Incontro con Pier Giorgio Tomatis
Incontro un giovane mago, smilzo e scattante alla stazione di Londra, lungo il fantasmagorico binario 9 e tre quarti. Siamo in attesa del treno che porta alla Scuola di Magia che, da qualche anno, frequentiamo con profitto. Certo, lui è una delle punte di diamante della Casata di Tasso Rosso, che sceglie i suoi allievi tra i giovani che dimostrano una grande forza di volontà e un amore appassionato per il lavoro e la fiducia nel futuro. Io sto con quelli di Serpe Verde ma siamo grandi amici lo stesso.
Nella vita reale, quella che abbandoniamo attraversando la passerella del binario, il giovane mago è un uomo di alta statura e di una grande simpatia. Di professione fa l’Editore, il nostro Editore. Adesso sta arrivando il Treno che ci porta ad Hogwarts e io, con semplicità inizio l’intervista. Che, come potrete leggere, apre temi molto interessanti... Conosciamoci meglio, chi è Pier Giorgio Tomatis? Un uomo di trincea e come me ne conosco tanti altri. Credo che cercare di fare Editoria in un Paese come l'Italia sia equiparabile a fare il soldato in una guerra di posizione. Gli italiani hanno insegnato le Belle Arti a tutto il mondo e poi, inspiegabilmente, sono andati a dormire. Quando si sono risvegliati hanno cominciato a pensare che "carmina non dant panem" e a dimenticarsi di curare i propri cervelli con la stessa caparbietà con la quale pretendono di raggiungere il benessere fisico e spirituale e la sazietà di stomaco. A questo si aggiunga un sistema di Distribuzione inadeguato e una politica di settore che trova problemi alle soluzioni anziché fare l'opposto. Mi fa sorridere la questione dell'IVA agevolata come se per un imprenditore fosse importante pagare il 4% o il 10 o il 22. Credo sia assai più determinante il fatto che l'Editore (unica figura professionale al mondo) paghi tale imposta a prescindere dalla vendita. Ecco perché l'IVA nell'Editoria si denomina con la dicitura "assolta", perché l'Editore l'ha già versata allo Stato... indipendentemente. Poi, per fortuna, c'è Facebook che ti tira su il morale e nel quale puoi conoscere tanti Autori che sputano letteralmente veleno sulla tua professione. Alcune volte giustamente. Quello dell'Editoria a pagamento è un fenomeno che andrebbe stroncato per il bene stesso del settore. Bisogna però ammettere che il più delle volte i caustici commenti che gli Autori scontenti rilasciano con i propri post sono dettati più da inesperienza e dai desiderata che da fattori pratici, oggettivi. Vorrei tanto che alcuni di questi sedicenti Autori capisse che la distribuzione di un libro in tutte le librerie d'Italia non solo è un costo non da poco, una chimera e una follia ma che, soprattutto, non è indice di vendite sicure. Sarebbe come a dire che trovarsi sulla piattaforma Amazon (come Autore edito o self-publisher) equivalga a bypassare il problema del testo che si è scritto e dalla notorietà del suo Autore. Purtroppo non è così ma non tutti lo capiscono o, meglio, accettano di essere sinceri con se stessi fino a questo punto. La vasta cultura e i molteplici interessi fanno di lei una delle persone più attive che conosca. Ci parli della sua carriera di Editore, di Scrittore, di Attore e di Organizzatore di Eventi. Mi costringe a ripetermi. Il mondo dell'Editoria è così ricco di professionalità che mi permette di contraddirla. Io non sono unico. Storie come la mia ne esistono tante e in ogni parte d'Italia. Come ripeto sempre ai miei colleghi quando li incontro alle Fiere "il nemico di un Editore non è il suo collega ma l'ignoranza". Finché esiste qualcuno che decide di non pensare e di non far pensare il nostro mestiere ha uno scopo e rimane degno di essere svolto. E' vero. Oltre che Editore sono anche un Autore (ho scritto otto romanzi e sta per nascere la mia nona fatica Letteraria) e un Attore (col Circolo Hogwords abbiamo portato il buonumore in giro per tutto il Piemonte). Da poco è nata anche una nuova filiera professionale. Con la psicologa Gabriella Gumina ho iniziato a girare per l'Italia in qualità di Conferenziere per regalare benessere a chi ne ha bisogno. Credo che sia un’esigenza che attualmente vede gli italiani in prima fila. Ammettiamolo. Siamo un po' maltrattati dai nostri sedicenti partner europei. Ci racconti anche della sua innata predisposizione per l'uso delle nuove tecnologie e della rete, che tanta importanza ha oggi per la diffusione pubblicitaria e la vendita dei libri. Credo non si possa fermare il progresso tecnologico e, soprattutto, sarebbe stupido e inutile pretendere di farlo. Internet (almeno com'era all'inizio della sua ascesa) è un'opportunità democratica persino migliore del concetto stesso di mercato. Le nuove tecnologie vanno comprese, usate e migliorate perché non è mai la troppa Cultura a uccidere la Vita, semmai è il contrario. Io penso che gli Editori abbiano già capito da tempo e messo in pratica quello che personaggi pubblici molto famosi come Greta Thunberg stanno cercando di inculcare nella mente delle giovani generazioni e in quelle dei vecchi industriali. Penso alle produzioni in carta riciclata ma anche alla revisione della movimentazione dei prodotti. Ci parli della Casa Editrice Hogwords, ci racconti l'origine del nome della società e quali sono le sue caratteristiche salienti. Beh... credo sia palese che il nome della Casa Editrice e la matrice ispirazionale della stessa derivino da J. K. Rowling e dal maghetto più famoso al mondo anche se, debbo ammetterlo, la matrice operativa è più legata alla Marvel Comics. Hogwords si definisce la Casa Editrice delle Idee e degli Autori. A qualche Marvel fan verrà sicuramente in mente qualcosa a riguardo... Quali sono i criteri Culturali e personali che adotta la sua Casa Editrice nella scelta degli Autori? Qual è il pubblico a cui si rivolgono le sue produzioni? Quali sono i rapporti tra lei e gli Autori che affidano a lei i loro lavori, i loro sogni, le loro speranze di successo internazionale? Come riesce, e se riesce, ad aiutarli? Ha dei consigli per gli scrittori che si rivolgono a lei per presentare le proprie opere? Quante pagine ho a disposizione per rispondere? Scherzi a parte, la maggior parte del mio tempo non lo trascorro a valutare i manoscritti ma a selezionare gli Autori. Spesso li disilludo così bene tanto che scelgono di non affidare le proprie Opere alla nostra Casa Editrice. Lo so. Mi dirà che commercialmente questa operazione non ha senso ma sono costretto a contraddirla. Quello dello Scrittore è un mestiere (così come qualunque altro) che non s'improvvisa e ha stanze fredde e buie. Io preferisco lavorare con Autori che ne sono consci sin dall'inizio piuttosto che sentirmi dire dopo che non li avevo avvertiti dei problemi che si possono incontrare lungo il cammino Editoriale. Sfatiamo innanzitutto un mito: un libro non è proprietà unica dello scrittore. Dietro ogni Opera c'è un lavoro immenso. Dietro le quinte (ma neanche tanto) ci sono disegnatori o fotografi, esperti di marketing e correttori di bozze, tipografi e librai. Il manoscritto non è, come si tende a credere, il punto di arrivo di un libro quanto piuttosto la base di partenza. E tra un asilo e l'Università di strada da percorrere ce n'è. Non crede? Consigli ne do parecchi ai miei Autori e anche a chi non lo è né diventerà mai tale. Un manoscritto chiuso in un cassetto è una bestemmia e si sa... scherza coi fanti ma lascia stare i santi. Il rapporto che ho coi miei Autori penso sia buono. Migliorabile. Io imparo da loro e loro da me. Diciamo che una Casa Editrice è un prisma che contiene tutte le sue facciate ma se brilla è per merito di ogni singolo Autore. Il primo consiglio che posso dare a chi non fa parte di Edizioni Hogwords è di essere umile (non modesto, sia chiaro). Con l'umiltà si impara di più e meglio che con l'arroganza. Lei è anche autore di romanzi. Da scrittore come considera il suo lavoro da Editore, e l'Editore come vede sé stesso in veste di Scrittore? Da Editore tengo a bada bene lo Scrittore che è in me e da Scrittore imparo molto dall'Editore che mi è a fianco. Ogni tanto mi sento Dottor Jekyll e Mister Hyde... Qual è il suo personale rapporto con la carta stampata, con la nuova frontiera della digitalizzazione delle Opere, con i distributori reali o virtuali dei prodotti? Quanto crede ancora nel ruolo della libreria come luogo di vendita del libro e come evolverà, secondo lei questo prodotto Culturale e necessario per la formazione e il divertimento dell'Uomo? Credo che esistano ancora grandi sacche di resistenza ai nuovi sistemi, informatici e non. Penso che fare le barricate non possa che portare che a ritardi e macerie e inevitabilmente la rivoluzione impostata da Amazon oggi e forse da Alibaba domani impongono un prezzo da pagare. Mi riferisco, per esempio, a librerie che non accettano libri che non sono distribuiti da questo o da quel Distributore o dalle Biblioteche che acquistano con il Centro Rete e che spesso sono restie ad accogliere le novità che offre il mercato. Tutto questo, prima o poi, scomparirà. Non perché lo dico io, sia chiaro. A mio parere la Libreria dovrà inventare un nuovo modo di vendere libri legandosi più allo spettacolo che al mero commercio. Io vedo l'aspetto ludico, quello dell'animazione e della vendita da banco che si legheranno insieme. Amazon, al momento, non ci ha ancora pensato... Pur essendo impegnatissimo lei avrà sicuramente dei sogni nel cassetto, ci parli di quelli che sente più realizzabili, più veri. Aspetti un attimo che controllo se ho vinto alla Lotteria. Mi chiede che farei se potessi realizzare i miei sogni? Vorrei slegare la Casa Editrice dalla mia persona e poter affidare la sua conduzione ai miei Autori. Non sarebbe bello... sarebbe perfetto. Ci parli anche delle future realizzazioni e dei progetti della Casa Editrice. Gli attuali progetti targati Hogwords fanno riferimento alla traduzione dei nostri testi in lingue straniere e alle Conferenze promosse e supportate dagli Autori. Credo fermamente che possa essere il nuovo livello da raggiungere e da superare prima di porsi nuovi obiettivi. Sul treno ci ha raggiunti un ragazzotto con gli occhiali e il ciuffo sugli occhi, un po’ imbranato, forse, ma decisamente simpatico. Dice di chiamarsi Harry e di essere destinato a Grifon d’Oro. Non sa ancora nulla della Scuola, del Professor Silente e delle partite sulle scope volanti a caccia del Boccino d’Oro. Avrà tempo di imparare, forse diventerà un Grande Mago. Come noi, che andiamo a scuola con gioia. Il Castello fra poco ci accoglierà con tutto il suo misterioso fascino. Noi ridiamo al pensiero delle scale moventi, ai fantasmi che ci corrono dietro e ai quadri che vivono. Per un anno studieremo incantesimi e formule magiche, a dispetto della nostra vita reale, che ci vede sudanti nelle nostre attività quotidiane. Ringrazio il maghetto, l’Editore affermato, l’appassionato Scrittore e il valente istrione. Ringrazio Pier Giorgio Tomatis per l’attenzione che mi ha concesso e per la sincerità delle sue risposte, così pratiche e istruttive. Il treno, nella nebbia fischia e corre veloce, tra le montagne della Scozia…. Claudio Calzoni |