Intervista a Michele Pansini: "Con una finta d'animo"Passeggiando tra le vie di Santa Rita, la zona di Torino che per tanto tempo è stata per me casa, lavoro, amicizia e realizzazione dei sogni, non posso fare a meno di pensare al calcio. Questa è la zona dello Stadio Comunale, ora diventato Stadio Grande Torino, che è stato per molti anni il fulcro dello sport torinese, lo stadio che mi ha visto ragazzino passeggiare e giocare, a volte, sul prato e nel quale ho assistito da spettatore e tifoso alle imprese di giocatori che, ancor oggi, sono veri miti per gli appassionati di calcio. A pochi metri c’era il campo Combi, quello di allenamento della Juventus. A due isolati di distanza poi, come un antico tempio, imponente e decadente, sorgeva lo stadio Filadelfia, la vera casa del Toro, il Santuario della fede granata, il campo in cui si allenavano gli idoli della squadra del mio cuore. Su quel prato, tra gli spalti di legno, si era costruito ed alimentato il mito della squadra degli Invincibili, il Grande Torino che, dopo aver vinto tutto, aveva finito la sua corsa trionfale nell’incidente aereo di Superga. Ora, in questa sera gelida, sotto la pioggia, passando per quelle vie rivedo tutto cambiato. Sarà il tempo, ma sembra tutto più freddo, distaccato. La nostalgia del calcio vero, quello ancora meraviglioso degli anni Settanta e ottanta, mi porta a pensare, tra questi ricordi, a quanto è bello raccontare di sport. Penso a quanti autori si sono cimentati nella stesura di storie sportive, quanti romanzieri, giornalisti, ex calciatori hanno cercato di trasportare sulla carta le emozioni avvincenti, le cocenti delusioni, le sconfitte deprimenti e le vittorie raggiunte con sacrifici o semplice fortuna. Penso al calcio e mi viene in mente, tra i tanti amici appassionati di sport e letteratura, l’Avvocato Michele Pansini. Assessore alla Cultura ed allo Sport del Comune di Nichelino. Ha pubblicato da poco un romanzo in cui racconta una storia di sport e di vita. Facendo il giro dell’isolato che racchiude il vecchio, ormai ricostruito, Stadio Filadelfia, provo a telefonargli ed a proporgli questa intervista. Sotto la pioggia, mentre il pallone corre sul prato e le voci dei giocatori arrivano dal campo, annoto, per i nostri lettori, le risposte, appassionate, di Michele. Conosciamoci meglio, chi è Michele Pansini? Ci disegni il suo autoritratto. Sono di origini salernitane, nato a Novara, sono sposato con Elena e papà di Ettore e Andrea. Vivo a Nichelino, dove oltre a svolgere la mia professione di avvocato, sono anche assessore alla cultura e allo Sport. Nel tempo libero mi piace leggere, correre e seguire i miei figli che praticano il Calcio. Tra le mie passioni ci sono il Teatro, il Cinema e, naturalmente, il Calcio, quello vero. Qual è, attualmente la definizione di sé stesso che preferisce? Beh… a dire il vero non amo i titoli, quelli servono ad indentificare ognuno di noi nell’attività professionale e in quella pubblica. Proprio per questo credo che se dovessi dare una definizione di me stesso risponderei: persona curiosa e dinamica. Come è nata la sua passione per la scrittura e come ha trovato il modo per farla convivere con la sua professione di avvocato ed il suo impegno nella vita sociale, politica ed amministrativa? Sono sempre stato un grande lettore e, pur avendo la passione anche per la scrittura, non avrei mai pensato di poter trovare davvero il tempo e lo spirito giusto per riuscire a scrivere un romanzo. Avevo però in testa un soggetto da anni e durante il primo Lockdown della primavera scorsa ho iniziato a scrivere tutte le sere per tre ore. Certamente il fatto che tutto sia, di fatto, avvenuto in quei mesi particolari, in cui la vita privata e lavorativa di ognuno di noi aveva subito forti limitazioni, mi ha certamente agevolato nell’impresa di far convivere la scrittura con tutti gli altri impegni lavorativi, politici e familiari. Entriamo nel personale. Il romanzo “Con una finta d’animo” che è uscito alla fine del 2020 per i tipi di Daniela Piazza Editore è il suo primo libro pubblicato? Quali sono state le sue emozioni a tenerlo, finalmente, fra le mani? Beh…è stata una sensazione bellissima, un sogno che si realizza. Anche se, come immaginerà, non è stato semplice giungere al fondo del percorso. C’è stata infatti una fase successiva a quella creativa, mi riferisco in particolare all’”editing “ma non solo, molto complessa e che ha richiesto molta attenzione e tanto lavoro. Ha il piacere di dire ai lettori qualcosa sul suo lavoro letterario, regalare una piccola sinossi del romanzo? Può confessare qualche segreto realizzativo, qualche piccolo aneddoto sull’ispirazione? Molto volentieri! Iniziamo dalla sinossi: “Con una finta d’animo” racconta la storia di Roberto Grandi, un calciatore di talento che, dopo l’esordio in Nazionale e una parentesi professionale vissuta nel calcio inglese, a poco più di 28 anni, decide inaspettatamente e senza alcuna motivazione apparente di smettere e di ricostruirsi un futuro fuori da quel mondo che per oltre vent’anni era stato il suo. Il romanzo ruota attorno a due temi: il primo è l’indagine sulle motivazioni dell’abbandono, che emergono tra le pagine all’improvviso; il secondo è la scoperta di cosa farà Grandi della sua ancora giovane vita. Proprio l’incontro con il più bel romanzo scritto sul mondo del pallone, “Azzurro Tenebra” di Giovanni Arpino, fornirà al protagonista del romanzo una chiave per inventarsi un nuovo futuro. Veniamo ora alla curiosità. Il soggetto del libro era stato elaborato da tempo ma non avevo ben chiari quali fossero i reali motivi che avevano spinto il protagonista ad abbandonare il mondo del Calcio e cosa intendesse fare della propria vita dopo aver lasciato i campi da gioco. L’ho scoperto scrivendo, immedesimandomi nella storia man mano che costruivo il personaggio…ed è stata una sensazione forte anche per me! I suoi cari come si sentono ad avere uno scrittore in casa? Cosa pensano i suoi familiari delle sue molteplici attività? Beh…è stata una novità anche per loro e mi sono stati vicini in questa bella esperienza! Cosa pensano delle mie tante attività? Diciamo che a volte non ne sono proprio felici…in alcuni momenti, infatti, sottraggono troppo tempo agli spazi familiari. Ma abbiamo fatto un patto: nei momenti importanti io ci sarò sempre. Mi riferisco ad esempio alle festività, ai colloqui con i professori e alle partite di calcio dei miei figli, pensi che in sei anni non ne ho persa nemmeno una! La Gazzetta di Hogwords è l’organo di informazione ufficiale della Casa Editrice Edizioni Hogwords, quindi siamo particolarmente interessati alle sensazioni degli autori. Quali sono, se può dirlo, i suoi rapporti con le case editrici con cui collabora? Ne parlo con piacere! I rapporti con la sig.ra Piazza, titolare della Piazza Editore, sono ottimi. Ci ha presentati un comune amico, lo scrittore e giornalista Darwin Pastorin, che per primo mi ha incoraggiato a pubblicare il romanzo. Daniela ha poi letto il romanzo ad agosto scorso e mi ha subito dato la sua disponibilità a pubblicarlo. Sebbene la conoscenza sia quindi molto recente si è creato da subito grande empatia e un proficuo rapporto di collaborazione. Lei ricopre attualmente l’incarico di Assessore alla Cultura ed allo Sport nella Città di Nichelino. La Cultura e lo Sport sono due tra i settori più colpiti dalla crisi di valori e dalla recessione economica di questi anni, crisi accentuata in modo esponenziale dall’esplosione del virus e dalle conseguenti misure di lotta alla pandemia. La cultura ha cercato di reinventarsi sul web, con scarsi risultati, visto che i teatri i cinema e i locali sono rimasti chiusi e tutte le occasioni di incontro sono state impedite. Stessi problemi, forse ancor più accentuati, li ha vissuti lo sport. Secondo lei il declino di questi settori, un tempo trainanti l’economia e la vita sociale italiana, è ormai definitivo? Abbiamo qualche ricetta, pratica o magica, per poter coltivare la speranza che non tutto si perda? I giovani potranno (sconfitto il virus) tornare a giocare in società sportive in grado di mantenere i conti economici in quadro? Il mondo della cultura, dei libri, delle conferenze e degli incontri con grandi personaggi, delle visite ai musei ed ai bellissimi luoghi del nostro territorio (La Palazzina di Caccia di Stupinigi mi pare sia sul territorio di Nichelino) potrà ritornare ad essere un volano per la nostra economia? La Cultura e lo Sport sono, da sempre, due settori fondamentali della nostra vita, sia sotto il profilo sociale che quello economico. Nella mia città abbiamo da sempre avuto grandissima attenzione a questi due ambiti della nostra Comunità. Penso, partendo dal settore Cultura e per fare solo alcuni riferimenti significativi, all'attenzione profusa nella costruzione delle stagioni del Teatro Superga, apprezzate in tutta la Regione, e ai recenti concerti del Sonic Park alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. È indubbio, arrivando ai fatti più recenti che i settori più severamente colpiti dal diffondersi della Pandemia sono stati proprio lo Sport, soprattutto quello di base, e la Cultura. La Città di Nichelino e i miei assessorati hanno avviato, anche in questi mesi, importanti e concrete misure di sostegno e vicinanza alle tante realtà sportive del nostro territorio, anche di natura economica. Certo, la speranza è che si possa presto (e in sicurezza) ritornare in campo e nelle palestre. Il medesimo discorso vale per il settore Cultura: spettacoli in streaming e consegna dei libri a domicilio sono solo alcune delle azioni che in questi mesi abbiamo avviato. Solo però con il ritorno alla normalità, il settore Cultura potrà svolgere a pieno il suo fondamentale ruolo sociale. Torniamo alla sua produzione letteraria. Ci parli del futuro. Sta scrivendo o pensando a nuove storie da narrare ai lettori? Per ora mi sto godendo le prime recensioni dei miei lettori, anche se un paio di idee per un nuovo romanzo, a dire il vero, le ho già. Chissà… Per finire ci racconti di come ha vissuto a livello personale questo periodo tremendo del virus. Ha avuto esperienze particolari, paure, tristezze o gioie inaspettate da raccontare? Cosa rimarrà nel suo cuore dei lunghi giorni passati in quarantena? Con quali speranze e desideri l’uomo Michele Pansini si appresta al ritorno della vita normale? Questo è stato un periodo particolare e davvero difficile per tutti. Non potersi muovere liberamente, vivere con una mascherina sul volto, è stato, per quanto giusto e necessario, un sacrificio enorme. Come ho avuto modo di scrivere nei ringraziamenti del mio romanzo, il grande Giovanni Arpino, a cui la nostra Città peraltro ha intitolato la Biblioteca civica, avrebbe definito queste giornate: “immote”. Ecco, speriamo che con il vaccino, si possa superare presto anche questa. Ho davvero voglia di riabbracciare liberamente i miei amici e, perché no, presentare pubblicamente il mio romanzo “Con una finta d’animo”! La pioggia non smette di inzupparmi. Ringrazio l’Assessore, l’avvocato, lo scrittore Michele Pansini per la cortesia e la disponibilità dimostrata verso “la Gazzetta di Hogwords”. Mentre mi allontano dal quartiere, ancor una volta, giro gli occhi verso lo Stadio Comunale, lo stadio in cui le grandi firme del giornalismo sportivo, senza l’ausilio di computer e di moviole, osservando i ragazzi correre e calciare la pesante palla di cuoio, scrivevano, di getto, le loro cronache meravigliose e ricche di riferimenti culturali. Giovanni Arpino, citato da Michele nell’intervista, era, tra questi, uno dei più bravi, dei più arguti e preparati. Fulcro di una generazione di giornalisti e scrittori che riuscì a creare, per la gioia dei lettori e dei tifosi, storie e personaggi che sono diventati nel tempo mitici, fantastici, immortali. Claudio Calzoni |