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Le Voci dei nostri autori nei giorni del virus (seconda parte)

Il direttore ha chiesto agli autori di Hogwords di rispondere a tre domande riguardanti il periodo particolare che stiamo vivendo. Siamo atterriti dal dolore per le vittime, sconcertati dalla clausura, bombardati dai media e dai social e spaventati dall'idea del contagio e della malattia. I nostri autori stanno rispondendo con partecipazione ed entusiasmo. Naturalmente le risposte verranno pubblicate nell'ordine di arrivo. Credo che questo sia un particolare ed efficace strumento di comunicazione tra gli scrittori ed il pubblico, in modo da generare un rapporto innovativo ed emozionante tra lo "Scrittore" ed il "Lettore" anche in questo periodo particolarmente difficile.
Ecco le domande che ho posto:
​
1 In questi giorni stiamo vivendo una situazione sociale che supera ogni previsione ed ogni ipotetico scenario anticipato da film o racconti di fantascienza. La vostra anima di scrittori e poeti come si pone di fronte a questi eventi?
 
2 Se doveste consigliare il pubblico dei vostri lettori, quali potrebbero essere i punti di forza dei vostri libri visti attraverso la situazione generata dal Corona virus? (Che so poesie per ritrovare la spiritualità, racconti di vita per ritrovare serenità, racconti anticipatori ecc.ecc.)
 
3 Quando tutto tornerà normale, se mai, cosa conserveremo d'importante di questa esperienza?

​

Norma Bertalmio


 
​1) Ritengo che il mio compito di poetessa e scrittrice in questo drammatico frangente, specchio di un cambiamento epocale, consista nel cercare di diffondere bellezza e luce, per rischiarare il buio che attanaglia molte anime e per tentare di risvegliare le coscienze dei "dormienti". La paura e il sospetto dilagano ma dobbiamo mantenere i nervi saldi e nutrirci di "alimenti positivi". La letteratura può aiutare il mondo a ritrovare una dimensione più umana.

 2) Molte mie poesie sono incentrate sullo splendore della Natura che ci circonda. Le meraviglie del Creato leniscono la sofferenza e rallegrano il cuore. La spiritualità è un tema ricorrente nelle mie liriche. Come numerosi Maestri hanno affermato: "Siamo esseri divini che vivono un'esperienza umana nella materia e non creature fisiche che vivono un'esperienza spirituale. La vita è eterna ma gran parte dell'umanità vive nel terrore poiché lo ha scordato.
​
3) Non penso che la nostra vita tornerà esattamente come quella di prima. Ciò che stiamo sperimentando cambierà il mondo per sempre. Verranno riscoperti i valori dell'essenzialità e della solidarietà. Sembrerà banale affermarlo ma: "L'unione fa sempre la forza.". La nostra risiede nel raggiungere la cosiddetta "massa critica" affinché si attivi il risveglio globale. La libertà e la dignità umane sono sacre!
 
Norma Bertalmio


Alberto Castagneri



1)In questo delicato momento storico, da un lato, la mia anima ribelle mi sta suggerendo di scrivere considerazioni e articoli sul genere di quelli che ho pubblicato sui primi numeri della Gazzetta, per svegliare e spronare i lettori a vedere oltre che i danni del virus, anche i mostruosi interessi delle case farmaceutiche nell'ambito di sedicenti vaccini taumaturgici (ricordiamoci che Falcone diceva sempre "Follow the money"). Dall'altro lato l'anima dello scrittore mi sta consigliando di raccogliere dati per stendere un bel romanzo di fantasy/spionaggio con alcune rivelazioni realistiche di sicuro impatto...insomma non so che farò come prima cosa...

2) ecco, appunto: nei miei testi troveranno forza per lottare contro chi vuole una umanità prona e servile, uno sprone per cercare le verità dietro alle mezze notizie che ci propina l'informazione di regime, venduta a lobbies e corporations, e suggerimenti per approfondire alcuni campi del sapere e della scienza per vivere meglio con se stessi e con gli altri, in piena consapevolezza.

3) In questa auspicabile ma complessa ripresa di una vita normale (sempre  che quella consumistica e concorrenziale precedente lo fosse, per evidenti ritmi disumani o "transumani") qualcuno, come dicevo prima, forse avrà capito di nuovo (e spero lo tenga a mente) che cosa significa potersi muovere liberamente e avere più tempo libero da dedicare a se stessi e ai propri cari. Più relazioni umane tranquille e meno corse inutili in vite convulse, immerse in rapporti virtuali e ipertecnologici...ecco il mio augurio a tutti!
 
​
Alberto Castagneri

​
​

Igor Spadoni
​


1) Le azioni che qualcuno sta perpetrando, e per le quali sta pagando l'intera umanità, non mi stupiscono in alcun modo.
Dopo 75 anni di pace nel mondo occidentale, escludendo la guerra nei Balcani, avrei trovato strano il reiterarsi di una situazione di quiete.
È nella natura umana combattere, ma anche in quella animale, per il territorio, per motivi economici o per chissà quali altri interessi, per cui penso che prima o poi sarebbe dovuto capitare. 
Siamo la generazione che assiste ad epocali cambiamenti: prima geopolitici e monetari (l'entrata in Europa), poi tecnologici, poi nel modo di socializzare, ed infine nel combattere. 
È meglio comunque un virus che uccida solo gli umani, rispetto ad altre armi che coinvolgerebbero anche ignari ed incolpevoli esseri come animali e flora. 
 
2) Rispetto alla situazione attuale, per via delle contingenze, consiglierei ai miei lettori i passi più scabrosi ed orrorifici della mia produzione. Mi spiego meglio: ormai l'uomo, cullato e viziato dal medesimo benessere da egli generato, si è rammollito, ha smesso di combattere, ma non solo, rifiuta anche di volere combattere, per timore di perdere i propri agi. 
Una lettura di "sole, pace e sorrisi" sarebbe non soltanto pericolosa, ma addirittura deleteria, perché lo renderebbe ulteriormente cieco, indolente ed incapace di guardare la realtà.
Bisogna quindi abituarsi all'oscurità, per trovare nel profondo del Sé la forza atavica di riprendere in mano spada, scudo ed ascia. Niente debolezze, si combatte! Per questa situazione vorrei citare un dipinto a me caro, "La caccia selvaggia" di Franz Von Stuck, del 1889; bene, è una visione apocalittica del suo autore, che vede Odino alla guida di cupe figure. Questa vicenda, o mito nordico, è detta anche Oskorei. 
 
3) Se si dovesse tornare alla normalità, credo che le persone assennate e con un minimo d'intelligenza trarranno da tutto ciò un quadro generale delle condizioni di vita attuali, ovvero folli ed insostenibili. 
I ritmi che l'odierna società occidentale impone sono disfunzionali a livello biologico, distaccano l'essere umano dalla natura, dai momenti di meditazione personale, dai rapporti coi propri cari. Il tutto a scapito del profitto, della crescita ad ogni costo. Tutto ciò lo trovo innaturale. 
Nessun essere vivente su questo pianeta è così stolto. 
Chi ha vissuto il periodo di reclusione domestica con lo spirito con cui l'ha vissuta il sottoscritto, ha trovato in tutto ciò una grande opportunità per fermarsi, godere appieno del proprio tempo per leggere, ascoltare la musica, stare con la famiglia, coccolare il gatto, dormire senza la violenza privata della sveglia mattutina... in poche parole, respirare e riflettere.
Coloro che, al contrario, non hanno interessi di alcun tipo, non hanno hobby e dopo due giorni sono impazziti, beh, poveri derelitti. 
Per me invece sono stati giorni fantastici! 
 
Igor Spadoni


Giuseppina Valla


1) Tutti, nella difficile situazione creatasi per il corona virus, abbiamo una storia di sofferenza alle spalle, un peso troppo ingombrante da portare dentro dovuto a figli magari lontani, a familiari anziani da seguire in casa, ad amici che non possiamo più raggiungere.  Noi scrittori, con la nostra passione per la scrittura, forse sviluppiamo una sensibilità più profonda nei confronti della realtà che ci circonda. In questi giorni io avverto fortemente la piccolezza dell’uomo e la debolezza di una società che, prima di un evento così inaspettato, dimostrava poca attenzione per i più vulnerabili. Il corona virus, a mio avviso, pur seminando tante vittime e tanta paura, sta operando un grande miracolo:    
vincere l’indifferenza che prima di questo incubo, più o meno si esercitava nei confronti di chi ci stava vicino.
                       
 
2) In questo momento e con l’ansia che incombe non è facile fare i maestri, ma cerco di rendermi utile con qualche consiglio. Da anni scrivo. Nei miei libri ho sempre dato più importanza ai sentimenti che alle azioni e, in questa emergenza, ritengo che siano proprio i sentimenti a farla da padroni… Non potendo uscire, apparire, dimostrare le nostre capacità e i nostri traguardi nella società e nel mondo, essi diventano  la ricchezza più importante, un tesoro che neanche il corona virus può rubare o modificare. Chiusi nelle nostre case abbiamo più tempo per pensare alle nostre vite: al presente ancora pieno di paure, al futuro che non conosciamo e al passato che forse abbiamo un po’ dimenticato... Io ho cominciato la mia piccola attività di scrittura facendo appello alla memoria che, come diceva il compianto giornalista Renato Scagliola “è una macchinetta che funziona a modo suo, tiene delle cose, altre le perde per strada con criteri qualche volta bizzarri, trasforma i fatti, provoca malinconie, rimpianti, dolcezze, tristezze.” Ritengo che mai come in questi frangenti sia importante voltarsi indietro per andare avanti. Rispolverando i nostri ricordi d’infanzia, la storia della nostra famiglia, del nostro Paese possiamo trovare, oggi, i punti di forza per non arrenderci. Forse una fotografia in bianco e nero davvero può dirci: “Se ce l’hai fatta allora puoi farcela anche adesso!”
E così nei miei romanzi Vanessa ne “La casa dal grande comignolo”, va a Marcinelle per mettere a posto i tasselli della sua esistenza e Ada in ”La vita è piena di sorprese”, dopo aver visto un ritratto dei genitori risalente al lontano maggio 1952, si rimette in gioco…
 
 
3) Io penso che quando tutto tornerà normale, niente lo sarà più. Il cambiamento che, seppur a fatica stiamo operando dentro di noi, trasformerà le nostre aspirazioni, le nostre piccole o grandi vanità, soprattutto la nostra scala di valori. Quando tutto sarà finito davvero ci renderemo conto di quanto nella vita, per fare stare bene noi e gli altri, sia fondamentale la responsabilità delle nostre scelte. In questo periodo tutti leggiamo molto. Io spero che anche nei miei libri qualcuno possa trovare, ora, un barlume di speranza e, domani, l’opportunità di vivere profonde e costruttive emozioni.
​
Giuseppina Valla








​



​
​Danilo Tacchino



1)La situazione è strana, da un lato già un'infinità di persone iniziano a scrivere su questo momento e sento nell'aria, oltre al virus, la solita corsa di chi può arrivare prima sull'argomento centrale del periodo, ed allora mi chiedo, quale emergenza mondiale e sociale, quale trasformazione vera ci può offrire una situazione nuova e unica nel suo genere, nei nostri tempi? Domanda nella domanda? forse. Quindi mi pongo di fronte al fatto che forse la fantascienza non sia altro che il senso anticipatrice di ciò che meritiamo come collettività.
 
2) Null'altro che la conoscenza e la capacità di leggere e informarsi per continuare a dialogare. I miei saggi sono testi che cercano di approfondire la storia dei territori a me più cari che sono Liguria e Piemonte, e guarda caso questo morbo ha cominciato a diffondersi, proprio per zone, partendo dal nord, dalla Lombardia in primis, offrendo quindi una stima di sviluppo del fenomeno e poi delle azioni per contrastarlo, proprio per Regione. Quindi, penso che la conoscenza del territorio sia sempre un punto di forza per recuperare nuove esperienze
 
 
3) La capacità di essere uniti, oltre la voglia di cooperare per continuare a crescere nella conoscenza e nell'unità non solo d'intenti ma di anima e cuore.
Questa esperienza anche a livello informativo, ci fa comprendere come tutti possono dire tutto a livello mediatico, ed allo stesso tempo mettersi in mostra a volte per il bene degli altri, ma altre volte solo per farsi notare, e le reazioni sono diverse, per chi acquisisce l'informazione. Molti approvano questo sforzo mediatico, altri diffidenti lo escludono. Avere un’arma così potente per questo nostro momento storico è una unicità che ci deve farci sentire più vicini per ogni avversità, e non renderci distaccati ed insensibili ai valori degli altri. E poi un'altra cosa: essere più vicini alla faccia della morte nel senso di vedere così tante bare come mai dopo l'ultima guerra si era visto, ci deve far comprende che le nostre generazioni dopo guerra sono state fortunate, ma non immuni alla responsabilità di essere sempre vigili per la propria sopravvivenza, verso quel pianeta che le ospita.
 
Danilo Tacchino










Le foto di Norma Bertalmio, Alberto Castagneri e Danilo Tacchino.

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