Intervista al Maestro Fabio Rinaudo, fondatore del gruppo Birkin Tree.Incontro il Maestro Fabio Rinaudo, fondatore e solista del gruppo Birkin Tree, al termine di un bellissimo concerto appena concluso in una nota località del ponente ligure. Il vento fresco della notte agita il mare vicino. Certo l’atmosfera magica del concerto è ancora nell’aria: i suoni della cornamusa, del violino, dei flauti e delle chitarre, la splendida voce della cantante solista e le belle coreografie del balletto di ragazze che hanno accompagnato l’esibizione del gruppo hanno trasportato il pubblico in altri lidi, sulle spiagge e sui prati erbosi d’Irlanda o tra le Highlands scozzesi.
Fondati nel 1982 da Fabio Rinaudo e Daniele Caronna, i BIRKIN TREE hanno studiato con passione e serietà il repertorio della musica tradizionale irlandese con ripetuti soggiorni sull'isola. Nel corso degli anni il gruppo ha avuto modo di frequentare e suonare con alcuni importanti musicisti irlandesi, fra i quali segnaliamo Martin Hayes, Cyril O'Donoghue, Mick O'Brien, The Chieftains. Ha accompagnato, nelle loro tournée italiane, il celebre suonatore di cornamusa Liam O'Flynn e il duo Martin Hayes / Dennis Cahill. I BIRKIN TREE hanno partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche per Rai, RTS Svizzera, Telemontecarlo, Radio Capodistria, Tele più, RTE Radio Nazionale Irlandese, Radio Kerry e Radio Clare. E' stato l'unico gruppo italiano ad avere compiuto due tournée ufficiali in Irlanda (1997 e 1998) ed ha partecipato a numerosi festival locali (Feakle, Glencolumbeille, Caberciveen, Granard, Keadue). Il loro primo disco, Continental Reel, è stato pubblicato nel 1996, è stato giudicato miglior disco del biennio 95/97 dalla rivista italiana specializzata Folk Bulletin, con un notevole successo. Ecco i loro dischi Continental Reel (1999) A Cheap Present (1999) 3(Three) (2003) Virginia (2010) Five seasons (2019). Il Maestro Fabio Rinaudo, felice per la riuscita della serata, si siede accanto a me, sul muretto che delimita la spiaggia ed inizia a rispondere alle mie domande. Buonasera, per favore ci può presentare il suo gruppo musicale e come è nata la passione per la musica folkloristica irlandese? La passione per la musica in generale, e per quella popolare irlandese, è nata sin dalla mia giovinezza e molti anni fa sono stato particolarmente affascinato dalla bellezza e dall'originalità dei suoni delle terre e dei popoli del nord. Con qualche amico appassionato come me ho iniziato a studiare i ritmi e le melodie, così è nato il gruppo, che ha coinvolto, negli anni, molti componenti. Se non le dispiace può parlarci anche un po’ di lei disegnandoci magari un suo piccolo autoritratto? Ci può raccontare i motivi che l’hanno convinta a fondare il gruppo? Quanto è importante la musica nella sua vita? Mi sono avvicinato alla musica da bambino e, intorno ai dieci anni, ho iniziato a suonare il pianoforte. Ho poi studiato flauto e la musica è diventata parte integrante della mia vita, della mia maturazione personale. Ho scoperto la bellezza e la spontaneità della musica popolare, ed ho iniziato a studiarla con profitto e dedizione. Con i Birkin Tree ho cercato di portare in Italia i suoni e le atmosfere della musica irlandese, mentre con il gruppo dei Liguriani porto sul palco le sonorità della mia terra di origine. La musica, per me, è la fonte per attingere le forze e il vigore mentale necessario per continuare la ricerca, per portare avanti il mio viaggio, arricchire la mia esperienza e la mia necessità di imparare. Non mi sento un’artista, sono un artigiano sempre alla ricerca della mia maturazione e mi ritengo fortunato quando, durante i concerti, riesco a coinvolgere gli ascoltatori ed a fare aprire i cuori e far volare la fantasia del pubblico. Ho avuto la fortuna di incontrare e di poter suonare e condividere le esperienze musicali con grandi musicisti irlandesi, scozzesi ed inglesi. Il nostro gruppo è uno dei pochi complessi italiani ad avere suonato in Irlanda, al fianco di professionisti di grido, e non è stata certo un’impresa facile. A questo punto il nostro discorso prende una strada lunghissima e particolare. Il Maestro mi racconta di come a sedici anni suonasse il basso in un gruppo rock ligure e di come sia nata in lui la passione per la musica popolare, la musica della gente legata ai territori. Assisto, ascoltando le sue sapienti parole, ad una vera lezione di filologia musicale di cui sarò sempre grato. Il Maestro mi parla di come, a differenza di quello che è successo nella cultura italiana, la musica popolare del nord Europa abbia avuto successo in campo editoriale già dal ‘700 e di come, nell’epoca del romanticismo, i valori culturali della storia e dell’unificazione dei popoli abbiano coinvolto molti studiosi interessati a riportare in auge anche gli antichi testi e le melodie più radicate. Oggi si possono trovare molte pubblicazioni antiche che riportano fedelmente danze e canti popolari del mondo anglosassone e celtico che erano abitualmente suonate dai musicisti delle corti, del ceto medio e del popolo mentre nella cultura musicale italiana il canto, il melodramma, prendeva il sopravvento e tacitava le voci della musica del popolo e dei contadini. Il Maestro, sulla mia sollecitazione riguardante il grande successo del folk-rock dei primi anni Settanta, iniziato in Inghilterra e ampliato dalla ricerca e dalle innovazioni di Alan Stivell, mi dice, testualmente che, per lui, il genere ormai è morto e sepolto. Secondo il suo punto di vista, quella visione della musica era troppo “spuria” per durare nel tempo mentre il respiro della musica popolare e dei suoi suoni originali e legati agli strumenti disponibili nei tempi e nei luoghi in cui si è sviluppata toccherà per sempre i cuori della gente. Suonare la musica popolare non è facile. Le partiture dei grandi maestri della musica classica, ad esempio, anche se suonate semplicemente come sono scritte hanno una valenza di bellezza e di impatto musicale enorme. Certo l’interpretazione, l’orchestrazione, la dettatura dei tempi dei grandi direttori d’orchestra rendono ancor più belle e meravigliose le opere dell’ingegno dei maestri. Per la musica popolare, soprattutto per quella irlandese, invece leggere e suonare le note scritte non basta. Occorre entrare nell’anima della musica, nel cuore della gente che la suonava ed in quello degli ascoltatori, di chi ballava a quei ritmi, di chi cantava e sognava, rideva o si intristiva ascoltando quelle melodie struggenti. Occorre conoscere il respiro del popolo e della natura che avvolge e chiama, crea la poesia della musica. Ed il concerto è l’atto finale, il momento del coinvolgimento del pubblico, il tempo della festa e della libertà dell’immaginazione. Sappiamo tutti che la pandemia di Covid 19 ha rivoluzionato le carte in ogni attività. Ci parli di voi “prima” del Covid e “dopo” il Covid (sempre che ci possa essere un “dopo”). Cosa è cambiato durante la pandemia? Come vi siete attrezzati per rimanere attivi? È stato difficile tornare a suonare in pubblico? Siamo rimasti in contatto tra di noi durante il periodo di lockdown ed ora proseguiamo il nostro viaggio cercando di prendere tutte le precauzioni necessarie a tutelare la salute del pubblico e la nostra. Le note della nostra musica e la passione che proviamo per lei ci aiuteranno, ed aiuteranno tutti a ritrovare la serenità necessaria ad andare avanti. Del resto, la musica è sempre andata avanti ed ha portato avanti le emozioni e la storia dei popoli. Sicuramente avete molti progetti per il futuro. I nostri lettori, che sono molto curiosi e particolarmente interessati a conoscerli, cosa devono aspettarsi e come possono continuare a seguirvi? Abbiamo in programma alcuni concerti per l’estate, suoneremo in giro per l’Italia, se i lettori vogliono seguirci troveranno tutte le informazioni sul nostro profilo Facebook Birkin Tree. Inoltre, stiamo lavorando ad un nuovo disco che conterrà alcuni brani della tradizione irlandese e scozzese e qualche mia composizione. Il rumore delle onde sulla battigia è sempre più forte, il vento è fresco e trasporta profumi e sensazioni lontane nel tempo e nello spazio. La musica ha poteri incredibili, sa evocare emozioni e sensazioni che possono definirsi ancestrali, voci e melodie che nascono dal cuore e dall’anima degli uomini. Saluto il Maestro Fabio Rinaudo ringraziandolo per la cortesia, la gentilezza e la grande disponibilità dimostrata verso i lettori della Gazzetta di Hogwords. Saluto i Birkin Tree e la loro bellissima musica nella speranza di assistere al più presto ad un loro concerto, magari in Piemonte. Buona serata a tutti e buona musica. Claudio Calzoni |