Incontro col la giornalista e blogger torinese Irene PerinoTorino, ancora Torino. Protagonista ovunque, anche sulla nostra rivista, ormai specializzata nella ricerca di talenti e personaggi che la rendono speciale, Magica, come amo ricordare. Una città meravigliosa, dalle mille ricchezze Culturali, soprattutto gremita di personalità eccezionali.
Incontriamo la torinese Irene Perino, una giornalista e una blogger seguitissima sui social. Ci parli di lei, si faccia conoscere dai nostri lettori; ci racconti chi è e quale ritiene sia la sua missione nella vita. Sono Irene Perino, classe 1985, blogger e giornalista torinese a cui piace scrivere di tutto e dappertutto. Sono un'inguaribile romantica e ho quattro grandi Amori: l’Arte, con cui ho una relazione stabile e profonda dai tempi dell’Università; la scrittura, il mio primo amore, nato tra i banchi di scuola; Torino, la mia città natale e i social media, con cui nove anni fa ho avuto un colpo di fulmine. Mi piace pensare infatti che passerò alla storia per aver inventato nel 2011 "Le Millemila cose da fare a Torino", il blog con più di 50.000 fan che racconta con ironia i segreti della mia città. La mia missione nella vita, oltre a mangiare quanti più dolci possibile (lol), senza ingrassare, è apprendere. Sempre. Desidero addormentarmi ogni giorno pensando a ciò che mi ha cambiato e fatto crescere, anche impercettibilmente. Da un punto di vista Culturale, cosa fa, a quali eventi partecipa e cosa comporta tutto ciò. Da buona piemontese (al 75%) sono una grande fan delle Sagre di paese, attività Culturali che ben si sposano con un'altra mia grande passione: mangiare! Da brava guida turistica, però, cerco di non perdermi mostre e vernissage di gallerie, in omaggio al mio primo amore, l'Arte, contemporanea soprattutto. Non disdegno nemmeno i concerti e i festival musicali anche se, sul tema, sono una che pensa di pancia e non di testa. Spazio dai balli occitani alla musica neomelodica, passando per punk e indie: l'importante è divertirsi e cantare! Grazie alla mia attività come blogger e giornalista in Torino e Piemonte devo dire che ricevo numerosi inviti alle più svariate iniziative. Quando posso, impegni permettendo (lavoro nella Comunicazione di una nota Compagnia Assicurativa), non dico mai di no. Quali sono i suoi sogni nel cassetto? Quel cassetto l'ho aperto più volte e molti di quei sogni posso dire di averli già realizzati. Al suo interno però troviamo ancora, tra gli altri, "Scrivere un romanzo". Il suo ricordo artistico più bello. Ho tanti ricordi bellissimi ma voglio riportarne alla mente due. Il mio primo articolo per il quotidiano La Stampa, dedicato alla Torino d'agosto in Cronaca locale e la presentazione del mio secondo libro al Circolo dei Lettori, nella Sala Grande, davanti a una platea piena. Consigli per i suoi fan. Fatevi sorprendere ogni giorno dalla vostra città. Non c'è limite ai segreti che nasconde e non basterà una vita per dire davvero di conoscere un posto a fondo. Amate le vostre origini, quali che siano, non dimenticate le tradizioni ma sappiate adattarle ai contesti e ai tempi in cui vivete. Evolvetevi ma non dimenticatevi mai. Salga sulla macchina del tempo e vada nel futuro. Dove la vedremo noi che possiamo raggiungerla solo un secondo per volta? E cosa starà facendo? Pronti, via! Settembre 2020, in viaggio per i Balcani; Dicembre 2020, oltreoceano, sperando sia rientrata l'emergenza Covid19; Gennaio 2021 a Berlino, per vedere mia nipote spegnere la sua prima candelina; Maggio 2021, al Salone del Libro con il mio terzo libro; Settembre 2024, davanti a una Commissione a discutere la mia tesi di Laurea in Psicologia... Basta, mi fermo, potrei andare avanti per ore. Ci parli di social e della loro importanza anche, e soprattutto, in quest'epoca di Covid19. Devo tutto ai Social Media. Era il 2008 quando ho iniziato ad approcciarmici e scoprire come adattare la mia passione per la scrittura a un media che, all'epoca, era innovativo e sconosciuto ai più, in Italia. I social sono cambiati tanto negli anni e hanno perso di genuinità e democrazia ma restano un luogo prediletto dove provare a raccontare la propria storia. Non tutti, però, non sempre e non più con facilità. Il mondo social oggi è sovraccarico di informazioni, immagini e storie e le persone hanno sempre meno voglia di leggere e scoprire. Per chi ha pazienza e voglia di imparare - e di selezionare soprattutto - sono ancora una miniera di informazioni, spunti, consigli. In epoca Covid19 non credo siano stati i social a far la differenza ma altre piattaforme e strumenti, in grado di rompere il muro della distanza. I social sono troppo spesso un filtro, oggi come oggi, mentre in epoca Covid le persone hanno ricercato la genuinità. Prima ci ha raccontato di emozioni Letterarie. Ha pubblicato dei libri e con quali Editori? Sì, due. "My Secret Turin" nel 2017, una guida al femminile della città divisa in quattro stagioni come un armadio e "360 idee per innamorarsi di Torino" nel 2019, il libro che la racconta dalla A di Aurora alla V di Vanchiglia, attraverso i suoi 25 quartieri. I suoi amici e familiari come hanno contribuito a farla crescere professionalmente? La mia famiglia mi ha sempre spronato ma mai condizionato. Non ho subito pressioni su cosa fare, studiare, dove vivere ma sono stata sempre spinta a seguire il cuore e fare ciò che rendeva felice, anche quando non era loro poi così chiaro. Il mio percorso Artistico e professionale, se osservato per singoli momenti, è stato strano e apparentemente privo di continuità ma oggi, nella sua totalità, ha preso senso, come un bellissimo disegno che si ottiene unendo tanti puntini tra loro lontani. Si sente di dare qualche consiglio ai giovani che si affacciano solo ora alle porte del mondo del lavoro? Non caricate di aspettative il percorso di studi che sceglierete dopo le scuole dell'obbligo. Fate quello che vi piace e tramite esso createvi una professionalità in cui riconoscervi. Non fare l'errore di sacrificare gli anni più belli studiando qualcosa che non vi appassiona con la solo idea di trovare facilmente un lavoro. Non è più così, ammesso che lo sia mai stato e se avete odiato quel corso di studi, odierete anche il lavoro a cui vi ha portato. Mantenete però sempre una separazione, fisica e mentale, tra la vostra vita privata e quella lavorativa. Voi non siete il vostro lavoro, non è esso a definirvi. E non scendete mai a patti, morali, in suo nome. Ci parli del futuro. Sta scrivendo, pensando o organizzando cose nuove? Ho un'idea, nata proprio in periodo Covid19 e una scaletta in fase avanzata che dormicchia qui sul desktop del mio computer. Per finire ci racconti di questo periodo tremendo del virus. Cosa rimane di questi giorni di quarantena? Con quali speranze e desideri si appresta al ritorno della vita normale? Devo dire che per me il periodo di quarantena è stato un periodo molto positivo. Questa pausa forzata dai ritmi quotidiani mi ha obbligato a uno stop che non ho mai avuto il coraggio di fare ma di cui ho scoperto aver un disperato bisogno. Nei mesi di lockdown ho amato e apprezzato la casa che ho scoperto di vivere troppo poco. Osservandola e abitandola per davvero l'ho resa più mia e ho davvero compreso il senso di "tornare a casa". La possibilità di lavorare da qui mi ha riportato ai miei primi anni di lavoro, lontana da logiche di timbrature, corse alla bollatrice entro le 9 del mattino, lamentele da ufficio, pettegolezzi da corridoio. Ho riscoperto la mia anima freelance e la bellezza di lavorare per obiettivi e con focus. Mi mancava. E manca molto al mondo delle aziende, temo. Per me questa esperienza è stata formativa e penso mi renderà una persona diversa. Non so se migliore. Forse no, se tutto intorno a me tornerà come prima. In quel caso sarò una persona in difficoltà poiché la mia scala valori è decisamente cambiata. Mi sento più forte, focalizzata e libera. La mia sfida, più che speranza, è di non perdere questa sensazione di libertà e lottare con essa per non farmi fagocitare da un mondo che credo debba cambiare. Torino, lo ripeto, è veramente una città magica. Ringrazio Irene per la bella chiacchierata, felice di averla conosciuta e presentata ai nostri lettori. La Mole Antonelliana, nella sera estiva, scesa troppo presto per un imminente temporale, controlla e osserva le tante anime dei suoi appassionati abitanti. La necessità di un nuovo modo di pensare e proporre al mondo la nostra metropoli è tangibile, così come il bisogno e la voglia di innovare e di realizzare Cultura in città è impellente. Facciamo il possibile per raggiungere l'obiettivo. Per finire lascio la parola alla gentilissima Irene. Un caro saluto ai lettori de La Gazzetta di Hogwords. Questa chiacchierata è arrivata in un momento in cui avevo bisogno di mettere nero su bianco i miei pensieri e sono stata felice di condividerli con voi! Claudio Calzoni Pier Giorgio Tomatis |