Incontro con la scrittrice torinese Gabriella MossoIncontro la scrittrice torinese Gabriella Mosso in Piazza San Carlo, a Torino, in uno splendido pomeriggio di settembre. I portici, intorno, rasserenano l’ambiente, regalando ai passanti e ai turisti, in questo salotto architettonico così caratteristico e unico, un minimo di serenità, in questo periodo di precauzioni, mascherine e tanta paura. La signora arriva, attraversando la piazza accompagnata da un cane simpaticissimo e ci sediamo nel dehors di uno dei più famosi locali torinesi. Accomodati sulle poltrone, nell'attesa di un buon caffè, iniziamo a parlare dei nostri interessi e dei nostri sogni per il futuro prossimo, che passano, obbligatoriamente, per la Letteratura e la scrittura.
Conosciamoci meglio, chi è Gabriella Mosso? Ci disegni il suo autoritratto. Sono una donna diversamente giovane, amo leggere, coltivare i fiori nel mio piccolo giardino, amo i cani, compagni della mia vita adulta, sono madre di due figli adulti e meravigliosamente nonna di tre nipotini Vivo da anni alle porte di Torino, a pochi km dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi e per me, nata e cresciuta a Torino, come ebbe a scrivere Culicchia, "Torino è casa mia". Ho un cane meraviglioso che si chiama Felice, è un adottato e chi se n'è liberato non sa cosa ha perso. Parlando di me le anticipo che ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Sono stata una privilegiata scolara del metodo Montessori e la mia maestra mi permetteva, dopo le interrogazioni, di scrivere i tanto amati pensierini. Ho inondato di parole amici, parenti, i miei amori e i miei figli. Mi sono fermata per i nipoti, sono piccoli e per il momento mi inviano lunghe liste di emoticon, io rispondo con altrettante faccine, trattenendomi dallo scrivere messaggi letterali. La mia scrittura "pubblica" in passato si era limitata a interventi su riviste, a piccole partecipazioni alla rubrica del “Cuori allo specchio” de “La Stampa” Questo fino alla magia del mio primo romanzo intitolato “I MIEI, I TUOI, I NOSTRI” di cui ho inviato la bozza ad Araba Fenice, puntando in alto come solo l'ingenuità di una neofita può osare. Fortunatamente la fiducia di questa prestigiosa Casa Editrice piemontese mi ha gratificata. Nel romanzo narro la saga della mia originale famiglia, dai primi del '900 fino ai giorni nostri. Tra tragedie e problemi nel racconto non mancano note ironiche. Il libro è giunto alla quarta stampa, distribuito nelle librerie e on-line su Amazon, Mondadori e Feltrinelli. A inizio luglio, “Araba Fenice” mi ha ancora una volta dato fiducia. Con mia grande gioia è stato pubblicato “CE LA FARO’”, romanzo in cui narro una terribile prova della vita superata con pensieri e ricordi positivi. L'intento è di trasmettere un messaggio di incoraggiamento a chi deve affrontare difficoltà, con l'omaggio dei sorrisi che scaturiscono inevitabili dalla lettura spesso umoristica, persino allegra. Come è nata la sua passione per la scrittura e la sua voglia di portare avanti iniziative letterarie e culturali? Ci parli del suo rapporto con le innovazioni riguardanti i mezzi d’informazione e la rete… La passione per la scrittura, come le accennavo, risale agli anni da scolara, già i pensierini erano il mio modo di esternare le emozioni e, per fortuna, la maestra montessoriana mi lasciava libera di esprimermi in tal senso. Sono pronta a imparare, seppur con le limitazioni di chi ha alle spalle studi in tempi del tutto inconsapevoli della tecnologia ma i miei manoscritti, sempre nati e cresciuti alla tastiera, testimoniano la voglia di stare al passo con i tempi. Entriamo nel personale. Quando ha pubblicato il suo primo libro e quali sono state le sue emozioni a tenerlo fra le mani? Lascio immaginare il mio stato d’animo a contatto con il primo libro, dal momento che i miei piccoli interventi pubblicati sulle riviste femminili e gli articoli per la vecchia rubrica “I cuori allo specchio” di Massimo Gramellini su “La Stampa” mi hanno fatto saltare di gioia. Il primo libro è stato una magia, fin dall’accettazione della bozza e poi l’emozione di vedere e toccare il libro… il mio nome in copertina, le foto e il profumo della carta stampata… Ha pubblicato altri libri e con quali editori? Finora ho pubblicato con l’eccellente casa editrice cuneese “Araba Fenice”, che mi ha onorata della sua fiducia. Inoltre ho pubblicato alcuni racconti per raccolte e antologie come “Piemontesi per sempre” di “Edizioni della sera” e “Racconti dal Piemonte volume 2” di Historica Edizioni di Cesena. A breve uscirà un altro mio racconto che è stato selezionato per l’Antologia del concorso “Verba Volant”. I suoi cari come si sentono ad avere una scrittrice in casa? I miei cari mi sostengono e tirano un sospiro di sollievo ora che ciò che scrivo viene pubblicato. Per anni sono stati sommersi dalle mie parole ogniqualvolta si doveva affrontare un discorso impegnativo, perché io preferivo analizzarlo, commentarlo e gestirlo per scritto. Quali sono, se può dirlo, i suoi rapporti con le case editrici con cui collabora? Sono legata dal 2017 da contratti con “Araba Fenice”, che è una Casa Editrice serissima. Si sente di dare qualche consiglio ai lettori e ai giovani che vorrebbero intraprendere la carriera letteraria? C’è sempre da imparare, l’umiltà di ammetterlo porta miglioramenti, accettare le critiche - anche se fanno male- e prima di tutto leggere, leggere. Per quanto riguarda la mia scrittura punto alla fluidità, a trasmettere emozioni senza appesantire, anzi, in sede di revisione, taglio molto di quanto scrivo di getto. Ci parli del futuro. Sta scrivendo, pensando o organizzando cose nuove? Scrivo, la scrittura è la mia terapia. In questo periodo, inoltre, sto organizzando eventi e presentazioni pur tra le difficoltà del momento. Per finire ci racconti di questo periodo tremendo del virus. Ha avuto esperienze particolari, paure, tristezze o gioie inaspettate da raccontare? Cosa rimarrà nel suo cuore dei lunghi giorni passati in quarantena? Con quali speranze e desideri la donna, la scrittrice Gabriella si appresta al ritorno della vita normale? Ho problemi di salute, con i quali convivo amichevolmente, che mi hanno costretta a un iniziale isolamento e in seguito a seguire rigidi protocolli di attenzione e precauzioni. Ho sfruttato il periodo per una riorganizzazione della casa, della serie FUORI TUTTO. Ho sempre scritto, dipinto piccoli mobili, piantato bulbi in giardino e letto molto. Insomma, dandomi continuamente da fare non mi sono certo annoiata. Le tazzine sono vuote, il caffè ormai è stato sorseggiato da tempo. Siamo ancora seduti a vagare tra ricordi ed emozioni. La magia di Torino, come sapete, miei cari lettori, si manifesta spesso nella forza di chi sa respirarla, comprenderla e raccontarla come la scrittrice Gabriella Mosso, che ringrazio per la splendida chiacchierata. Claudio Calzoni |