Intervista alla poetessa indonesiana Emmelia Meitry

Oggi le interviste della Gazzetta di Hogwords si affacciano al mondo,toccando terre e confini che abbiamo spesso solo immaginato. Voliamo, con l'ausilio di Internet e della fantasia verso le misteriose ed esotiche terre dell'Indonesia. Incontriamo, con immenso piacere, una poetessa che vive nella città di Bogor, nell'isola di Giava. I nostri orizzonti si stanno allargando sempre più alla ricerca di anime belle, sensibili e profondamente amanti della poesia. 

L'intervista è stata realizzata dal nostro Fabrizio (Postremo Vate) in collaborazione con Norma Bertalmio (che ha fatto le traduzioni dall'inglese, lingua usata per comunicare con la dolcissima Emmelia.
 
Che cosa rappresenta, per te, la Poesia?

La poesia è la culla dei miei pensieri, la mia espressione, la mia libertà.
 
Quando hai iniziato a scrivere poesie?

Ho iniziato all'età di 11 anni.
 
Quali sono i temi ricorrenti delle tue poesie?

Il mio tema attuale è la pandemia di coronavirus.
 
Ti piacerebbe pubblicare un libro di poesie?

Vorrei pubblicare un libro con le mie poesie. Sarei felice se riuscissi a vedere i frutti del mio lavoro.
 
Hai già pubblicato tue poesie su periodici e riviste?

Sì. Ho pubblicato una volta in un giornale locale indonesiano ed alcune volte in un giornale locale italiano, il Nuovo Monviso di Pinerolo, dopo che i miei versi sono stati tradotti in lingua italiana da Norma Bertalmio.
 
Ci sono tanti poeti in Indonesia e a Giava?

Sì, ci sono molti poeti di talento in Indonesia, di tutte le età.
 
Chi è la poetessa Emmelia Meitry?

Sono diventata poetessa dopo la dura esperienza della morte di mio padre quando avevo 10 anni. La mia prima poesia, dedicata a mio padre, venne pubblicata sul bollettino della nostra parrocchia e fu apprezzata. Da allora ho sempre cercato di esprimere i miei sentimenti nell'amore della poesia.

Salutiamo la nostra amica immaginandola avvolta dai fiori di una foresta colorata e festosa, e la ringraziamo per la cortesia ed il sorriso che ci ha regalato.
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Fabrizio Legger, Norma Bertalmio