Incontro con il Presidente di "Monginevro Cultura", Sergio Donna.Sergio Donna nato a Torino nel 1949, è un cultore della lingua e della cultura piemontese. È presidente dell'associazione "Monginevro Cultura" ed è autore di racconti, saggi e poesie, sia in lingua italiana, sia in lingua piemontese, tra cui, la silloge poetica "Laeta Carmina", il libro "Epigrafi sui palazzi di Torino", il libro "Le antiche fabbriche di Borgo San Paolo", il libro di poesie "Ciameje nen Haiku", ovvero, "Non chiamateli Haiku". Ha partecipato con successo a molti concorsi di poesia ed è presidente della Giuria del Premio Letterario "Lampi di Poesia", di cui è il fondatore. Sergio Donna è un poeta del nostro tempo che non dimentica le tradizioni. CHI È SERGIO DONNA? Io sono un uomo e un poeta della contemporaneità, che vive la vita seguendo la sua evoluzione ma con un grande senso di rispetto per quanto riguarda il nostro passato. CHE COSA RAPPRESENTA, LA POESIA, PER SERGIO DONNA? La Poesia è la lingua dell'anima, è l'espressione più profonda di noi stessi, è una finestra del nostro spirito che si schiude sulle meraviglie del mondo. QUALI SONO I POETI CHE HANNO CONTRIBUITO MAGGIORMENTE ALLA TUA FORMAZIONE CULTURALE E SPIRITUALE? I grandi poeti romantici e quelli del secondo Ottocento italiano, in particolare Carducci e Pascoli, Guido Gozzano (che è il mio preferito), ma anche poeti ritenuti minori, quali Angelo Silvio Novaro e Sergio Corazzini. E anche, come poeta settecentesco, il nostro Vittorio Alfieri. COSA PENSI A PROPOSITO DELLA CULTURA NELL'ITALIA DI OGGI? Direi che la Cultura, oggi, è davvero troppo sacrificata, sia a livello politico, sia a livello didattico. Noto che c'è una certa "trascuratezza" nei confronti di tutto ciò che concerne la formazione umanistica e un vero e proprio decadimento culturale in ambito scolastico, a partire dal fatto che si è del tutto abbandonato l'insegnamento della poesia nelle aule scolastiche. Questo mi amareggia molto ed è davvero preoccupante. PERCHÉ È IMPORTANTE CONOSCERE LA LINGUA DELLA PROPRIA REGIONE? Perché nella lingua della propria terra di origine ci sono le radici vere e autentiche della nostra cultura. Questo amore per la nostra lingua, però, non deve mai essere visto o inteso come una "chiusura" agli altri. È, invece, la preziosissima tessera di un mosaico universale ben più ampio. Conoscere bene la propria lingua nativa e la propria cultura ci aiuta per aprirci al confronto con le altre culture del mondo, è uno strumento che arricchisce e amplia i nostri orizzonti, predisponendoci al confronto. È la lingua dei nostri padri e dei nostri avi, quella delle nostre radici e della nostra identità e merita dunque un profondo rispetto. QUALE MESSAGGIO VUOI COMUNICARE AI GIOVANI E A COLORO CHE INTENDONO INIZIARE LA PRATICA DELLA POESIA? Innanzitutto, leggere e conoscere, studiare bene la poesia e imparare a memoria certi testi poetici, perché sono formativi per il percorso culturale del singolo individuo. Mi riferisco soprattutto alla scuola: nelle elementari e nelle medie, almeno, bisognerebbe ritornare a far studiare i poeti della nostra tradizione italiana, che è davvero di tutto rispetto. Fabrizio Legger (Postremo Vate) |