Intervista al produttore cinematografico Giuseppe ColomboI riflettori si sono spenti, la scena ora è libera. Attrezzisti, assistenti, macchinisti e costumisti sono andati via. Anche gli attori hanno lasciato il set, seguiti dal regista che è corso nella sala di montaggio.
Io e il produttore, il famoso Giuseppe Colombo, restiamo a chiacchierare, passeggiando tra i cavi e la scenografia inquietante di un film dell’orrore. Sono particolarmente felice di poter fare questa intervista, conoscere da vicino uno degli uomini che hanno contribuito a far diventare grande il Cinema italiano e che continua a vivere il suo sogno, producendo film per far fantasticare il pubblico. La nostra rivista, lo sapete, è l’organo ufficiale di una Casa Editrice, Hogwords Edizioni, particolarmente attenta e specializzata nella divulgazione di romanzi e racconti di Autori torinesi, spesso declinati ai generi horror, thriller e fantasy. Essere qui, tra ragnatele e lampade di questa casa abbandonata scelta per il set di questo film è, per me, da giornalista e Autore, un sogno che si avvera. La possibilità di parlare con un personaggio così importante del mondo affascinante del Cinema è un'occasione importante. I nostri lettori, ne sono certo, condivideranno questa emozione. Conosciamoci meglio, chi è Giuseppe Colombo? Ci disegni il suo autoritratto… Sono un produttore cinematografico, considerato storico dall'ambiente. Trovate tutte le informazioni e le mie produzioni su WIKYPEDIA e in rete al sito https://cic-cinema-international-commun2.webnode.it/. Sono il fondatore della CINEMA INTERNATIONAL COMMUNICATIONS. Non sto a raccontare tutto quel tanto che ho fatto, lavorando incessantemente, ma sappiate che molto cinema italiano è passato nelle mie mani. Ho lavorato con Nanni Loy e molti altri registi, soprattutto con l’amico Dario Argento, e ho collaborato con tanti grandissimi attori, come Marcello Mastroianni e Julian Sands, e bellissime e brave attrici come Edwige Fenech e Asia Argento. Come vede la possibilità di utilizzare il mondo della rete per iniziative originali e innovative che riguardino il Cinema e la Cultura? E’ fondamentale, oggi, utilizzare i sistemi multimediali, soprattutto per chi come me si occupa di produzioni internazionali. Per usare una metafora ho sempre navigato controcorrente, in un paese tradizionalista come il nostro dove la Cultura è un optional, nemmeno troppo richiesto. Ci parli di social e della loro importanza anche, e soprattutto, in quest'epoca di Covid19. I social se utilizzati bene, possono diffondere messaggi utili alla comunità. Lo abbiamo visto bene durante la clausura imposta dalla pandemia. L’altra faccia della medaglia è sotto gli occhi di tutti: oggi, purtroppo, influencer e personaggi discutibili mettono in luce il peggio della società e incredibilmente vengono seguiti da molta gente. Viviamo in una società sbandata, spesso la Cultura e l’intelligenza vengono dimenticate… Entriamo nel personale, preferisce insegnare o recitare, la platea di un teatro o star dietro una macchina da presa? Ho iniziato la carriera del giornalista lavorando per il “Corriere”. Sono entrato nel mondo del Cinema recitando, mi cercavano e ho interpretato diversi film anche utilizzando pseudonimi americani. Mi divertivo ma preferivo e preferisco tuttora lavorare come produttore. Lascio la scena a molti politici che, loro malgrado, si credono grandi interpreti e sono soltanto comici involontari. Ha pubblicato anche dei libri e con quali Editori? Se no, le piacerebbe? In un libro di Luca Lardieri dedicato al regista romano ho rilasciato una lunga intervista dal titolo “Produrre Dario Argento”. Ho lavorato e collaborato con il visionario Autore e maestro dell’horror italiano per circa 9 anni, producendo “La sindrome di Stendhal” e “Il Fantasma dell’Opera”. Per questo mi hanno chiesto più volte di scrivere un libro di memorie e aneddoti sulla mia storia professionale ma ho sempre declinato l’invito. Ho collaborato, molti anni fa, con il Corriere della Sera. Ricordo d’aver rilasciato una lunga intervista ad Alberto Moravia, in occasione dell'uscita del film IO E LUI, tratto dal libro omonimo. I suoi amici e familiari come hanno contribuito a farla crescere professionalmente? Incoraggiandomi sempre anche in momenti di grandi difficoltà, da cui sono sempre risorto come l'Araba Fenice. Si sente di dare qualche consiglio ai giovani che si affacciano solo ora alle porte del mondo del lavoro? Il mio consiglio è laurearsi e sfruttare le opportunità che vengono da altri grandi Paesi. Brutto da dire ma è inutile illudersi visto che trovare occasioni in Italia è molto difficile. Questo è un Paese in cui la meritocrazia non esiste. Ci parli del futuro. Sta scrivendo, pensando o organizzando cose nuove? Sono in una fase di pre-produzione di diversi progetti, per diversi motivi preferisco non divulgarli. Per finire ci racconti di questo periodo tremendo del virus. Cosa rimane di questi giorni di quarantena? Con quali speranze e desideri si appresta al ritorno della vita normale? Quando si parla di vita normale dovremmo chiederci cosa è la normalità. In questo periodo difendo pienamente i virologi, gli scienziati e non amo il movimento dei ciarlatani e dei negazionisti. Credo sia fondamentale seguire le regole imposte, anche con sacrifici personali. Ritengo che non ci sia da scherzare con questa pandemia e che sarebbe opportuno che tutti seguissimo gli accorgimenti di sicurezza e adottassimo le precauzioni necessarie. Penso non sarebbe male operare maggiori controlli sui mezzi pubblici e nei luoghi affollati. La salute non è uno scherzo. Rumori sinistri provengono da tutto intorno, un vento freddo porta brividi di paura. I ricordi delle emozioni sentite e vissute al Cinema negli anni restano fissate nella memoria. Per questo mi sento di ringraziare Giuseppe Colombo, non solo per la bella e interessante chiacchierata. Una gran parte della fantasia e dell’immaginario di ognuno di noi è legata alle forti sensazioni provate nelle sale buie dei Cinema: dai brividi di paura o delle avventure esotiche alla dolcezza dei primi, timidissimi, baci; dalle lacrime di sofferenza e compassione alle risate liberatorie o sarcastiche; dalla condivisione sociale e politica alla ineguagliabile didattica erotica. Possiamo dire, veramente, che il Cinema è stato il vero catalizzatore dell’Arte, della passione e della Poesia di tutti, per intere generazioni. Aver incontrato uno degli artefici di tanta meraviglia è stato, veramente, un onore. Grazie, a nome di tutti i lettori. Claudio Calzoni Pier-Giorgio Tomatis |