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Altre belle recensioni dei libri della Casa Editrice Hogwords

Anche oggi pubblichiamo con piacere alcune recensioni, scritte da lettori interessati e critici di chiara fama, di alcuni libri pubblicati dalla Casa Editrice Hogwords. Sicuramente il passaparola, il consiglio disinteressato è una grandissima leva per promuovere e pubblicizzare i propri lavori. Questa rivista, quindi, sarà sempre pronta a dare voce ai tanti lettori, ai critici, ai semplici appassionati, che vogliano condividere le esperienze e le emozioni suscitate dalla lettura dei nostri libri e che, disinteressatamente, li desiderino consigliare ad un pubblico più vasto.
Buona lettura. 
​Claudio Calzoni
 

La Vita è piena di Sorprese di Giuseppina Valla
​

LA VITA E’ PIENA DI SORPRESE
di Giuseppina Valla

​Una narrazione avvincente, quasi un giallo, il cui filo conduttore è l’attesa di una telefonata da parte di Ada, la protagonista, sessantenne sola per scelta anche se poi si scoprirà che non è esattamente così, che ha impostato solo su se stessa allontanando gli altri, la sua vita.
L’attesa di questa telefonata le fa ripercorrere i sentimenti, i dolori che hanno condizionato questa sua disperata voglia di bastare a se stessa senza punti affettivi di riferimento presa da un solo grande amore: i libri e la sua libreria una fonte di emozione e di gioie.
Quando decide di cedere la libreria, dopo una prima fase di ebbrezza di libertà, si trova ad affrontare l’angoscia di essere davvero SOLA e il suo corpo reagisce come il suo animo: le comunica la paura di vivere.
Lei, donna forte, cocciutamente indipendente, fiera di non aver mai avuto bisogno di nessuno accanto, si sente improvvisamente svuotata e prende coscienza di non avere nessuno, nemmeno un’amica, con la quale condividere un momento in cui si sente fragile ma non lo vuole ammettere nemmeno con se stessa.
Poi, improvvisamente, un incontro inaspettato proprio ad una cerimonia che lei odia intimamente. Un amico degli anni della scuola, l’amico d’infanzia le presenta la moglie Sophie con cui, stranamente si crea una sincera empatia.
Ada è chiusa nel suo dolore che stride con l’atmosfera natalizia che la attornia e fa fatica a reimmettersi in un mondo di relazioni perché si ama crogiolarsi nella sua “distanza dal mondo e dai suoi simili” nella quale può solo affacciarsi, a volte, Marzia la donna che ha rilevato la sua libreria che per lei era ed è ancora una creatura come un figlio che non ha mai avuto.
E poi Sophie appare felice e questo, quasi, la infastidisce ma, piano piano, scopre che anche la donna ha un segreto che le fa ripensare al suo “enorme segreto” che probabilmente l’ha portata al rifiuto di ogni sentimento nei confronti degli esseri umani; Ada infatti, a pochi giorni dalle nozze, ha scoperto il tradimento del suo futuro marito con la sua più cara amica e da quel momento, la spirale di dolore l’ha sopraffatta per sempre.
La sofferenza di Sophie la cala in una realtà più umana e la coinvolge così come la coinvolge la sofferta disperazione di Edoardo, Edo, suo amico d’infanzia e marito di Sophie, anche lui gravato da un segreto dolore del passato che gli sta condizionando il presente ed è la causa della disperazione della moglie.
Come risvegliata da un torpore emozionale Ada partecipa con insospettato affetto e con grande abnegazione alle sofferenze, fisiche e morali, dei suoi amici e scopre così che la solitudine cercata, voluta e difesa con arroganza era solo la paura di vivere con gli altri e di condividere sentimenti a volte fragili ma pieni di forza e di stimoli vitali.
Ada capisce che ha solo avuto paura di amare la vita e le persone per il terrore di soffrire ancora come quando scoprì quel tradimento mai perdonato.
Quasi inconsapevolmente ha passato i migliori anni della sua vita a “punirsi” quasi si sentisse colpevole di essere stata tradita.
La consapevolezza di essere ancora capace d’amare e di essere utile agli altri la risveglia dal suo “carcere affettivo” e, sullo sfondo dell’atmosfera natalizia che ha ripreso i giusti colori abbandonando quel film in bianco e nero in cui si è costretta a vivere, riceve la telefonata che le restituisce la voglia di amare il mondo e se stessa in attesa di moltissime sorprese.


PAOLA ALESSANDRA TRAVAGLIO



"La Notte senz'Alba" di Daniel Falco 


Il libro epistolare e filosofico di Daniel Falco
Vite vissute in sospiri di lettere…
 
 
Molto interessante questo libro scritto dal giovane Daniel Falco, intitolato “La Notte senz’Alba”, pubblicato dalle Edizioni Hogwords.
Ho scritto volutamente giovane perché Daniel lo è, sia anagraficamente, sia come spirito, pronto all’allegria e allo scherzo, ma anche alla riflessione serie pensosa. Però, è uno di quei giovani che valgono un tesoro. Infatti, nonostante l’età, Daniel ha compreso chiaramente che, per addentrarsi nella sconfinata selva della Letteratura (affascinante ma intricatissima, molto bella ma zeppa di insidie), è necessario avere dei buoni, anzi, degli ottimi punti di riferimento poetici e culturali: e questi, sono i nostri intramontabili classici.
Purtroppo, sono davvero pochi gli autori che, oggi, si incamminano lungo questa strada.
Conoscendo Daniel e leggendo le sue opere, non posso esimermi dall’ammettere di provare una intensa nostalgia. Eh sì, perché anche io ho percorso il suo stesso itinerario: mi sono formato sui classici, sugli autori greci e latini (in particolare gli epici) e su quelli della nostra amata tradizione letteraria italica.
Una formazione lunga, laboriosa, fatta di intense letture, continui studi e infaticabili tentativi di sperimentare l’arte poetica… Una formazione che, però, ha dato i suoi frutti, perché nel corso dei decenni sono riuscito a crearmi un mio personale stile (che è poi quello che identifica il vero scrittore).
Anche Daniel Falco segue questa laboriosa strada e i primi risultati iniziano a vedersi.
La sua poesia è ricca di ridondanze classicheggianti, a volte anche un po’ troppo marcate, ma è robusta e vigorosa, e questi sono grandi pregi, se si tiene conto di quanto è eunuca, flaccida e fumosa tanta inconsistente “poesiucola” contemporanea.
Dopo il genere del poemetto, Daniel è passato a quello epistolare, con questa Notte senz’alba, che si presenta accattivante già dal titolo stesso.
Un libro epistolare (costituito, quindi, da lettere) in cui, ai testi in prosa, si alternano ampi componimenti in versi, sullo stile della Consolazione della Filosofia del latino Severino Boezio, nonché della Vita Nova e della Comedia delle ninfe fiorentine, dei nostri amati Dante e Boccaccio.
Tre personaggi, Augusto, Alessandro e Gabriele, nel nostro (forse) apocalittico 2012, si scrivono lettere illuminanti e toccanti, nelle quali affrontano le infinite contraddizioni e lacerazioni dell’uomo contemporaneo.
Tra queste: il volto oscuro di un potere soffocante e omologante che tutti quanti ci sovrasta, la spietata lotta perseguita da questo occulto Potere economicistico contro la cultura umanistica e il libero pensiero (che pensa troppo liberamente, crea problemi al Potere, dunque, meglio anestetizzarlo, rimbambirlo con giochi stupidi e  Tv, oppure sopprimerlo), la società massificata e omologata (costituita da produttori-consumatori che sono, in realtà, schiavi delle egoistiche esigenze del cosiddetto Libero Mercato, che arricchisce soltanto i plutocrati!), la disintegrazione delle relazioni sociali (causata dal consumismo omologante che genera un perverso individualismo edonistico ma anche dall’egotismo imperante che crea nuove solitudini e nuove forme di dipendenza), il ripudio della Letteratura e della Filosofia come strumenti di conoscenza e comprensione del mondo, il senso di alienazione e delirio che artiglia molte persone e che ha dato vita ad una società di nevrotici, depressi, allergici e paranoici (tutte malattie psicologiche  psicosomatiche, causate da questa società decisamente anti-umana in cui, con fatica, ci barcameniamo).
Dunque una serie di tematiche, come suol dirsi in gergo, ben “toste” e di grande impatto, su cui il nostro giovane autore ci invita a riflettere seriamente e coscienziosamente.
I testi in versi, con esempi concreti di quanto dibattuto nelle epistole, ci aiutano a penetrare più a fondo negli argomenti trattati dai suddetti tre personaggi: sono versi ricchi di reminescenze classicheggianti, in cui abbondano i troncamenti, ma che, per via del loro stile robusto, si rivelano estremamente efficaci per staffilare l’ignavia dei pigri lettori della Società dei Consumi ed indurli così a prendere coscienza dell’aberrante “gabbia di matti” in cui il dispotico Potere economico ci ha imprigionati…
Perciò, cari lettori, non crediate di trovarvi di fronte ad una banale operetta “mista di versi e di prose” (tanto per dirla con il grande Vittorio Alfieri) che imita pedissequamente i nostri classici.
Qui ci troviamo di fronte ad un libro in cui l’amore per la nostra tradizione letteraria si trasforma in una presa di coscienza, chiara e risoluta, contro le contraddizioni, le storture, le aberrazioni e le ipocrisie della nostra società malata e agonizzante… Ed è un’opera, come ho accennato, scritta da un giovane con una buona cultura alle spalle e con una nitida e coscienziosa visione del mondo: il che, se mi permettete, non è proprio di tanti suoi coetanei che, il più delle volte, non possiedono neppure la percezione del problematico, contradditorio e turbolento mondo in cui stanno per addentrarsi… E scusate se è poco!
 
Fabrizio Legger
Postremo Vate

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"All'ombra del Parnaso" di Postremo Vate

Un volume di saggi di letteratura antica e moderna di Postremo Vate
Poeti, artisti e filosofi s’incontrano all’ombra del Parnaso
 
Il mitico Edipo incontrò la Sfinge alle porte della città di Tebe, seduta su una rupe. Il mostro obbligava i viandanti a risolvere un enigma. Chi non conosceva la risposta era gettato in un cupo burrone. Edipo, diventato poi nella tradizione ellenica un mito solare, risolse l’enigma: la risposta era l’uomo. La sua fama, perciò, nel corso dei secoli, è stata quella di rivelare l’uomo all’uomo. Questo, dunque, il compito della grande letteratura, da Shakespeare a Cervantes, da Baudelaire a Tolstoi, da Poe a Goethe: rivelare.
Questo, il ruolo fondamentale degli artisti e, particolarmente, dei letterati e degli interpreti dei grandi autori. È il caso anche di Fabrizio Legger (in arte Postremo Vate) che in questo libro si propone come autore di brevi saggi.
Da poeta, Postremo Vate ha pubblicato varie raccolte di liriche, diverse anche nello stile: religiose, intimistiche, sentimentali, apocalittiche, politiche, metropolitane, erotiche. Come narratore, ha dato vita e tono a racconti fantastici, animati da personaggi fiabeschi, leggendari e zoomorfi.
In qualità di saggista, ha pubblicato un efficace testo su Vittorio Alfieri, dal titolo assai significativo: La libertà tradita, dedicato alle polemiche misogalliche e anti-volteriane dell’ultimo Alfieri.
Oggi, con questo  All’Ombra del Parnaso,  ripubblicato dalle Edizioni HOGWORDS di Cantalupa (To), Fabrizio Legger propone ai suoi lettori brevi saggi critici che spaziano dagli autori medievali ai nostri contemporanei, dal Boccaccio lirico alla polemica tra Evola e Papini, da De Sade a Sant’Agostino, tutti testi personalissimi per originalità di vita e di stile.
Posso affermare che Fabrizio Legger, ovvero Postremo Vate, è poeta anche quando scrive in prosa, per il suo stile colorito, per la passione che anima le sue tesi e le sue argomentazioni. Ed anche in questo, egli è erede genuino della classicità. Non a caso, egli è attento studioso degli autori del Rinascimento, che seppero trarre dalla polvere dell’oblio significanti opere dell’ingegno greco-latino.
In questa rassegna, sono presenti poeti e scrittori abbastanza noti, come Boccaccio, Ariosto, Pirandello, Lope de Vega, Verlaine, Leopardi, ma anche altri meno noti, come Evola, Franco, Niccolini, Trissino, che tuttavia integrano efficacemente lo scenario delle diverse epoche in cui vissero.
Altre pagine sono recensioni di libri particolarmente apprezzati, ricordi di visite a mostre e di escursioni alle dimore dei grandi poeti: Ariosto a Ferrara, Leopardi a Recanati, come per un approdo romantico. E furono anche gli itinerari di Sthendal e di Goethe.
Ritratti con vivida potenza sono poi i poeti ribelli, gli stravaganti, i maledetti, gli scapigliati ante-litteram, i rompiscatole  ardimentosi: Aretino, Franco, De Sade, Verlaine, Bukowski, Marinetti…
In questo contesto, con virtuoso (nel senso rinascimentale e leonardesco del termine) esame critico, Fabrizio Legger compie una diligente rivalutazione di questi personaggi spesso ritenuti un po’ pazzoidi, comunque indecenti, scabrosi e sordidi, a lungo calunniati e spesso messi sotto chiave nelle biblioteche. Leggendo le pagine dedicate a questi autori, osserviamo convinti che i fenomeni di costume vanno compresi nel clima in cui si producono e comparati ad esso, prima di azzardare facili verdetti di condanne, figli del pregiudizio bigotto o di una formazione culturale troppo rigida.
Da conoscitore di opere meno diffuse, da studioso della microstoria, quale egli è, il nostro Autore compie questa, piuttosto rara oggi, operazione di recupero.
Lo stesso discorso può valere per alcuni filosofi gnostici, palesemente licenziosi. Non è un caso che Legger affondi la sua indagine sulle eresie dei primi secoli del Cristianesimo (che non si conoscevano sino a poco tempo fa ed erano voci disperse), non certo per mettere in rilievo solo certe stravaganze o assurdità: il motivo è, secondo me, assai più profondo.
Perciò, invogliati da queste indagini critiche (che hanno il pregio della sintesi, della percezione immediata, dando spazio alla riflessione personale del lettore), a leggere Sant’Agostino o Sant’Atanasio, potremo dire, alla fine della lettura: “C’erano una volta i Maestri!”
Ma oggi, in questo mondo di consumi, esiste ancora un pensiero forte capace di fondare una vera scuola?
Fabrizio Legger, come Edipo, con questo All’Ombra del Parnaso, rivela l’uomo all’uomo, la sua complessità (e varietà) psicologica, il suo intimo conflitto tra il Bene e il Male, Eros e Tànatos.
Riguardo al futuro, sempre nebuloso, “l’uomo non sa se amerà o se odierà. Tutto è possibile” – osservava il grande William Shakespeare.
È essenziale essere testimoni del proprio tempo attraverso la sintesi.
Ma anche rinnovarsi, alla luce catartica della Poesia, canto di libertà primigenia, liberante anch’esso.
Questo mi è sembrato di cogliere, soffermandomi su queste pagine, la cui lettura sicuramente invita a maggiori approfondimenti, in quanto capace di dare forti stimoli di cultura e di ricerca.
Potete richiedere il libro direttamente alla casa editrice Hogwords. Il libro è anche acquistabile online su Amazon, sia in edizione ebook formato kindle, sia in edizione cartacea.
 
 
FLIPPO SOLITO MARGANI (Palermo)
​

"Sinfonie di Orgasmi" di Postremo Vate.

Il libro di versi e dialoghi erotici di Postremo Vate
Tutte le inebrianti sinfonie dell’eros…
​

Sono profondamente onorata di recensire il nuovo capolavoro (il libro di poesie e dialoghi erotici intitolato “Sinfonie di Orgasmi”, pubblicato dalla casa editrice HOGWORDS, di Cantalupa) di questo eccezionale poliedrico scrittore pinerolese di nome Fabrizio Legger, in arte Postremo Vate , che siamo fortunati di avere tra noi in questa nostra epoca “così poco poetica”, perché ha una tale maestria con le parole, fa proprio all’amore con le parole, tale da raggiungere in questo testo livelli ineguagliabili di espressione erotica intensa, potente, eccitante, riuscendo a coinvolgere ogni lettore, sin dai primi versi, in inverecondi mondi di lussuriosa dolcezza, di impudici scenari, di fantasie lascive ed impetuose, perennemente scevri da qualsiasi banalità e volgarità.
“Mi adagio lento sopra il tuo corpo nudo. La mia pelle è palpito di fuoco, la tua, dolce fremito di estasi..”
A questa apoteosi di affascinante e vibrante carnalità, il fantastico Postremo Vate, formatosi sui classici e poi manifestatosi in creazioni letterarie fino a raggiungere il numero di  40 testi, di cui il presente ne suggella l’esatta quarantina, che vanno dalla narrativa, alla poesia, ai libri dialogici, vi è giunto partendo dalla sua prima  poesia d’amore scritta a 16 anni, proseguendo in deliziose pubblicazioni di raccolte di poesie dove l’amore palpitante ci coinvolge come in “Palpiti d’eros”, adornando poi di sensualità sia in versi che in prosa tutta l’opera letteraria, sperimentandosi in seguito con successo nel suo primo libro di poesie erotiche con “Il Canto di Erato”, fino a questa sua ultima produzione che, piacevolmente, ci travolge come un fiume in piena con le più roventi, vulcaniche, straripanti, ardenti, lascive, eccitanti  esperienze d’amore che il Poeta ha vissuto ed ha saputo comunicarci con tanta efficacia.
Postremo Vate può autorevolmente affiancarsi ai grandi della letteratura e della poesia erotica d’ autore, come  Anais Nin, Emmanuelle Arsan,  Alina Reyes, D.H. Lawrence, Pauline Réage,  Marchese De Sade, Verlaine, Pablo Neruda, Gabriele d’Annunzio, solo per citarne alcuni.  Lo scrittore ha uno stile tutto suo, tumultuoso e raffinato allo stesso tempo. La rovente danza di lussuria e gli orgasmici gorghi dell’eros  giungono a noi con espressioni sempre gradevoli ed eleganti.
La prosa e i versi che accompagnano la produzione letteraria del Vate hanno sempre espresso, come in “Palpiti d’Eros”, l’unicità e la forza del sentimento amoroso attraverso i suoi versi languidi, teneri, romantici, passionali, burrascosi, tormentati, capaci di farci emozionare e di farne dell’ Amore quella forza prorompente della vita di cui ne è il protagonista assoluto.
Con il “Canto di Erato” oltre al sentimento amoroso dolce e passionale l’ardore erotico crepita potente nei versi sempre più profondamente lascivi e passionali, talvolta nostalgici e malinconici, euforici, struggenti, ebbri di ardori e lussuria, scalpitanti di desiderio ed eccitazione.
Ma è in “Sinfonie di Orgasmi” che ci sorprende  il trionfo delle carni, con versi e prose fresche, potenti, affascinanti, in una raffinata armonia  di sensazioni voluttuose nella prima parte con gli “Amplessi di fuoco e notti di lussuria”, di emozioni ardenti nella seconda parte nelle “Estasi erotiche su note lascive”,  avvolti nella lussuria più bramosa nella terza parte con “Concupiscenze orgasmiche tra sogni e realtà” e, infine, trasportati in mondi esotici lontani dal nostro continente dove il sentimento  d’amore, il desiderio, l’eros ed i piaceri carnali si esaltano con gli “Amori filippini e deliri brasiliani”.
“…Il sole delle Filippine è caldo e audace come carezza d’amante e il vento è un monello lascivo e invisibile che s’intrufola in mezzo alle tue cosce per scomparire estasiato tra i ricci del tuo pube..”
Ancorché il tema principale di quest’opera sia la passione più crepitante suggellata dall’ erotismo più rovente, lo scrittore, così come è solito fare già nei precedenti testi editi, ci accompagna a riflettere su contenuti filosofici e spirituali che riguardano la mille sfaccettature dell’amore e del desiderio erotico.
Lo fa richiamando nei suoi immancabili dialoghi, che in questo libro sono in numero di tre e che intercalano le sue liriche roventi di passioni, personaggi illustri della mitologia greca: Dei, Filosofi, Poetesse (come Eros, Afrodite, Priapo, Pan), Platone, Saffo, Penelope, un potente demone (Asmodeo), il dio indù della Lussuria (Mara), il famoso avventuriero (Don Giovanni), il moro di Venezia (Otello) e persino la celebre mistica spagnola (Teresa d’Avila).  In questo modo, ogni personaggio può esprimere il proprio diverso modo di vivere ed interpretare l’amore: da quello più mistico, sentimentale e romantico a quello più voluttuoso e carnale, così da condurre ogni lettore a riflettere sul proprio personale vissuto, senza giudizio alcuno sulle proprie esperienze, sugli innumerevoli modi di concepire e vivere l’amore.  Dopo tutto, non dimentichiamo che “in guerra ed in amore tutto è lecito”.
D’altronde non possiamo che essere concordi con lo scrittore: tutti noi abbiam assaporato quanto l’amore , la passione e il sesso rendano piacevole la vita e quanto le passioni amorose nutrono la vita degli uomini e deliziano l’eternità di noi. Ora, cari lettori chiudete il mondo fuori di voi. Spegnete le luci; illuminate profumate candele; diffondete musica rilassante; il vostro libro tra le mani e…. lasciatevi andare: il viaggio inizia. E come al più lussurioso banchetto romano servitevi a piene mani; leggete, sospirate, immaginate, accarezzatevi, inebriatevi, ribollite, insomma… eccitatevi.
Lasciatevi piacevolmente avvolgere da queste deliziose “Sinfonie di Orgasmi”, senza le quali la vita sarebbe un deserto privo di un’appagante e dissetante oasi.
 
DONATELLA MARANGON (Asti)

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