza dinamico, molto presente anche sui social e molto disponibile. Si sente di dare qualche consiglio ai lettori e ai giovani che intraprendono questa carriera? Trovate un lavoro vero ma che vi lasci tempo per scrivere. Più tempo libero si ha, più e meglio si scrive. E’ matematico. E poi affinare la tecnica e il linguaggio, non posso dimenticare di essere un professore di Lettere. Ci parli del futuro. Sta scrivendo o pensando a cose nuove? Durante questi mesi estivi ho scritto un romanzo breve, di tono fantastico e surreale. E’ la prima opera dopo un periodo di silenzio letterario piuttosto lungo. Ne sono molto contento e spero di annunciarne presto la pubblicazione. Ci alziamo dalla panchina che è quasi sera. Intorno a noi il magnifico giardino della villa Tesoriera, su Corso Francia a Torino, sta assumendo i colori vaghi del tramonto. La splendida villa settecentesca, attorniata da un muro di cinta che ne delimita il parco, ha sempre avuto per me e per il professore un fascino particolare. Entrambi abbiamo passato l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza su questi prati, così vicini alle nostre abitazioni. Conosco Davide Ghezzo dai tempi in cui, col grembiulino blu, iniziammo l'asilo. Siamo rimasti in classe assieme per tutte le elementari e per le medie, cementando una amicizia che supera ogni barriera. Abbiamo condiviso tutte le passioni della nostra vita, la fantascienza, la letteratura, il fascino del mistero e della fanta-archeologia di Peter Kolosimo e l'amore per la Poesia e la musica. Abbiamo passato vacanze assieme e suonato e cantato per le strade d'Italia. Ottimo pianista e tastierista, con anni di conservatorio alle spalle è, con il sottoscritto, uno dei fondatori del gruppo di rock progressivo "La Nave dei Folli", che prende il nome proprio da un suo splendido romanzo. Ci lasciamo la grande quercia alle spalle e la villa, ormai rossa nelle luci del tramonto, sullo sfondo. Anche questa sera, il giardino del diavolo, ci è stato complice nel ricordo, nella confessione, nella speranza per il futuro. Saluto con gioia l'amico e, con profondo rispetto, l'uomo, il professore, il romanziere, il critico Letterario. Certo di trovarlo pronto domani per l'inizio di un nuovo progetto o di una nuova avventura da affrontare insieme. Grazie, professore. Grazie Davide Ghezzo... Claudio Calzoni |