"La Regina delle Bambole" di Romana Villaridalla Prefazione a "La Regina delle Bambole" di Romana Villari
di Claudio Calzoni Il Piemonte è Terra Magica. Molti luoghi e città piemontesi sono permeati di Magia e Mistero, traboccano di Storia Antica e Arcani Miti. In questa raccolta di racconti scopriamo che Pinerolo, Avigliana, Pragelato, Torino, Il Musinè, Limone Piemonte ci narrano storie antiche, occulte, celate a chi non riesce a scoprirle, a vedere tra le pieghe della Leggenda. In questo libro, caro lettore, l’autrice Romana Villari ti svelerà i segreti di questi luoghi e di personaggi apparentemente normali, ragazzi e ragazze semplici e simpatici, che si ritrovano incastrati in avventure spesso cruente, anomale, spaventose, ambientate in posti reali ma a cavallo tra la Fantasia ed il Paranormale. Il mondo della letteratura fantastica è pieno di nobili esempi della visione al “femminile” del racconto dell’orrore, a partire dal più fulgido degli esempi, quel Frankenstein di Mary Shelley, scritto nel 1818 e diventato una pietra miliare nell’immaginario collettivo. La penna dell’autrice, ai tempi della stesura appena diciottenne, riuscì a toccare corde particolarissime della psicologia umana, creando personaggi che divennero gli archetipi di tutto un genere letterario, cinematografico, artistico. Anche Romana Villari in questo lavoro affronta il delitto, il mistero, la ricerca della soluzione all’enigma, con una spiccata tendenza al mondo ed al cuore delle donne. Spesso le protagoniste dei racconti del libro sono donne, giovani o più anziane, descritte minuziosamente nella loro forza di lottare contro le avversità e contro il Male e analizzate amabilmente nelle loro debolezze. In realtà solo la penna e la immedesimazione di una donna poteva regalarci delle protagoniste così sensibili e pronte a recepire l’esistenza di un mondo “altro”, soprannaturale, trascendente, che si manifesta nei racconti e li rende affascinanti. L’inquietudine della normalità si intuisce già a partire dal titolo “La regina delle bambole”, tratto dal primo dei racconti del libro. Qui il lavoro che l’autrice vuole operare sull’animo del lettore e della lettrice, si manifesta chiaramente: il clima delle favole per bambini viene evocato in tutte le sue accezioni magiche e terrificanti visto che, nelle narrazioni dei Fratelli Grimm, la regina è personaggio oscuro e le bambole hanno occhi freddi e misteriosi e spesso sono archetipi testimoni di eventi soprannaturali. Il lettore viene così trasportato vorticosamente nel mondo della scrittrice, mondo all’apparenza reale e tangibile, nella descrizione dei luoghi e della loro storia, mondo che si trasforma durante l’evoluzione della narrazione, prendendo connotati misteriosi e immaginifici. Così Pinerolo, Avigliana, la Val Chisone ed il Musinè diventano porte verso altri universi, luoghi di evocazione e manifestazione di entità antiche ed immortali. Non vi svelerò nulla delle trame e dei personaggi che si muovono negli otto racconti che l’Autrice ha scelto per questo suo brillante esordio letterario. La sensibilità femminile, la naturale propensione della donna a “vedere oltre” è, come dicevo, l’elemento trainante delle vicende in cui risaltano anche la stupidità della ricerca del denaro e l’inutilità della violenza umana. Fantasmi antichi, streghe moderne, diabolici tentatori e serial killer cittadini animano i racconti, popolati anche da poliziotti intriganti e ragazzi mascherati che svaniscono tra le colline. Tutti osservati incessantemente dagli occhi freddi e misteriosi delle bambole della regina, che appaiono inquietanti nel primo racconto. Dopo la lettura di queste pagine quando passeremo nei vicoli di Pinerolo o tra i capannoni del Dinamitificio di Avigliana, quando faremo trekking sui sentieri del Musinè e di Limonetto, o saremo a passeggio nel centro di Torino o sul lungomare di Vallecrosia, certamente troveremo il modo per assaporare nuove, magiche ed insolite sensazioni. Di questo, e di tanto altro, saremo grati a Romana Villari e al suo “La regina delle Bambole”. Claudio Calzoni |