Incontro con il regista e scrittore Giovanni RunciOggi “La Gazzetta di Hogwords” incontra Giovanni Runci, regista indipendente e scrittore freelance di Varese.
Conosciamoci meglio, chi è? Ci disegni il suo autoritratto… Sono GIOVANNI RUNCI, un filmmaker e scrittore lombardo. Il mio campo di azione spazia sulle le serie TV. Mi occupo in particolare di tematiche ecologiche. Fondamentalmente sono attratto dalla Fantascienza e da tutto ciò che è distopico. Potrei definirmi un asociale piuttosto che antisociale. Non credo nella bontà dell'essere umano, altrimenti non ci sarebbe stata Hiroshima e forse neppure Chernobyl, dal momento che l'incidente non è capitato per caso. Come è nata l'idea di scrivere e realizzare prodotti cinematografici e la sua voglia di portar avanti iniziative originali e innovative? L' idea di scrivere prodotti cinematografici è nata spontaneamente, quasi per natura. L'originalità la decreta il pubblico. Non si diventa originali, si nasce. P.K. Dick è un caso isolato: indubbiamente era originale già ante mortem. Eppure, ha avuto successo solo da morto. Ritengo che questo sarà anche il mio destino, dal momento che, a 48 anni suonati, pochi sanno in Italia di cosa tratto e scrivo. Ci parli di social e della loro importanza anche, e soprattutto, in quest'epoca di Covid19. I social possono essere un fattore aggiunto se usati con cautela e per scopi artistici (foto, condivisione pensieri originali e filosofici). Uso spesso il mio profilo instagram “eric.bouchard_71”. Ritengo che i social siano un fattore aggregante soprattutto per i giovani. Quindi il mio pensiero non può che essere positivo. C'è poi chi li usa per diffondere messaggi violenti; tuttavia, l'intelligenza non è un bene comune! In questa stagione caratterizzata dalla pandemia, i social fungono da ripetitori. Diffondono notizie, documentano, aggiornano, insomma hanno un ruolo primario. Entriamo nel personale, ci parli della sua professione e preferisce scrivere o trovarsi dietro una macchina da presa? Personalmente, preferisco di gran lunga girare. Mi piace scrivere non su commissione: ci dev'essere un particolare stato d'animo che mi conduca a digitare pensieri o azioni. Ha pubblicato anche dei libri e con quali Editori? Se no, le piacerebbe? Ho pubblicato due libri: “DEATH DELAY, LA FORMULA CHE UCCISE LA MORTE” e “A QUATTRO ANNI LUCE DAL TERRORE”. Con un amico collaboro spesso nella stesura di soggetti. Lui mi ha anche fatto da editor per il lungometraggio ALPHA CENTAURI del 2013. Lo ritengo bravissimo. Si sente di dare qualche consiglio ai giovani che si affacciano solo ora alle porte del mondo del lavoro? Ai giovani, consiglierei di credere fino in fondo nelle proprie idee, mantenendo sempre il lume della ragione ben acceso. È facile illudersi e cadere in mani poco amiche, disposte a sfruttare il tuo portafoglio. Essi millantano di farlo in nome delle tue idee; sono tanti, da Milano a Cagliari. Consiglio di non inseguire le illusioni. L'umiltà poi non guasta mai. Partire dal presupposto che si è i numeri uno, alla lunga porta a restare con un pugno di mosche in mano. Ci parli del futuro. Sta scrivendo, pensando o organizzando cose nuove? Sto lavorando perché una web-series da me ideata possa diventare realtà. Vedremo. Per finire ci racconti di questo periodo tremendo del virus. Cosa rimane di questi giorni di quarantena? Con quali speranze e desideri si appresta al ritorno della vita normale? Io credo che dobbiamo imparare a convivere con il Covid-19. Non sarà mai un alleato; è un virus e come tale fa il suo lavoro. Gli uomini uccidono di più. Pensavo alla tragedia di Willy, il ragazzo pestato a Colleferro, qualche giorno fa. Temo più questi atti criminali della polmonite bilaterale in sé. Nella convinzione di aver presentato ai nostri lettori un personaggio interessante nel mondo cinematografico e in quello, meraviglioso della Letteratura Fantastica e Fantascientifica italiana, ringrazio Giovanni Runci per la cortesia e la disponibilità dimostrata. Arrivederci. Pier Giorgio Tomatis Claudio Calzoni |