Intervista a Henry Ford
Ci troviamo di fronte a uno spazio immenso, in compagnia di Henry Ford, che è riuscito ad avere un permesso premio, dal luogo dove si trova finora, per tornare sulla Terra. Almeno, lui immagina che sia un permesso premio; al termine di questo suo secondo, nonché brevissimo, soggiorno terrestre potrebbe anche avere consapevolezza di essere stato punito, anziché premiato. Da parte nostra, gli porgeremo qualche domanda, per permettergli di fare un raffronto tra la realtà attuale e quella che ha vissuto. Per aiutarlo, insomma, ad avere una presa di coscienza sui progressi o – dipende dai punti di vista – dalle regressioni.
Inizia l’incontro. Il signor Ford è stato informato che un giornalista, dopo aver conosciuto la sua storia, si è così incuriosito tanto da desiderare di potersi raffrontare con un personaggio di grande levatura come lui.
Signor Ford. Lei, molti anni fa, ha avuto modo di veder nascere una grande impresa, partendo da poco. In questo momento, invece, si trova davanti a un’area vuota, quindi, a livello teorico, tutto Le è possibile. Partendo dalle Sue esperienze, rifarebbe le stesse cose di allora oppure cambierebbe qualcosa?
Guardi, mi risulta veramente complicato provare a fare qualunque tipo di raffronto tra la realtà vissuta da me e questa. Non volendo entrare nel progresso tecnologico, ho la sensazione che, nella mie epoca, ci fosse più “fame”. Le persone avevano bisogno di lavorare e voglia di guadagnar più denaro possibile, anche a costo di grandi sacrifici. Per quel che ho potuto notare oggi, una notevole parte di persone vorrebbe procurarsi denaro senza sforzo, anche a costo di avere poche entrate, oppure di arricchirsi con il minimo sforzo. Quindi, difficilmente sarebbero compatibili con quanto proponevo io allora.
Volendo estremizzare il Suo concetto, potrebbe immaginare una Società dove tutti sono contenti di avere un introito mensile, anche senza lavorare? Una sorta di “reddito di nazione”, per capirci...
No, non credo sarà mai possibile arrivare a questo livello. In una Società moderna, ritengo poco probabile che una nazione arrivi al punto di poter garantire un guadagno, anche senza lavorare. È possibile, semmai, che le persone siano contente di lavorare meno, però con la speranza di avere lauti incassi o stipendi.
Quindi, oggi come oggi, sarebbe impensabile reintrodurre la catena di montaggio?
Per quanto posso avere capito, la tecnologia oggi permette comunque di avere una movimentazione di lavoro, anche senza l’intervento manuale. È più un’opera di coordinamento delle macchine. Resta però la mia sensazione, che sia più un problema di abitudine, di Cultura.
Ha potuto notare che oggi la tecnologia ha veramente cambiato la vita delle persone? Una volta era già arduo trovare il modo di telefonare. Oggi è addirittura possibile inviare messaggi simultanei, anche risparmiando il tempo della conversazione oppure evitare il rischio di cercare gli altri quando non possono rispondere. Che impressione le da questo cambiamento?
Anche in questo caso posso rispondere per quanto ho potuto notare. La mia impressione è che a volte sia la tecnologia a comandare, a renderci quasi succubi. Mi è capitato di vedere persone attraversare la strada noncuranti delle auto in arrivo, in quanto ipnotizzare dal telefono cellulare. Mi è capitato di vedere gruppi di amici, o famiglie, al ristorante che anziché conversare sono in realtà isolate, intente a leggere quanto perviene sullo smartphone. A questi livelli, non sono così convinto che sia un vero progresso.
Se potesse dare un consiglio all’umanità oggi, cosa si sentirebbe di suggerire?
Di tornare alle basi, di essere più umani. Di poter tornare a essere sé stessi e non dipendenti da quanto si sente in giro, da cosa si attendono gli altri da noi. Di tornare a una vera umanità, ripristinare l’importanza delle relazioni umane. Ecco, questo penso sarebbe un utile punto di ripartenza.
Quindi, secondo Lei, era meglio la Sua epoca rispetto a quella attuale? Preferirebbe vivere oggi, anziché quando è nato?
Difficile darLe la risposta giusta. In tutte le situazioni ci sono i pro e i contro. Io ho vissuto molti anni ma ho visto alquanto poco. Mi piacerebbe avere più tempo adesso per vivere e darle una seria risposta.
Quindi, se Henry Ford nascesse oggi, riuscirebbe ad avere lo stesso successo?
Io credo che il successo dipenda dalle persone, dalle volontà. Il contesto aiuta e penalizza, ci mancherebbe, ma sono convinto che, alla fine, i veri valori emergano sempre.
Signor Ford, La ringrazio, è stato un vero piacere. Per concludere, e in sintesi, cosa si sente di dire alla popolazione umana odierna?
Vi faccio i miei migliori auguri. Ne avete veramente bisogno.
Questa è stata la sintesi dell’incontro con Henry Ford. Mi auguro, in futuro, di conoscere altre persone, importanti e piacevoli come lui.
Dario Sieve
Scrittore e Saggista
Inizia l’incontro. Il signor Ford è stato informato che un giornalista, dopo aver conosciuto la sua storia, si è così incuriosito tanto da desiderare di potersi raffrontare con un personaggio di grande levatura come lui.
Signor Ford. Lei, molti anni fa, ha avuto modo di veder nascere una grande impresa, partendo da poco. In questo momento, invece, si trova davanti a un’area vuota, quindi, a livello teorico, tutto Le è possibile. Partendo dalle Sue esperienze, rifarebbe le stesse cose di allora oppure cambierebbe qualcosa?
Guardi, mi risulta veramente complicato provare a fare qualunque tipo di raffronto tra la realtà vissuta da me e questa. Non volendo entrare nel progresso tecnologico, ho la sensazione che, nella mie epoca, ci fosse più “fame”. Le persone avevano bisogno di lavorare e voglia di guadagnar più denaro possibile, anche a costo di grandi sacrifici. Per quel che ho potuto notare oggi, una notevole parte di persone vorrebbe procurarsi denaro senza sforzo, anche a costo di avere poche entrate, oppure di arricchirsi con il minimo sforzo. Quindi, difficilmente sarebbero compatibili con quanto proponevo io allora.
Volendo estremizzare il Suo concetto, potrebbe immaginare una Società dove tutti sono contenti di avere un introito mensile, anche senza lavorare? Una sorta di “reddito di nazione”, per capirci...
No, non credo sarà mai possibile arrivare a questo livello. In una Società moderna, ritengo poco probabile che una nazione arrivi al punto di poter garantire un guadagno, anche senza lavorare. È possibile, semmai, che le persone siano contente di lavorare meno, però con la speranza di avere lauti incassi o stipendi.
Quindi, oggi come oggi, sarebbe impensabile reintrodurre la catena di montaggio?
Per quanto posso avere capito, la tecnologia oggi permette comunque di avere una movimentazione di lavoro, anche senza l’intervento manuale. È più un’opera di coordinamento delle macchine. Resta però la mia sensazione, che sia più un problema di abitudine, di Cultura.
Ha potuto notare che oggi la tecnologia ha veramente cambiato la vita delle persone? Una volta era già arduo trovare il modo di telefonare. Oggi è addirittura possibile inviare messaggi simultanei, anche risparmiando il tempo della conversazione oppure evitare il rischio di cercare gli altri quando non possono rispondere. Che impressione le da questo cambiamento?
Anche in questo caso posso rispondere per quanto ho potuto notare. La mia impressione è che a volte sia la tecnologia a comandare, a renderci quasi succubi. Mi è capitato di vedere persone attraversare la strada noncuranti delle auto in arrivo, in quanto ipnotizzare dal telefono cellulare. Mi è capitato di vedere gruppi di amici, o famiglie, al ristorante che anziché conversare sono in realtà isolate, intente a leggere quanto perviene sullo smartphone. A questi livelli, non sono così convinto che sia un vero progresso.
Se potesse dare un consiglio all’umanità oggi, cosa si sentirebbe di suggerire?
Di tornare alle basi, di essere più umani. Di poter tornare a essere sé stessi e non dipendenti da quanto si sente in giro, da cosa si attendono gli altri da noi. Di tornare a una vera umanità, ripristinare l’importanza delle relazioni umane. Ecco, questo penso sarebbe un utile punto di ripartenza.
Quindi, secondo Lei, era meglio la Sua epoca rispetto a quella attuale? Preferirebbe vivere oggi, anziché quando è nato?
Difficile darLe la risposta giusta. In tutte le situazioni ci sono i pro e i contro. Io ho vissuto molti anni ma ho visto alquanto poco. Mi piacerebbe avere più tempo adesso per vivere e darle una seria risposta.
Quindi, se Henry Ford nascesse oggi, riuscirebbe ad avere lo stesso successo?
Io credo che il successo dipenda dalle persone, dalle volontà. Il contesto aiuta e penalizza, ci mancherebbe, ma sono convinto che, alla fine, i veri valori emergano sempre.
Signor Ford, La ringrazio, è stato un vero piacere. Per concludere, e in sintesi, cosa si sente di dire alla popolazione umana odierna?
Vi faccio i miei migliori auguri. Ne avete veramente bisogno.
Questa è stata la sintesi dell’incontro con Henry Ford. Mi auguro, in futuro, di conoscere altre persone, importanti e piacevoli come lui.
Dario Sieve
Scrittore e Saggista