Intervista a Danilo TacchinoIncontro l'eclettico scrittore, musicista, Poeta Danilo Tacchino in Piazza Statuto, a Torino. Partendo dai giardini sotto al monumento, così carico di riferimenti esoterici, dedicato al traforo del Frejus, iniziamo una passeggiata pomeridiana per le vie della nostra città, chiacchierando e confessandoci un po', ricordando i momenti di una lunga amicizia. La Magia di Torino ci accompagna a ogni angolo. Ci sediamo al tavolino di un bar. Inizio a porre le domande per la nostra intervista.
Chi è in fondo Danilo Tacchino? Ora sono il Direttore Letterario di Arte Città Amica, una delle più importanti Associazioni Culturali Torinesi, che dedica i propri sforzi a promuovere le Arti figurative e Letterarie sul territorio. Lavoro come Coordinatore del Premio Letterario che l’Associazione porta avanti dal 2004. Questo Premio è diventato veramente importante a livello Nazionale e sono orgoglioso di questa attività, che mi è stata offerta dal mio interesse per la Letteratura e l’Arte in generale. In fondo, mi sento una persona che pensa, che si emoziona, che cerca risposte alla sua presenza in questa vita. Una persona che ha bisogno di creare, suonare, cantare, scrivere, sognare con lo scopo di credere in sé stesso ma in forte comunione con tutti quelli che, condividendo le mie stesse passioni, diventano automaticamente amici e colleghi nella ricerca. Come è nata la tua passione per la scrittura? Ho fatto i miei primi tentativi di scrivere versi all’età di 11 anni e nei seguenti tre anni di scuole medie che ho passato nell’Istituto dei Salesiani di Lombriasco. Vivevo da collegiale interno, quindi lontano dalla famiglia che vedevo solo a volte nei fine settimana. I miei genitori lavoravano incessantemente, venivano raramente a trovarmi e quella solitudine che sentivo veniva affievolita dal bisogno di sognare, pensare e scrivere sulla carta piccoli e semplici pensieri in forma poetica. Quando hai pubblicato il tuo primo libro e quali sono state le tue emozioni nel tenerlo tra le mani? Era il 1983, quando pubblicai la mia prima silloge di Poesie intitolata “La nuova ragione, poesie scientifico- tecnologiche”. Avevo conosciuto il critico e scrittore Massimo Centini, ora uno dei più importanti antropologi italiani. Diventammo subito amici. Era un periodo in cui a 25 anni, avevo intrapreso la carriera di tecnico elettronico che però faceva a pugni con il mio interesse appassionato verso la scrittura. Pensai quindi che fosse estremamente innovativo fondere la vita e la visione di un tecnico nelle parole e nei sentimenti della Letteratura e in questo Massimo mi spronò per comporre e pubblicare un testo consono a questa finalità. Da allora hai pubblicato altri libri? Si, dapprima altre sillogi poetiche sempre sullo stile scientifico tecnologico. Poi, il mio percorso di vita mi ha portato ad allargare la mia personale visione nell’interagire delle due Culture, intesa come unica ricerca alle risposte della vita, senza etichettare e dividere la scienza e la tecnologia dall’Humanitas. Secondo me una parzializzazione filosofica, una separazione netta tra le discipline umane è totalmente inutile visto che tutto lo scibile umano è indirizzato a un’unica ricerca, quella di capire al meglio la vita e viverla al massimo. Con queste premesse sono riuscito a Laurearmi nel 1997 in Lettere moderne all’Università di Torino. Poi, sempre nel 1997, ho avuto un’altra svolta diretta alla scrittura del cosiddetto saggio divulgativo. Ho pensato di mettere sulla carta il mio interesse verso il mistero e la cosiddetta “ultima frontiera”. In quel periodo ero anche diventato uno dei referenti del Centro Ufologico Nazionale in Piemonte e i miei interessi spaziavano, nel vero senso della parola, tra le stelle, le antiche civiltà e la tecnologia più moderna. Ecco apparire il mio primo saggio sugli UFO e sui misteri che aleggiano intorno all’argomento. Si intitolava “L’enigma degli oggetti volanti”. Ne ho scritti altri su questo appassionante argomento, ricordo “Antropologia degli Alieni”, scritto con Massimo Centini e Davide Ghezzo e l’ultimo del 2017 sugli “Ufo in Piemonte”. Poi ho scritto altri saggi, nati dagli interessi legati alla frequentazione di amici scrittori e alle mie origini liguri, sui Misteri della Torino Magica e sui Misteri e sulle tradizioni della Liguria. Ultimamente mi sono cimentato anche nella narrativa scrivendo racconti e una tetralogia storica su Annibale in Piemonte. Quale è stato il tuo ultimo libro pubblicato da Hogwords? In verità, in tempi recenti, Hogwords ha pubblicato due miei libri importanti che sono una ripresa e una rivisitazione dei miei interessi precedenti. Il testo di Poesie “Homo Faber” scritto insieme all’amico Vincenzo Cirneco, che voleva riprendere in Poesia il percorso di crescita tecnologica e scientifica. Il testo si snoda partendo dalla preistoria, periodo sviluppato da Cirneco, sino a giungere a oggi passando nell’evoluzione delle varie rivoluzioni industriali (capitoli che ho sviluppato io). Vorrei citare cronologicamente l’ultimo, pubblicato per ora come Ebook e che ha avuto un discreto successo di vendite. E’ il romanzo “L’Impresa titanica” che nasce e si sviluppa come una rivisitazione, sotto forma di racconto, della tetralogia di Annibale in Piemonte, una mia vecchia opera. Hai pubblicato altri libri con Hogwords? Si, un altro testo di Poesie che completa la mia ricerca sulle Poesie scientifico tecnologiche; si intitola “Tecnomuse”. Quali sono i motivi per cui li hai scritti e quali sono state le motivazioni e le ispirazioni? In parte li ho già esplicati prima ma vorrei ribadire come la ricerca di spiegare il mistero della vita si articoli nei miei scritti attraverso una visione molto più umanistica in cui il linguaggio Poetico si presta bene per addentrarsi oltre i fatti e raggiungere i sentimenti. I tuoi cari come si sentono ad avere uno scrittore in casa? Mia madre, che è mancata nel 1997, ha avuto modo di condividere con me questa passione. Con tenerezza ricordo che anche lei si era messa a scrivere dei testi Poetici, rimasti nel cassetto, che conservo gelosamente. Devo dire che la mia passione verso la scrittura si è delineata nelle conoscenze e nelle amicizie sviluppate negli anni, che hanno influito sulle mie ispirazioni, sulle mie realizzazioni. Devo quindi ringraziare molto le persone a me più vicine, che poi alla fine ora sono gli amici, quelli più veri e sinceri. Quali sono i tuoi rapporti con la Casa Editrice di Pier Giorgio Tomatis? Il nostro è un rapporto che si è rinsaldato negli anni, anche grazie alla presenza di Pier Giorgio nella giuria del Premio Letterario Metropoli di Torino dell’Associazione Arte Città Amica, del quale io sono il Coordinatore. In questo ambito devo dire che le idee editoriali di sviluppo e di marketing di Pier Giorgio hanno dato un nuovo e buon impulso al diffondersi della conoscenza e della visibilità del nostro Premio Letterario verso nuovi Autori, sempre più importanti e affermati. Ti senti di dare qualche consiglio ai lettori e ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera? La scrittura è la base per mettere a fuoco i propri pensieri e sviluppare le concezioni delle proprie esperienze. Se la parola è verbo, cioè forza vibrante delle sensazioni del proprio esistere, la scrittura deve essere lo strumento per permeare e indicare nelle proprie esperienze, il desiderio di vivere. Leggere per conoscere è importantissimo ma deve essere fatto con coscienza, preparandosi al meglio nella scelta di ciò che si vuole conoscere attraverso le sensazioni delle proprie passioni. Per scrivere non basta conoscere la grammatica e la lingua ma bisogna riconoscere il proprio stile, la propria musicalità, perché diviene fondamentale per trasmettere agli altri sensazioni e concetti innovativi. Parlaci del futuro, stai scrivendo o pensando a opere nuove? Ora, oltre a impegnarmi nel pubblicizzare il testo “L’impresa Titanica” su Annibale, ho in programma la pubblicazione di un libro sul folclore e le tradizioni dei territori montani del Nord Ovest italiano, ovverossia delle regioni Piemonte, Liguria e Val d’Aosta, con lo scopo di evidenziare le possibili similitudini rituali, antropologiche, tradizionali, religiose e mistiche dei vari territori. Ho poi un progetto di narrativa importante, sto pensando di scrivere un romanzo di fantascienza che avrà l’obiettivo di far risaltare l’Humanitas come segno di unificazione e di crescita verso qualsiasi ipotesi di vita intelligente aliena, tesa verso la scoperta dell’Universo. Ho poi in previsione, nel lungo periodo, un altro saggio sui fatti, fattacci e delitti della Liguria. Non smetto certo di creare e di scrivere racconti storici di vario genere dal fantastico al noir. Inoltre, un mio desiderio che non so se riuscirò a concretizzare, sarebbe quello di scrivere un testo di sensazioni musicali. Sono anche un appassionato musicista, che suona la tromba in varie filarmoniche piemontesi, e mi piacerebbe trovare un giusto rapporto tra la parola e il suono ma questa, parodiando Conan il barbaro, è un’altra storia… Il buio del pomeriggio inoltrato ci sorprende. Il freddo non ci impedisce di cercare un posto da cui si possa vedere uno squarcio di cielo. Alziamo lo sguardo, alla ricerca di qualcosa di strano, di nuovo, di alieno. Passa veloce una meteora, una luce improvvisa. Non siamo che piccoli abitanti di un piccolo pianeta in un immenso Universo e non siamo i soli. Danilo sorride e saluta. Ringrazio l'esperto di Ufologia, lo scrittore di storie e misteri, il musicista sorridente, l'amico sincero per il bel pomeriggio, che mi ha fatto, ci ha fatto, passare. Claudio Calzoni |