Avanti un altro...19 agosto 2021.
Tra pochi giorni la mia esperienza da Direttore della Gazzetta di Hogwords avrà termine. A fine mese, ho deciso, confermerò le dimissioni annunciate, certo che il ruolo che ho presidiato per due lunghi anni della nostra storia verrà ricoperto da un sostituto sicuramente più preparato, più esperto, più impegnato e più bravo (questo è l’importante) di me. Sono un po’ stanco, forse un po’ demotivato e ultimamente non così orgoglioso dei risultati raggiunti. Certamente sono molto felice d’aver potuto vivere una esperienza così bella e formante, concessami da Piergiorgio Tomatis, ma ogni cosa ha i suoi tempi ed i tempi sono maturi per un mio addio. Dire che ringrazio tutti i lettori che in questi anni particolarmente difficili hanno seguito la Gazzetta sarebbe banale e scontato. Ma è così e del resto ho pensato sempre al cuore degli intervistati e dei lettori, più che alla loro cultura od ai paroloni che avrei potuto usare, ed ho ignorato il mio tornaconto personale che, credetemi è stato, tranne per qualche complimento scritto, decisamente inconsistente. Ho lavorato per nulla? Direi di no, almeno per come ho affrontato i problemi e le notti, per come mi sono posto con i personaggi che hanno accettato di partecipare a questo gioco. Spesso il mio lavoro è stato ignorato, e ci sta in un mondo ed in un periodo che si è evoluto drasticamente, qualche volta qualcuno ha abbozzato un sorriso, un mezzo complimento, senza esagerare. Ed è stato meglio, non mi sono montato la testa ed ho mantenuto nel tempo un’idea chiara della mia realtà di uomo, di professionista, di giornalista e di scrittore. A parte ciò ho sperato di coinvolgere tutti gli autori della casa editrice, evidentemente con pochi e sporadici risultati. Ringrazio chi mi ha aiutato a fare qualche intervista, chi ha creduto alla bellezza del progetto. Ringrazio Pier Giorgio Tomatis, che è imprenditore lungimirante, eclettico a volte geniale, che meriterebbe molto di più di quello che raccoglie. Tutti gli autori sappiano che per pubblicare un libro, una casa editrice normale vuole dallo scrittore almeno duemila, duemila cinquecento euro solo per iniziare a prendere in considerazione le pagine scritte e, credetemi, nella mia funzione di giudice imparziale, forse cattivo, di un paio di importanti concorsi letterari leggo cose che il buon PGT non pubblicherebbe nemmeno sotto tortura. Comunque, è ora di andare. Per favore non scrivete commenti mielosi e di circostanza, credo non servano a nessuno. Non telefonatemi, resto in silenzio ancora un po’ ed evitate di accampare sempre le stesse scuse, se non ho suscitato l’interesse nella rivista è solo colpa mia. Un abbraccio sincero a tutti, compagni di avventura, personalità intervistate, lettori fedeli o occasionali. Come sa Pier Giorgio da oggi, per motivi personali e di lavoro (se mai arriverà), non scriverò più per molto tempo, e non pretendo certo che nessuno di voi si annoi guardando le pubblicità dei miei inutili libri, quindi smetterò di frequentare i social per sperare in una credibilità letteraria che non avrò mai. Per questo ho già disposto che, qualora dalle vendite di libri arrivassero dei compensi, saranno tutti devoluti all’editore che ha creduto nelle mie possibilità più di me stesso. Per il resto non voglio e non merito nulla di più di quello che ho avuto. Nulla. Claudio |