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Intervista a Mario Izzo e i Get’em Out

Ci sono eventi che hanno la magia di riportare l'anima indietro nel tempo, e scatenare emozioni legate a ricordi antichi. La musica ha poteri straordinari, soprattutto se è legata a momenti particolari della nostra vita. Ecco, nella mia vita, e credo in quella di tanti, la musica dei Genesis ha avuto un posto speciale, un cassetto in cui è rimasta nascosta e che si è aperto di nuovo, almeno per me, qualche mese fa.  Sono un grande appassionato di musica, soprattutto di quella che chiamiamo Prog, nata in Inghilterra e sviluppatasi persino in Italia, tra la fine degli anni sessanta ed i primi anni settanta. Ma non voglio dilungarmi. Sta di fatto che il primo concerto che ho visto da ragazzo è stato , nel febbraio 1974, quello di "Selling England by the pound" dei mitici Genesis di Peter Gabriel, ed è stato a dir poco meraviglioso. Trascinato da una compagnia di carissimi amici appassionati fino alla follia del gruppo Inglese in un locale della collina torinese (Il Peocio di Trofarello) sono andato a vedere il gruppo Get'Em Out e sono rimasto letteralmente folgorato.
Le emozioni di cinquant'anni fa le ho rivissute tutte, ingigantite dalla quantità di tempo passato e dalla consapevolezza delle difficoltà tecniche che queste melodie comportano. 
Inutile dire che il concerto di questi ragazzi mi ha entusiasmato talmente da chiedere al front-man del gruppo un'intervista per la nostra Gazzetta, aperta ad ogni forma d'arte ed alle personalità umane che hanno la capacità di emozionarci. Ecco a voi, lettori, la mia intervista a Mario Izzo ed ai Get'Em Out!
  
Conosciamoci meglio, chi sono i Get’em Out?  Disegnate in un attimo il vostro autoritratto per i nostri lettori. (nome, strumento musicale, ruolo nel gruppo e una piccola definizione personale)
“I Get’em out” sono:
MARIO IZZO: Voce, Flauto, Cymbals (M)
DARIO D’AMORE: Tastiere, Chitarra 12 corde, Cori (D)
GIANLUCA OLIVERI: Chitarre elettriche, acustiche, Sitar (GL)
RENATO GIACOMELLI: Batterie, Percussioni, Cori (R)
GIANFRANCO OLIVERI: Basso, Chitarre elettriche, acustiche, Pedal Bass, Cori (GF)
(M): I Get’em out sono 5 musicisti con la grande passione per il rock prog ed in particolare per la musica dei Genesis, che si può definire come un gruppo di persone molto determinate a ricercare i suoni e le ambientazioni tipiche dei Genesis dell’era Peter Gabriel, curando anche i più minimi particolari in merito alle stesure musicali, alle scenografie e costumi che indossava Peter Gabriel durante gli anni dei primi album de Genesis fino a
“The lamb lies down on Broadway”.

Entriamo nel tema della vostra grande passione: la musica, e soprattutto la musica dei Genesis di cui voi siete una delle più acclamate cover band italiane. Quali sono le esperienze in campo artistico, e le vostre sono tantissime, che amate più raccontare e descrivere ai nostri lettori?
(M): Ogni volta che ci si esibisce è sempre una grande emozione! La musica dei Genesis richiede moltissima concentrazione e, prima, moltissimo studio, per cui ogni volta che ci esibiamo siamo sempre molto preoccupati di dare il massimo, in primis per il pubblico che assiste ai nostri concerti e poi per il rispetto che nutriamo verso la meravigliosa arte dei Genesis. 
(D) In tal senso l’evento al quale possiamo riferire il ricordo più significativo può essere ricondotto al Genesis Day del 2017, fu la prima volta che partecipavamo ad un evento così “specializzato” in ambito Genesis ed avemmo un grande riscontro da parte di un pubblico, naturalmente, molto esigente!
(R) Poi i vari teatri italiani o (pochi) locali nei quali ci esibiamo rappresentano sempre una bella emozione che ci porta a condividere un’esperienza sempre unica con il pubblico, il Peocio a Trofarello (TO) ed il Blue Note di Milano sono per esempio locali nei quali amiamo molto esibirci proprio per la qualità del pubblico con il quale c’è sempre un forte scambio di emozioni. 

Ecco una piccola, e grande, digressione nel passato e nella musica prog. Ci potete parlare del vostro rapporto con la musica, i testi e la teatralità dei Genesis, visto che il vostro bellissimo spettacolo riproduce fedelmente i lavori del gruppo inglese? Sono passati ormai più di cinquant’anni dalla pubblicazione degli album che hanno reso famosi Peter Gabriel e soci, ma questa musica sa fare ancora battere i cuori di molti fans. Voi, che la suonate così bene, interpretandola in tutti i concerti, cosa pensate a riguardo?
(M): La musica, e l’arte in generale, sta attraversando un momento storico, soprattutto in Italia, che purtroppo vede sempre meno persone disposte a reali novità e a recepire nuove sperimentazioni artistiche. La bella sorpresa è riscoprire sempre, ai nostri spettacoli, l’entusiasmo delle persone che partecipano con grande attenzione e curiosità a ciò che vedono. Lo studio della musica è essenziale al fine di eseguire correttamente le parti musicali dei brani dei Genesis, il nostro rapporto con la musica nasce proprio dalla scelta artistica di riproporre, come dici tu fedelmente, le parti musicali delle canzoni proprio come eseguite sui dischi originali, scelta artistica che qualcuno, anche comprensibilmente, potrebbe criticare, ma che a noi sembra essere una forma di rispetto essenziale nei confronti di quei 5 ragazzi che all’epoca hanno dato vita in maniera così straordinaria ad un’ispirazione talmente elevata. Per quanto riguarda i testi, Io che interpreto la figura che fu di Peter Gabriel, mi dedico molto a cercare di trasmettere al pubblico ciò che volevano dire i Genesis, e lo stesso Peter, con le loro canzoni e cerco sempre di spiegare al pubblico prima dei brani il significato delle canzoni, e quello delle iconografie scenografiche e delle allegorie proposte dai Genesis a quel tempo. Essendo (direi) “spontaneamente istrionico” amo molto interpretare ciò che canto attraverso il movimento del corpo, gli sguardi e naturalmente i costumi e cerco di dare anche una “vita” a quei personaggi raccontati da P.G., per far sì che l’immaginazione possa essere accompagnata da una figura fisicamente riconoscibile durante gli spettacoli.

Visto che la Gazzetta è l’organo di informazione ufficiale delle Edizioni Hogwords, ed ha lettrici e lettori molto interessati al rapporto che si instaura tra i personaggi intervistati e i loro interessi letterari, musicali, teatrali, entriamo a gamba tesa nella sua storia personale di ciascuno di voi. Quali sono stati i passi che vi hanno condotti a scegliere la frequentazione delle più sublimi forme d’arte come la musica e il canto? Quale è stato il percorso artistico che vi ha portato ad unirvi nel gruppo, che definire “tributo” è forse relativo?
(D): Lo studio della musica ha sempre fatto parte della mia vita, anche per motivi familiari considerato che i miei genitori erano musicisti, e il passo successivo, quasi naturale, alla partecipazione di formazioni più “Rock” non poteva non passare dal fascino della musica dei Genesis, a tratti fortemente influenzata da melodie e trame di origine classica.
(GF): Dopo anni con i quali abbiamo militato in varie formazioni, comunque perlopiù di impronta prog ci siamo trovati d’accordo con Dario su quanto sarebbe stato bello formare un tributo ai Genesis.
(GL): …Tanto per fare qualcosa di “facile”…! Il cantante è l’unico elemento che in tanti anni abbiamo dovuto cambiare, fino a che Gianfranco non ha pescato Mario. E finalmente abbiamo trovato l’elemento che mancava…
(M): Eccomi qui! Ricordo che i miei compagni d’avventura mi dissero che sarebbe stato impegnativo e che essendo molto meticolosi, non sarebbe stato facile, ma non sapevano quanto in una sfida io possa essere determinato, risoluto e pertinace… (Non mi conoscevano bene!!!) Dopo 5 anni credo che abbiamo tutti scoperto che grande fortuna sia stata trovarci! Sin da bambino ho sempre provato attrazione nei confronti della musica. Non potevo far a meno di toccare la chitarra di qualche amico o parente che magari la teneva esposta su qualche supporto in giro per casa… Ma il ricordo più bello è legato all’organo in legno di mio nonno, quando andavo a trovarlo non potevo far a meno di accenderlo e suonare quei magnifici tasti bianchi e neri, avevo solo 6 anni quando cominciai a schiacciare i tasti di quel meraviglioso strumento capendo come comporre i primi accordi, anche se la maggior parte del tempo lo passavo a schiacciare i vari pulsanti colorati per sentire la trasformazione del suono che usciva da quell’oggetto per me “magico”! In realtà ancora oggi continuo ininterrottamente sempre a fare studio e ricerca sia con la voce che con il flauto, poiché ritengo che nella musica davvero non si smette mai di imparare! Così 5 anni fa, leggendo una mia biografia su internet che riportava questo mio amore per il prog e la descrizione di una timbrica simile a Peter Gabriel o Fish dei Marillion, Gianfranco (Oliveri ndr) mi contattò proponendomi un provino con i Get’em out e quindi iniziò la storia...
 
In confidenza, riuscite a fare diventare la vostra arte una vera professione?
(M): Amo sempre dire “Purtroppo o per fortuna la musica non è il mio mestiere principale”, ma certamente la vivo personalmente e con i Get’em out con grande professionalità!
(GL): Purtroppo in Italia fare il musicista di professione è sempre molto dura… Culturalmente i musicisti non sono quasi mai considerati “lavoratori” e questo rende sempre la cosa molto difficile da far prevalere come fonte di guadagno principale…
(R): Comunque il confine che divide l’artista per passione a quello per professione è molto sottile, fortunatamente quando, come è successo a noi, trovi un gruppo di persone, amici, che hanno la stessa testa e si prefiggono gli stessi obiettivi tutto diventa molto bello e… Professionale!

I vostri cari come si sentono ad avere degli artisti che girano per casa?
(M): E’ un’attività che richiede grande impegno di tempo e risorse e la famiglia è fondamentale per la riuscita dei alcuni progetti che puoi scegliere o meno di portare avanti in ambito musicale. Per il resto è un continuo “sopportare” ore di studio al piano, flauto e canto con il suono costante che proviene dal mio studio! Dei miei 2 figli la prima di 18 anni ha seguito le mie stesse orme e sta studiando da alcuni anni canto anche lei ed è veramente straordinaria!

Potete raccontarci le vostre esperienze in campo musicale al di fuori dei Ge’em Out, il tributo ai Genesis?
(GET’EM OUT): Esperienza comune un po' per tutti è l'esibirsi in tante realtà locali di band Rock/Prog, con anni di concerti e studio alle spalle, sia nel proprio strumento che anche in altri… (p.e. Dario che pur studiando chitarra classica al conservatorio suona preminentemente le tastiere oppure Mario che pur studiando canto moderno con Paul Rosette al Voiceland di Novara aveva, iniziato con il pianoforte classico e successivamente ha studiato anche il Flauto traverso…)
 
Visti gli spettacoli di “Foxtrot” e “Selling England By the pound” che comportano una grande partecipazione scenica del cantante, mi permetto di fare una domanda a Mario Izzo che si cala nella parte del funambolico Peter Gabriel di allora con i suoi travestimenti eccentrici e pieni di significati, spesso non colti dal pubblico non di origine britannica. Secondo lei, caro Mario, quanto può ancora essere attuale l’approccio della musica, dei testi e delle sensazioni sociali e personali evocate dal movimento “progressive” che ha dominato per alcuni anni la scena musicale?  Restando poi sul sentimentale, posso chiederle di confessare quale è il personaggio (delle canzoni) che più ama interpretare?
(M): Sono molto, molto attuali i temi trattati dalla poetica dei Genesis di Peter Gabriel. Come dicevo prima cerco sempre di spiegare al pubblico il significato delle canzoni di allora proprio perché ancora oggi i temi trattati dal funambolico artista in merito al materialismo, all’accidia, all’avidità, alle tante paure dell’essere umano sono ancora molto attuali e veritiere, possiamo riscontrarlo nella vita di tutti giorni. Per esempio quanta gente è disposta alla sofferenza altrui pur di ottenere un proprio interesse? Troviamo queste tematiche espresse in brani come “Get’em out by friday” (Che dà anche il nome alla nostra band ndr). Oppure quante persone sono pronte a giudicare gli altri ignorando (volutamente) le proprie mancanze, stranezze e fissazioni? Come ci raccontano i testi di “I know what I like”. Naturalmente potremmo fare ancora tantissimi esempi, legati anche alla critica sociale che, allora, nasceva dalla generazione dei giovani.
Invece a proposito dei vari personaggi che interpreto e che appartengono a quell’era dei Genesis e che sono molto iconografici e rappresentano ciò di cui abbiamo appena detto, potrei raccontarvi di Magog, il “diavolo” di "Supper’s ready" che è certamente molto interessante in merito a come si possa rappresentare un personaggio che incarna il male. Si presenta al pubblico con una maschera a forma di clessidra a tre facce che, anche cambiando la prospettiva visiva esprime il mistero della forma geometrica e rappresenta il male che troppe volte si veste di altre forme, soprattutto di “bene” causando moltissimi danni e, soprattutto, inganni. Altra splendida maschera è quella del “vecchio Henry” che incarna la figura fisica del corpo umano, dedito alla necessità di soddisfare beni carnali e materiali e, pertanto, inesorabilmente decadente.
La maschera che amo di più indossare è la maschera della “donna volpe”, poiché fu la prima che indossò Peter Gabriel (all’insaputa dei suoi compagni che lo videro entrare in scena a quel modo…) e che noi abbiamo riprodotto perfettamente recuperando, unici in Italia, il disegno originale direttamente dal produttore britannico. 

Ci parli del presente e del futuro. Avete in programma qualche spettacolo da portare in tournee in giro per l’Italia oltre al Tour per il Cinquantenario di “Selling England”? State pensando, provando, scrivendo o organizzando cose nuove, che so la preparazione di “The Lamb lies on Broadway” o un concerto di vostre composizioni?
(M): A breve (il 16 Marzo 2024) ci esibiremo a Bussero (MI) presso “Teatro Spazio Sfera” dove eseguiremo il un estratto di The lamb lies down on Broadway che quest’anno compie 50 anni, ed un estratto del meglio della produzione dei Genesis con Peter Gabriel. Poi il mese successivo saremo a Verona all’Esoteric Pro Audio Theatre (il 20 Aprile) ed il 19 Maggio anticipiamo per la prima volta in questa intervista che suoneremo al Teatro Coccia di Novara per un evento benefico. Invitiamo i nostri amici a seguirci sui social e sul nostro sito WWW.GETEMOUT.IT per restare aggiornati, in particolar modo in merito a quest’ultimo evento che avrà un importante scopo benefico a favore di associazioni che curano diverse realtà legate ai bambini disabili.
In merito alle composizioni inedite personalmente ho in cantiere molti brani inediti in attesa di essere ripresi in futuro, ma avendo necessità di lavorarci tanto avrò ed avremo bisogno di tempo, pertanto per ora continuiamo a dedicarci a tributare il nostro impegno a favore della magnifica arte dei Genesis!

Infine, vi chiedo gentilmente di fare un saluto ai nostri lettori che, da oggi, avranno degli amici da seguire, per rivivere le emozioni provate in quegli anni oppure, se giovani e curiosi, di poter scoprire la colonna sonora, stupenda, degli anni più belli della musica
(M): Un affettuoso saluto a tutti i lettori, appassionati e non dei Genesis, con l’augurio che possiate venire presto ad uno dei nostri spettacoli e che possiate condividere con noi la meravigliosa arte musicale di questa straordinaria band capitanata all’epoca da Peter Gabriel, aiutandoci con la vostra presenza a far rivivere quella magia che solo la musica dei Genesis sa dare! Se vi fa piacere potete seguirci sul nostro sito WWW.GETEMOUT.IT o sulle nostre pagine Facebook ed Instagram (https://www.facebook.com/GetemOutGenesisTribute/ ---  https://www.instagram.com/getem.out/ )
Grazie Mario e grazie ai Get'Em Out per la cortesia.
​Buona musica a tutti. 

Claudio Calzoni



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