Intervista ad Amelia De Spell
Cari lettori ci rechiamo oggi alle pendici del Vesuvio, in un paese chiamato Sulfuria per intervistare Amelia, una sessantenne d’aspetto ancora giovane e avvenente che con i suoi capelli neri lunghi e lisci, gli occhi neri e le ciglia folte, ricorda molto Sofia Loren. Si tratta della fattucchiera che da decenni cerca di sottrarre a Paperon de Paperoni il primo decino. Una papera napoletana, potente e malvagia.
La mappa per la sua abitazione indica una stradina tortuosa; mi avvio con un po’ di timore, col mio taccuino stretto fra le dita e un piccolo registratore in tasca.
Un corvo svolazza sulla mia testa.
“Per di qua!”, gracchia indicandomi la soglia di una casa.
Amelia apre la porta senza che io abbia bussato.
“Sei una giornalista in cerca di guai?”, chiede con sguardo torvo, e rivolgendosi al corvo “Grazie Gennarino! Puoi andare!”.
“Buongiorno signora De Spell”, balbetto, colta alla sprovvista “sono Gabriella Gumina, una scrittrice e vorrei farle un’intervista…”.
“Lo so chi sei… hai scritto un giallo che si chiama ‘Il pesce palla’ e hai chiamato Amelia la protagonista! È già difficile che la gente mi creda quando dico che sono una strega e adesso, per di più, quando mi presento col MIO NOME tutti mi chiedono un cucciolo in adozione! Ti rendi conto di cosa hai fatto?”.
È fuori di sé per la rabbia e mi fa cenno di entrare.
Tremando la seguo e mi introduco in un cunicolo che sfocia in una grande stanza con un camino. Qualcosa ribolle dentro un pentolone poggiato sulle braci.
“L’ho fatto perché sono una sua ammiratrice… per questo ho chiamato Amelia la mia protagonista”, biascico cercando di rabbonire la sua furia “leggo Topolino da quando ho sei anni… conosco molto della sua storia: so che Gennarino è suo fratello che è stato trasformato in corvo per errore e che cerca di tornare all'aspetto originario. So di sua Nonna Caraldina che vorrebbe vederla sposata con il suo imbranato spasimante Rosolio, che lei non sopporta… so delle sue nipotine Minima e Streghella… del suo tentativo di impossessarsi del decino di Paperone…”.
“Paperone! Quel tirchiaccio! Gli avevo comprato il decino per un dollaro ma non ero ancora all’aeroporto che aveva già cambiato idea! Mi ha inseguita per mezzo mondo con Paperino e nipoti finché è riuscito a riprenderselo… ma presto sarà finalmente mio”. Sembra calmarsi un po’ mentre lo dice e rimesta con un lungo cucchiaio di legno nel pentolone; ne approfitto per cominciare con la mia prima domanda:
“Perché è così importante quel decino?”.
Amelia continua a mescolare con vigore ma il suo sguardo è meno truce e mi risponde: “Mi serve per fonderlo con le altre monete degli uomini più ricchi del mondo, avrò così un amuleto in grado di farmi diventare immensamente ricca: Il TOCCO di CIRCE. Sarò la papera più ricca del mondo!”.
Incoraggiata da questo inizio di disponibilità chiedo: “Ha già escogitato un nuovo piano?”.
“Certo, per Natale nonna Papera inviterà tutti alla fattoria e il Deposito sarà incustodito. Agirò allora!”. Amelia agita la bacchetta magica e si appropria del mio registratore. Continuo a scrivere sul taccuino mentre lei osserva il piccolo oggetto e lo fa poi volare sul tavolo vicino a me, restituendolo.
Abbozzo facendo finta di niente: “Come sarebbe che il deposito sarà incustodito?”.
“Paperone è troppo avaro per pagare un servizio di vigilanza e la sorella, nonna Papera non gli permetterà di schiavizzare i nipoti il giorno di Natale!
Potrebbe esserci qualche marchingegno inventato da Archimede… ma nulla che la mia magia non possa sconfiggere.
Solo Brigitta, per amore del Vecchio Cilindro potrebbe sacrificare il Natale a guardia del Decino ma ho preparato un filtro d’amore che le regalerò perché lo somministri al paperaccio e non perderà l’occasione… stavolta ho pensato proprio a tutto!”.
“E la banda bassotti? Potrebbero tentare il colpo anche loro”.
“Lo faranno ma non sono interessati alla Numero Uno, che svuotino pure il deposito, non mi interessa. Se dovessero diventare un problema li trasformerò in rospi con la mia bacchetta magica”.
“Rospi? Per sempre?”.
“No, è un incantesimo a tempo… in un mesetto torneranno alla loro forma canina”. Amelia sghignazza al pensiero.
“E Nocina e Nespolo? Li ho visti in pochi episodi su Topolino… Sono suoi parenti?”.
“Ragazzi promettenti. Sono pargoli affidati a me e Maga Magò dalla loro mamma, la Perfida Strega dell'Ovest. Non parenti di sangue ma…”.
“E Maga Magò?”.
“Qualcuno dice che sia mia cugina, altri che sia mia sorella… tu che ne dici?”.
Amelia mi guarda sorniona, il viso illuminato a tratti dal fuoco che si rianima sotto il pentolone. È vestita di nero, un tubino aderente e scarpe decolleté sempre nere con un po’ di tacco, somiglia un po’ a Morticia Addams. La fattucchiera che ammalia, il soprannome che le hanno dato, è decisamente meritato. Non so cosa rispondere…Maga Magò non le somiglia per niente ma è pur vero che esistono sorelle molto diverse. Forse è ora di concludere l’intervista, qualcosa ho scritto e ho già rischiato abbastanza; dopotutto, come vi dicevo all’inizio, sono in presenza di una strega potente e malvagia.
Tento un congedo. “Grazie per la sua disponibilità, ora dovrei proprio andare. In bocca al lupo per il colpo di Natale. Buon volo sulla scopa verso Paperopoli e saluti alle altre befan…”, opsssss… “Cioè, volevo dire …streghe…” ma il tentativo di rimediare alla gaffe è contemporaneo all’alzarsi della bacchetta “ROSPUUS!” e non posso che rispondere: “Craaa… Craa…”. Dallo stagno vicino al Vesuvio è tutto. Ci rivedremo fra circa un mese...
Gabriella Gumina
Scrittrice
La mappa per la sua abitazione indica una stradina tortuosa; mi avvio con un po’ di timore, col mio taccuino stretto fra le dita e un piccolo registratore in tasca.
Un corvo svolazza sulla mia testa.
“Per di qua!”, gracchia indicandomi la soglia di una casa.
Amelia apre la porta senza che io abbia bussato.
“Sei una giornalista in cerca di guai?”, chiede con sguardo torvo, e rivolgendosi al corvo “Grazie Gennarino! Puoi andare!”.
“Buongiorno signora De Spell”, balbetto, colta alla sprovvista “sono Gabriella Gumina, una scrittrice e vorrei farle un’intervista…”.
“Lo so chi sei… hai scritto un giallo che si chiama ‘Il pesce palla’ e hai chiamato Amelia la protagonista! È già difficile che la gente mi creda quando dico che sono una strega e adesso, per di più, quando mi presento col MIO NOME tutti mi chiedono un cucciolo in adozione! Ti rendi conto di cosa hai fatto?”.
È fuori di sé per la rabbia e mi fa cenno di entrare.
Tremando la seguo e mi introduco in un cunicolo che sfocia in una grande stanza con un camino. Qualcosa ribolle dentro un pentolone poggiato sulle braci.
“L’ho fatto perché sono una sua ammiratrice… per questo ho chiamato Amelia la mia protagonista”, biascico cercando di rabbonire la sua furia “leggo Topolino da quando ho sei anni… conosco molto della sua storia: so che Gennarino è suo fratello che è stato trasformato in corvo per errore e che cerca di tornare all'aspetto originario. So di sua Nonna Caraldina che vorrebbe vederla sposata con il suo imbranato spasimante Rosolio, che lei non sopporta… so delle sue nipotine Minima e Streghella… del suo tentativo di impossessarsi del decino di Paperone…”.
“Paperone! Quel tirchiaccio! Gli avevo comprato il decino per un dollaro ma non ero ancora all’aeroporto che aveva già cambiato idea! Mi ha inseguita per mezzo mondo con Paperino e nipoti finché è riuscito a riprenderselo… ma presto sarà finalmente mio”. Sembra calmarsi un po’ mentre lo dice e rimesta con un lungo cucchiaio di legno nel pentolone; ne approfitto per cominciare con la mia prima domanda:
“Perché è così importante quel decino?”.
Amelia continua a mescolare con vigore ma il suo sguardo è meno truce e mi risponde: “Mi serve per fonderlo con le altre monete degli uomini più ricchi del mondo, avrò così un amuleto in grado di farmi diventare immensamente ricca: Il TOCCO di CIRCE. Sarò la papera più ricca del mondo!”.
Incoraggiata da questo inizio di disponibilità chiedo: “Ha già escogitato un nuovo piano?”.
“Certo, per Natale nonna Papera inviterà tutti alla fattoria e il Deposito sarà incustodito. Agirò allora!”. Amelia agita la bacchetta magica e si appropria del mio registratore. Continuo a scrivere sul taccuino mentre lei osserva il piccolo oggetto e lo fa poi volare sul tavolo vicino a me, restituendolo.
Abbozzo facendo finta di niente: “Come sarebbe che il deposito sarà incustodito?”.
“Paperone è troppo avaro per pagare un servizio di vigilanza e la sorella, nonna Papera non gli permetterà di schiavizzare i nipoti il giorno di Natale!
Potrebbe esserci qualche marchingegno inventato da Archimede… ma nulla che la mia magia non possa sconfiggere.
Solo Brigitta, per amore del Vecchio Cilindro potrebbe sacrificare il Natale a guardia del Decino ma ho preparato un filtro d’amore che le regalerò perché lo somministri al paperaccio e non perderà l’occasione… stavolta ho pensato proprio a tutto!”.
“E la banda bassotti? Potrebbero tentare il colpo anche loro”.
“Lo faranno ma non sono interessati alla Numero Uno, che svuotino pure il deposito, non mi interessa. Se dovessero diventare un problema li trasformerò in rospi con la mia bacchetta magica”.
“Rospi? Per sempre?”.
“No, è un incantesimo a tempo… in un mesetto torneranno alla loro forma canina”. Amelia sghignazza al pensiero.
“E Nocina e Nespolo? Li ho visti in pochi episodi su Topolino… Sono suoi parenti?”.
“Ragazzi promettenti. Sono pargoli affidati a me e Maga Magò dalla loro mamma, la Perfida Strega dell'Ovest. Non parenti di sangue ma…”.
“E Maga Magò?”.
“Qualcuno dice che sia mia cugina, altri che sia mia sorella… tu che ne dici?”.
Amelia mi guarda sorniona, il viso illuminato a tratti dal fuoco che si rianima sotto il pentolone. È vestita di nero, un tubino aderente e scarpe decolleté sempre nere con un po’ di tacco, somiglia un po’ a Morticia Addams. La fattucchiera che ammalia, il soprannome che le hanno dato, è decisamente meritato. Non so cosa rispondere…Maga Magò non le somiglia per niente ma è pur vero che esistono sorelle molto diverse. Forse è ora di concludere l’intervista, qualcosa ho scritto e ho già rischiato abbastanza; dopotutto, come vi dicevo all’inizio, sono in presenza di una strega potente e malvagia.
Tento un congedo. “Grazie per la sua disponibilità, ora dovrei proprio andare. In bocca al lupo per il colpo di Natale. Buon volo sulla scopa verso Paperopoli e saluti alle altre befan…”, opsssss… “Cioè, volevo dire …streghe…” ma il tentativo di rimediare alla gaffe è contemporaneo all’alzarsi della bacchetta “ROSPUUS!” e non posso che rispondere: “Craaa… Craa…”. Dallo stagno vicino al Vesuvio è tutto. Ci rivedremo fra circa un mese...
Gabriella Gumina
Scrittrice