Incontro con Enrica Perucchietti. Giornalista e scrittrice torinese.
Da sempre gli scrittori, soprattutto quelli che si interessano di fantascienza e di nuovi, o antichi, modi di avvicinarsi all'evoluzione della natura umana, vivono nella speranza di veder realizzate nella realtà le loro fantasie, che spesso sono incubi feroci. In questi mesi abbiamo avuto un assaggio del futuro che attende l’umanità, tanto che ai lettori più attenti le immagini evocate da grandi romanzieri del passato sono apparse realissime. Il blocco causato dalla Pandemia, per esempio, ha avuto un impatto sulla società umana maggiore di quello mai pensato in ogni film, e si sono evocate spesso le immagini di 1984 di George Orwell o di alcuni romanzi di Asimov, Dick ed altri autori di fantascienza. La stessa peste di Manzoni ha avuto l’onore della cronaca. Il futuro che ci attende è veramente così tremendo e gestito dalle lunghissime mani di poche persone al mondo, non certo raccomandabili? Incontro oggi, ed è un grande onore, la Dottoressa EnricaPerucchietti, scrittrice torinese di fama mondiale, studiosa di esoterismo e sociologia moderna, esperta ricercatrice di fatti ed eventi che rivelano inquietanti ipotesi per il futuro dell’umanità.
-Iniziamo le presentazioni dottoressa, ci parli della sua vita, dei suoi studi, delle sue pubblicazioni. Sono giornalista, scrittrice ed editor. Sono laureata con lode in Filosofia con specializzazione in storia delle religioni. Ho lavorato per sei anni in una emittente televisiva locale, ho collaborato con diverse emittenti nazionali e programmi televisivi come Mistero e La Gabbia, poi ho deciso di dedicarmi al mondo editoriale. A oggi ho all'attivo una trentina di saggi e lavoro come caporedattrice della UNO Editori.
-Molti Autori della nostra Casa Editrice, avendo letto i suoi libri e assistito a parecchie sue conferenze o interviste televisive, la conoscono come donna battagliera, convinta a portar avanti le proprie idee, non certo convenzionali. Come nasce la passione per lo studio di materie così particolari e quanta difficoltà ha avuto a proporsi in un mondo Editoriale e Accademico tradizionalmente conformista e maschilista? Non è stato facile perché l’ambiente è perlopiù composto da uomini e purtroppo posso testimoniare che sopravvivono ancora degli atteggiamenti di diffidenza e superiorità nei confronti delle donne. Conosco molte colleghe valide, ispirate, intelligenti e colte che vengono sottovalutate in virtù del loro genere. Ho cercato nel mio piccolo di sfatare diversi tabù, ma ancora oggi lotto contro i pregiudizi e la presunzione. A volte dobbiamo lavorare il doppio per mostrare che abbiamo gli stessi diritti e pari intelligenza…
-Moltissime sue opere trattano argomenti scomodi, se non addirittura tabù. Ha avuto problemi, in confidenza, a portare avanti le sue tesi sulla carta stampata e nelle tante conferenze? I cosiddetti poteri forti, che lei attacca con tesi inoppugnabili, non hanno mai reagito? Ho avuto molti problemi, dagli insulti alle minacce di morte. Certi ambienti hanno reagito con violenza prendendomi di mira, denigrandomi e attaccandomi e io da un lato, per tutelarmi, ho sempre fatto ricorso alle vie legali, dall’altro ho continuato per la mia strada. Per un breve periodo avevo pensato di smettere e che non valesse la pena proseguire (al contrario di quanto ritiene la gente comune non si guadagna dalla produzione saggistica e le grane superano le soddisfazioni) ma è come se fossi arsa da una specie di vocazione che mi spinge ad andare anche controcorrente pur di cercare di fare informazione e sensibilizzare l’opinione pubblica su alcune tematiche giudicate dai più “scomode”. A volte mi sento un po’ come una novella Cassandra…
-Il Coronavirus, di cui tanto si è scritto anche sulle nostre pagine, è il protagonista della sua ultima fatica Editoriale. Un istant book interessantissimo in cui si analizzano molti aspetti dell’intricata vicenda. Ci suggerisce per quale motivo un lettore dovrebbe apprestarsi a leggere il suo saggio? Perché con il coautore, l’avvocato Luca D’Auria, ricostruiamo gli aspetti rimasti in ombra della genesi e della diffusione della pandemia, la strumentalizzazione della “paura”, la virtualità dell’informazione e come l’emergenza sanitaria rischia di cambiare la nostra vita nei mesi a venire. Diversamente da quello che si può pensare, infatti, a oggi ancora molti aspetti della pandemia sono indeterminati, dalla sua origine alla modalità della sua diffusione.
-Viviamo un’epoca strana, in cui menti sensibili, forse più libere da condizionamenti, cercano di porsi molte domande. Molte di queste nascono sicuramente anche dalla lettura dei suoi libri e di quelli pubblicati da Case Editrici coraggiose come la Uno di Orbassano. Quali sono i rapporti della Scrittrice Enrica Perucchietti con i suoi Editori e, soprattutto, con il suo pubblico di lettori? Il rapporto con i miei editori è ottimo e di stima reciproca. Con i miei lettori cerco di essere sempre disponibile e aperta al dialogo: possono contattarmi attraverso il mio sito o sulla mia pagina ufficiale su Facebook.
-Secondo lei metteranno a tutti i bambini e alle nuove generazioni il chip sottopelle, che sta diventando di moda nei paesi nordici? Quello dei microchip sottocutanei è uno dei temi più delicati e controversi nel campo della controinformazione. Per anni è stato un argomento tabù, tanto scivoloso quanto pericoloso: chi ne parlava veniva screditato, deriso e additato come un pazzo visionario. Negli anni la tematica è tornata più volte alla ribalta, venendo sempre tacciata come l’emblema delle paranoie cospirazioniste. Oggi, invece, come anticipava Lei, i media mainstream hanno sdoganato la tematica, rendendola, non solo “reale” ma persino alla moda. Si fa leva sulla comodità del dispositivo e dalla Svezia sta dilagando in tutto l’Occidente una nuova tendenza: farsi impiantare un microchip sottopelle contenente password, Pin, dati delle carte di credito, abbonamenti ai mezzi pubblici, biglietti del treno, chiavi di accesso a musei o altri edifici. Inoltre, recentemente la Biohax ha deciso di sbarcare con il mercato dei sensori biometrici anche in Italia e sta aspettando l’approvazione delle autorità sanitarie e del Ministero della Salute per impiantare chip sottocutanei a circa 2500 cittadini tra Milano e Roma. La progressiva diffusione dei chip non sta avvenendo ovviamente in modo coercitivo (l’obbligo spingerebbe la popolazione a ribellarsi) ma incentivando le persone a farseli impiantare in modo volontario. Si vuole diffondere l’idea nell'opinione pubblica che un chip sottocutaneo sia utile e comodo e che con esso si possano saltare le code alle casse, utilizzare la propria mano come badge ed eliminare password, tessere e contanti. E ovviamente contrastare l’evasione fiscale. Ora è evidente che si stia abituando per gradi l’opinione pubblica ad accettare una nuova modalità per il controllo e la sorveglianza tecnologica, perché il chippaggio apre a conseguenze e modalità che non sono state adeguatamente prese in considerazione e discusse. Non escludo che tra una decina di anni i chip saranno qualcosa di “normale” e che l’identità digitale, fin dalla nascita, passi attraverso l’inserimento di dispositivi biometrici sottopelle.
-Le famiglie (potentati economici) che ora, segretamente, hanno in mano il destino del mondo potranno sentirsi completamente soddisfatte della potenza ottenuta? Ci troviamo di fronte a un mix di potere, controllo, manipolazione e sorveglianza tecnologica. Le élite tecnocratiche, pur mantenendo delle differenze profonde, condividono però una visione mondialista simile con dei punti cardine comuni. L’esaltazione per una tecnologia in apparenza democratica porta inoltre con sé il rischio di creare una società distopica divisa in caste, in cui solo i super ricchi potranno avere accesso a determinati servizi e cure mediche specifiche, mentre le masse saranno ipercontrollate, iperconnesse e schiavizzate.
-La battaglia senza confine tra i democratici e Trump in America è solo il preludio della lotta tra il Male assoluto dei satanisti e le forze del Bene (lo ammettiamo, siamo incuriositi da QAnon)? Spero di sbagliarmi ma QAnon mi sembra l’ennesimo cavallo di Troia, una psyops per poter convogliare il dissenso e strumentalizzarlo.
-Qualche lettore potrebbe sorridere. Certo queste domande non sono assolutamente gettate a caso nel mare magnum delle nullità della rete e non so quanto possa essere giusto pubblicarle, e ancor più giusto pubblicare o meno le risposte. Ma, prima o poi, tutta l’umanità, come dice spesso lei, in qualche modo dovrà svegliarsi e iniziare a capire dove sta per essere condotta. Non so quale sia la strada giusta per aiutare il mondo. Lei ha una risposta, un consiglio da dare a chi vuole, veramente, iniziare a vedere le cose come stanno? Non esiste una strada facile e veloce da percorrere per liberarsi dalla manipolazione e dal giogo del potere. Nel mio piccolo cerco di offrire dati e informazioni, mostrare quale potrebbe essere il nostro futuro e le conseguenze di certe scelte che spesso siamo spinti a fare indotti dalla paura o dalla passività. Non sono né un guru né un politico pertanto il mio invito è di tornare a esercitare il proprio pensiero critico per emanciparsi dalle menzogne del potere, diffidare dalla propaganda che rischia quotidianamente di soverchiarci, essere messo passivi di fronte all'autorità e ai mezzi di informazione mainstream. Dobbiamo lavorare su noi stessi, imparare di nuovo ad affinare le nostre capacità di discernimento e di senso critico. Se non vogliamo ritrovarci in una società distopica come quelle immaginate da saggisti e romanzieri visionari, siamo ancora in tempo a “svegliarci” e riappropriarci del nostro futuro, sapendo che citando George Orwell, «vedere ciò che si trova davanti al nostro naso richiede un impegno costante». Anche la libertà, come la verità, richiede un impegno costante.
I bagliori di un meraviglioso tramonto di fine maggio accompagnano le ultime frasi della Dottoressa. La città, questa Torino così ferita da tempo e ancor più in ginocchio in questa emergenza pandemica, risplende di una luce comunque rasserenante, quasi magica. Ci salutiamo, nella speranza di continuare a cercare di restare liberi e perseverare nel tenere sveglio chi non vuole cadere nelle reti tese dai potenti. Ringrazio e saluto per la cortesia e la simpatia dimostratami la Dottoressa Enrica Perucchietti. Nubi rosse avvolgono l'azzurro del cielo. Troveremo la forza, per andare avanti nella ricerca, ne sono certo.