Incontro l'amico Enrico Mario Bianchi sulle rive di un bellissimo laghetto sulle rive della Dora, nella pianura tra Alpignano e Casellette. Il protagonista della nostra rubrica è un amante della pesca e, tutto attrezzato, si appresta a passare l'ennesimo pomeriggio a respirare il vento e osservare le piccole onde dello specchio d'acqua. La persona che stiamo per conoscere è un torinese sessantenne. Ha lavorato nella farmaceutica, come esperto commerciale e tecnico scientifico. Ha frequentato il mondo dello sport semiprofessionistico come allenatore di Volley e, oltre alla pesca, si è perfezionato nelle scalate in free climbing. Ha calcato con una compagnia teatrale i palchi della Liguria, partecipando a diverse rappresentazioni, e perfezionando tecniche di recitazione molto particolari. Il vento della Valle di Susa trasporta le nubi rosse del tramonto sopra il monte Musinè mentre, tra le zanzare e il gracidare delle rane, iniziamo a parlare. Conosciamoci meglio, chi è Enrico Mario Bianchi? Ci disegni il suo autoritratto. Un ex diciottenne curioso…troppo curioso
Qual è, attualmente la definizione di sé stesso che preferisce? Un “visconte dimezzato"…mi spiego meglio, Negli anni della preadolescenza, rimasi molto colpito da quel fantastico racconto di Italo Calvino, probabilmente mi influenzò così profondamente da far si che tutta la mia vita sia stata un susseguirsi di belle scoperte a…metà, di successi sportivi solo personali, di successi professionali di cui non ho mai utilizzato o meglio dire cinicamente sfruttato le occasioni per fare come si soul dire, il salto di qualità. Mai sentito il bisogno di fare carriera, di essere opportunista, la parola ambizione faccio fatica a trovarla nel mio vocabolario. Mi sono dedicato con passione ciò che più mi piaceva in quel momento. L’atletica leggera, la pallavolo, l'allenatore di pallavolo, il Free climbing, il teatro, e sempre onnipresente la pesca!!!
Lei è un attore ed uno scrittore molto sensibile e preparato. Come ha scoperto questa sua propensione all'arte e come è riuscito a coniugarla alla vita di tutti i giorni? Preparato magari non troppo, del resto essendo un dimezzato…. Magari in una sala d'attesa di un medico alcuni pensieri buttati giù velocemente dietro un depliant di qualche prodotto e poi dimenticati sul fondo di una borsa…. Frasi registrate sul telefono durante una sosta ad un semaforo. Tutto da riordinare da mettere insieme, chissà forse ne uscirà qualcosa di buono …a metà, se non in questa vita nella prossima. Entriamo in un tema calcistico-sociologico. So che la sua squadra del cuore è il Torino, come spiegherebbe a chi non sa nulla del calcio ed a chi non vive la realtà torinese questa sua scelta di parte? Come lei sa ho scritto una piccola storia che illustra molto bene la scelta di fede calcistica di un fanciullino che si affacciava per la prima volta alla vita, storia che è apparsa sulla pagina dedicata al Toro su questa rivista. Ci parli della sua carriera di attore, di qualche aneddoto legato alle sue esperienze sul palco. Carriera e attore sono due parole grosse, comunque sono state esperienze molto formative da un punto di vista umano. Ho, fortunatamente avuto la possibilità di recitare con alcuni nomi noti del vasto panorama teatrale e di essere diretto da registi altamente professionali. L’Enrico che ha vissuto quelle esperienze e che ha recitato in quegli spettacoli ha avuto la netta impressione di essere finalmente “intero”. Ma come tutte le cose belle anche queste esperienze hanno visto la parola fine. Lasciando in me ottimi ricordi. Visto che la Gazzetta è l’organo di informazione ufficiale delle Edizioni Hogwords, ed ha lettori molto interessati al rapporto che si instaura tra i personaggi intervistati e le loro opere, entriamo a gamba tesa nella sua storia personale: ha mai pubblicato, a suo nome o in collaborazione con altri autori, dei libri? Che effetto le ha fatto collaborare con la Casa Editrice recitando alcuni stralci del mio libro “Non solo Covid” in una serie di video ad alto contenuto drammatico? Non ho mai pubblicato qualcosa di mio, il materiale è lì in attesa della sua metà…. Mi ha fatto un grande piacere poter scrivere una piccola introduzione del suo ultimo libro “Non solo Covid”. Con gioia ed emozione ho anche fatto l’esperimento di registrare brevi video autoprodotti con i testi del racconto che descrivono il disagio psichiatrico, la dannazione dell'uso dell'emisfero destro, oramai atrofico nelle masse inebetite di menzogne e false promesse. L'ho sentito doveroso anche per rendere giustizia, magari solo in parte, a tutti coloro che a vario titolo hanno attraversato la realtà delle strutture psichiatriche e delle cure mentali negli ultimi anni. I suoi cari come si sentono ad avere un artista che è, o che diventerà, famoso e che gira per casa? A parte mia moglie che apprezza alcune cose che scrivo, è questo mi basta, l'idea del “famoso” sinceramente la trovo quasi ributtante. Preferisco confrontarmi solo con pochissimi maledetti come me. Lei, che è un esperto di farmacologia, di benessere e di tutto ciò che è legato al mondo della salute fisica e psichica dell'uomo, come si pone di fronte alle brutture ed ai condizionamenti imposti dalla nuova società alla vita dell'umanità? Si sente di dare qualche consiglio o avvertimento ai giovani che si apprestano ad affrontare la nuova realtà con informazioni sempre più virtuali e meno controllabili? Mio padre mi ha lasciato un'eredità molto importante, era solito affermare già molti anni orsono “largo ai giovani!!!” Sapeva che il futuro era delle nuove generazioni. Quello che purtroppo non poteva prevedere era che ai giovani oggi il futuro è stato scippato da forze oscure, malvagie. Io che giovane oramai non sono più, posso solo lasciare questo consiglio: sostituite il verbo credere con il verbo pensare, ma fatelo proprio come un esercizio spirituale, un mantra, non iniziate mai una frase con “io credo" ma con “io penso". Sembra una sciocchezza ma pensare è uno stato che allena il cervello destro, un gran bel “muscolo" da allenare, forse l’unica salvezza dal degrado dell’umanità. Ci parli del futuro. Sta scrivendo, pensando o organizzando cose nuove? Si. Sto organizzando la più grande svolta della mia vita, sicuramente l'ultima prima di togliere il disturbo e, non lo farò a metà. Ma rivelerò i particolari a tempo debito. Lei che nei suoi romanzi è uno specialista della sorpresa, questa volta lasci a me l’oneroso compito. Per finire ci racconti di questo periodo tremendo del virus. Ha avuto esperienze particolari, paure, tristezze o gioie inaspettate da raccontare? Cosa rimarrà nel suo cuore dei lunghi giorni passati in quarantena? Con quali speranze e desideri l’uomo Enrico Mario Bianchi si appresta al ritorno della vita normale, se mai la vita ritornerà normale? Nessuna normalità questo è certo, di tutte le vergognose, irritanti, criminali menzogne che ci propinano oramai da tempo, questa è l’unica verità che mi sento di avallare e spero tanto di essere smentito.
Claudio Calzoni
Le foto che corredano l'articolo sono di Enrico Mario Bianchi