Intervista alla professoressa Lucia Bonato della casa editrice ClaviluxHo incontrato la professoressa Lucia Bonato il 24 giugno 2021 a Torino, in occasione di Portici di Carta. I banchetti delle case editrici Hogwords e Clavilux erano confinanti e, tra la visita di qualche amico, la presenza graditissima di molti clienti e qualche discorso sulle nostre esperienze letterarie abbiamo preso accordo per una intervista che, nonostante qualche piccolo ritardo è stata finalmente resa possibile. Sono certo che i lettori della Gazzetta di Hogwords saranno felici, come lo sono stato io, di fare la conoscenza della professoressa editrice. Buongiorno, Lucia, per favore ci può presentare la vostra casa editrice? Quali sono i motivi per cui è nata, quali le finalità, gli scopi e le modalità per raggiungere i risultati che vi ponete. Buongiorno a voi! Per presentare la casa editrice, dobbiamo risalire indietro nel tempo di ormai più di vent’anni e “zoomare” su Moretta (CN), su un gruppo di amici diversi per professione ma accomunati dalla passione per la pagina scritta. L’idea, geniale e un po’ folle, era di stimolare e dare voce (o piuttosto inchiostro) alla vena creativa della “granda” dunque soprattutto, ma non solo, agli autori locali, e infatti siamo nati con Storie di masche, braccianti e vagabondi per poi continuare con altre storie legate al territorio. Nel tempo il catalogo si è aperto ad altri generi, dal romanzo poliziesco-esistenziale ai viaggi in moto, a innovative esperienze didattiche, alla saggistica. Se pure a livello organizzativo e commerciale ci collochiamo in una nicchia amatoriale, il nostro impegno è caratterizzato da estrema professionalità nell’accompagnamento degli autori e nell’attenta revisione dei testi. Il nostro nome è stato suggerito da uno dei soci fondatori. Il Clavilux è un organo presentato circa cent’anni fa a New York da Thomas Wilfred; grazie a un complicato meccanismo, trasforma in luci e immagini le frequenze sonore prodotte dalla musica, una sorta di sinestesia che ci piace perché è un arcobaleno sonoro, come noi siamo una tavolozza di generi diversi. Modus operandi? Beh, non è facile coniugare le attività professionali dei soci con l’impegno editoriale. Riceviamo parecchi manoscritti (di “mano”, ovviamente non c’è più traccia, potremmo chiamarli digitoscritti?) a volte interessanti, a volte da cestinare dopo le prime pagine. Abbiamo un comitato di lettori che ci danno una mano a selezionarli, ma non sforniamo grandi numeri e su questo abbiamo deciso di mantenerci. Se non le dispiace può parlarci anche un po’ di lei disegnandoci magari a parole un suo piccolo autoritratto? Ci può raccontare i motivi che l’hanno convinta a fare parte del progetto della casa editrice? Insegnante di lingue, patologicamente appassionata del mio lavoro, mi piace giocare con le parole e a volte anche cimentarmi nella ricerca della parola giusta per tradurre un testo, un poeta o una canzone, comunicare un pensiero o un sentimento. Mi è sempre piaciuto accendere scintille e proporre ai giovani strumenti per crescere; le lingue sono un veicolo privilegiato in questo senso. Ho insegnato francese a Torino e italiano in Francia, Guatemala ed Egitto. Ho sempre cercato di dare il meglio di me a livello professionale e umano, ricevendo in cambio un’esperienza professionale, culturale e di vita assolutamente impagabile. Ho partecipato con entusiasmo alla fondazione di Clavilux. Per circa quindici anni ho pubblicato vari testi per lo più scolastici e di ricerca universitaria, tutti in ambito francofono, e mi stuzzicava l’idea di stare anche dall’altra parte e diventare editore. La destinazione all’estero ha ovviamente cambiato la mia vita, ho quasi smesso di scrivere e ho iniziato a far scrivere gli altri e, grazie a questo, Clavilux si è internazionalizzata con una piccola sezione in lingua spagnola che conta già tre titoli, e un autore egiziano. Può raccontarci una piccola storia relativa alla vostra attività, magari aggiungendo qualche piccolo aneddoto particolarmente significativo del lavoro svolto? In questi vent’anni abbiamo avuto qualche bella soddisfazione: il primo libro pubblicato è arrivato alla terza ristampa, un libro dell’area didattica è stato adottato in una scuola di cinema e un altro ha avuto riscontri lusinghieri. Uno dei nostri titoli, Soffio di vento, è stato presentato al Senato della Repubblica, nella cui biblioteca figurano anche altri nostri titoli. Il lancio di questo libro è stato legato all’inaugurazione in un vigneto di Canale di una panchina gigante tutta rosa (colore simbolo della lotta contro i tumori femminili). Grazie a Clavilux abbiamo fomentato entusiasmi e legato nuove amicizie, raccontato storie di vita vera, e anche di Storia, che ci hanno emozionati e commossi, ma soprattutto che ci fanno riflettere. Guatemala, la divina tragedia, (in lingua spagnola) merita due parole in più: grazie a questo libro l’autore, studente di antropologia e dei miei corsi di italiano all’università di Guatemala, ha ritrovato forza ed entusiasmo per lottare fino alla fine contro la malattia (e la povertà) che lo minava da anni e che ora se l’è portato via. Durante i mesi in cui ne abbiamo curato la stesura, ho visto riaccendersi il sorriso e il desiderio di vivere fino in fondo un’esperienza per lui inattesa. La presentazione del libro è stata memorabile, tra il pubblico c’era tutto il suo quartiere vestito a festa ad ascoltare la lettura di alcuni testi accompagnati da chitarra e canzoni. Julio aveva la felicità stampata sul viso. Sappiamo tutti che la pandemia di Covid 19 ha rivoluzionato le carte in ogni attività. Ci parli di voi “prima” del Covid e “dopo” il Covid (sempre che ci possa essere un “dopo”). Cosa è cambiato durante la pandemia? Come vi siete attrezzati per rimanere attivi? Quali sono stati i provvedimenti che avete dovuto prendere per continuare ad operare? Indubbiamente è stato un periodo difficile che, per vari motivi professionali e personali, ha rallentato la nostra attività. L’esame e la valutazione dei testi, la preparazione della pubblicazione sono sempre continuati a distanza, ma le presentazioni ridotte a zero sono state un grosso ostacolo alla crescita. Pensando al rilancio e riflettendo sul passato, abbiamo capito che la classica presentazione-intervista all’autore non funziona più e che dobbiamo trovare una nuova formula, più attraente. Ci stiamo attrezzando e abbiamo già fatto una bella esperienza al Salone del libro con una presentazione musicata, in cui l’autore presentava il libro leggendo e cantando. Sicuramente avete molti progetti per il futuro. I nostri lettori, che sono molto curiosi e particolarmente interessati a conoscerli, cosa devono aspettarsi e come potranno seguirli? Partecipiamo regolarmente, e dunque anche quest’anno, al Salone del libro e a Portici di carta con altri piccoli editori piemontesi. Abbiamo in uscita qualche titolo stuzzicante e vogliamo sfruttarne appieno il potenziale: viaggi in moto, storie di carcere e un fantasy appassionante “girato” sulle montagne del torinese. Per seguirci o per scriverci potete contattarci su www.Clavilux.it [email protected] Claudio Calzoni |
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