Intervista a Romana VillariIncontro Romana Villari, l’autrice della raccolta di storie tra noir e mistero “La Regina delle bambole”, in un locale affacciato sulla sponda del Po: “L’Imbarchino”.
Uno chalet in legno, dalle finestre dalle quali si vede scorrere, lentamente, il fiume. Come mai ha scelto questo luogo? Questo è un posto che ritengo uno dei più poetici di Torino. In estate mi piace sedermi sulle terrazze all’aperto, sotto le fronde verdeggianti e osservare scorrere il fiume. Farmi sorprendere dalle infinite tonalità di verde della collina da cui sbucano i tetti delle ville. Guardare la Gran Madre con la sua cupola. Questo paesaggio mi fa sentire in pace con me stessa e aumenta la mia concentrazione. In inverno mi rintano nello chalet e, seduta a uno dei piccoli tavolini di legno, sorseggio un tè caldo. Io spesso vengo a scrivere qui. Conosciamoci meglio, chi è Romana Villari? Romana Villari è innanzitutto una mamma di due vispi gemelli, maschietto e femminuccia. Sono un architetto che, per lavorare, vive da pendolare. Non dimentico certo di essere anche moglie. Ho fatto la rigattiera per oltre venticinque anni. Per passione sono scrittrice, fotografa, e posso definirmi una gran CURIOSA. Per favore dammi del TU, perché mi fai sentire vecchia… Bene, diamoci del tu. Come è nata la tua passione per la scrittura? Da piccola avrei voluto diventare giornalista ma mi trovavo sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato e, si sa, per gli scoop la tempistica è tutto. Ho iniziato a cimentarmi con qualche trafiletto pubblicato on line e reportage corredati anche da fotografie. Poi ho scritto racconti veri e propri, da cui è nata la raccolta pubblicata da Hogwords “La Regina delle bambole” che si avvale anche della prefazione di Claudio Calzoni... chissà chi è? Quando hai pubblicato il tuo primo libro e quali sono state le tue emozioni a tenerlo fra le mani? Ho provato un’enorme soddisfazione. Dopo mesi di revisioni e ansie affinché fosse tutto a posto, mi è sembrato di partorire e poter finalmente tenere tra le mani la mia creatura. Mi sembra sia ancora in fasce, dato che è uscito poco prima di Natale. L'ultimo tuo libro, pubblicato da Hogwords come si intitola? “La Regina delle bambole e altri racconti”, è il primo libro mai pubblicato da me in assoluto. Quali sono i motivi per cui lo hai scritto, quali le ispirazioni? Il racconto da cui la raccolta trae il titolo, che è stato anche il primo che ho scritto, è basato su un fatto di cronaca che ho vissuto in prima persona quand'ero una ragazzina. Da anni sentivo il bisogno di fissare su carta quella vicenda, ovviamente romanzandone i contenuti. Successivamente sono scaturiti anche gli altri. Tutti vissuti in prima persona, almeno per quanto riguarda le ambientazioni che sono particolarmente importanti per l’evoluzione misterica delle avventure. Sono una persona curiosa e da anni ho cercato di dirimere le mie domande in merito alla realtà che non è tangibile associando esoterismo, filosofie orientali e religione alla scienza e alla fisica quantistica. Naturalmente c’è molto di me in ognuno dei racconti. La spinta decisiva è arrivata per caso, con la concomitanza di due avvenimenti quasi magici e più o meno contemporanei. Nel giro di pochi giorni ho conosciuto la scrittrice Maria Concetta Distefano, Best Seller della Casa Editrice Hogwords, attraverso il suo splendido romanzo “Le amiche del ventaglio”. Successivamente ho fatto leggere la bozza dei miei racconti a un amico importante che mi ha spronato a farmi avanti con l’Editore. Il nome della Casa Editrice mi è subito sembrata un’ottima premessa, visto che sono una appassionata lettrice dei romanzi della Rowling. Hai pubblicato altri libri con Hogwords? Non ancora. Ho in mente di realizzare delle graphic novel sullo stile di Dylan Dog, tratte da due dei racconti, Il mistero dello ski jumping e Vendetta al Dinamitificio, con la collaborazione di fumettisti e successivamente di ampliare La regina delle bambole per scrivere un romanzo breve. Se conoscessi qualcuno nel campo del cinema o della televisione questo racconto potrebbe diventare una sceneggiatura intrigante. I tuoi cari come si sentono ad avere uno scrittore in casa? Scrittore è una definizione “grossa” e molto importante. I miei sono orgogliosi del risultato che sto ottenendo e appoggiano la mia passione. Sono soprattutto contenta che, finora, chi ha letto il libro ne sia rimasto entusiasta. In base ai commenti ho raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissata ovvero di scrivere dei racconti coinvolgenti e che si leggessero velocemente. Lo “street food” della Letteratura. In questo periodo in cui si è tutti di corsa e non si ha tempo di leggere romanzi complessi che spesso giacciono dimenticati sui comodini, i racconti possono essere una gradevole alternativa di lettura. Sono così coinvolgenti che una lettrice mi ha confessato di aver bruciato la cena! Quali sono i tuoi rapporti con la Casa Editrice di Pier Giorgio Tomatis? In Pier Giorgio ho trovato un MENTORE. Sempre disponibile, stimolante, critico nel modo giusto. Senza il suo costante appoggio, professionale ed emotivo, non sarei mai riuscita a coronare il mio sogno. Ti senti di dare qualche consiglio ai lettori e ai giovani che intraprendono questa carriera? Uno solo: non smettere mai di inseguire i propri sogni con tenacia e determinazione. Il Po passa lentamente sotto alle nostre parole. Il cielo limpido sta prendendo i colori forti del tramonto invernale. Il freddo si fa umido e pungente. Romana, l’architetto appassionato di mistero e spiritualità diventata scrittrice, ricorda improvvisamente di essere mamma, guarda l’orologio e saluta. Ho la sensazione di aver conosciuto e discusso con una persona vera e solare, preparata e pronta per affrontare la nuova carriera Letteraria che ha davanti, in un futuro sicuramente luminoso come la prima stella che si accende nel buio incalzante sulla città. Claudio Calzoni |