L'angolo della Filosofia: Danilo Tacchino "Il principio dell'Immortalità"Il principio dell’immortalità
Il mistero delle cose del mondo, siano animate che inanimate, senzienti o non senzienti, sta nell’incedere della loro trasformazione. Il mondo è fatto di ambienti per noi in larga parte sconosciuti, in cui nascono, crescono e si evolvono, sistemi più o meno complessi, intelligenti o meno, che percorrono il loro ciclo esistenziale. Ogni sistema, sia biologico, sia fisico, quale può essere un animale, un vegetale o un minerale, segue obbligatoriamente un ciclo di sviluppo, dalla cosiddetta nascita o comparsa, seguendo un percorso che giunge alla cosiddetta morte o scomparsa. Se ben riflettiamo, questo vale per ogni cosa considerata come oggetto unico e completo pur composto da elementi definibili, che sono fondamentali per il suo sviluppo, qualsiasi esso sia. Mi piace considerare in questa riflessione, degli oggetti preziosi e fondamentali che fanno parte della nostra esistenza di uomini del XXI secolo. Prendiamo una vettura od un qualsiasi oggetto tecnologico domestico. Esso ha all’inizio del suo servizio una resa ottimale massima che va però nel corso del tempo , scemando e trasformandosi, e richiede quindi sempre attenzione nel far sì che questa trasformazione in degrado, dovuta agli elementi dell’ambiente in cui è costretta a funzionare, non avvenga repentinamente ma lentamente, magari cercando anche di annullarla del tutto, nell’utopia indiscussa, almeno sino ad oggi , della possibilità di giungere ad un oggetto eterno, che quindi generalmente possiamo indicare come immortale, specie per le forme biologiche e viventi. Questo, attraverso una manutenzione continua, attenta e sempre indirizzata alla migliore e completa conoscenza del sistema stesso, a meno che non si voglia rinchiudere il sistema in un ambiente completamente sterile da ogni sollecitazione, batterio, virus o evento degradante, sino addirittura all’adattamento delle funzioni minime, per mantenere la massima salvaguardia. Pensiamo ad esempio all’ibernazione per gli esseri biologici, o ad ambienti completamente esenti da polvere, batteri e altro per oggetti inanimati quali crediamo essere i minerali. Siamo quindi giunti a pensare che l’eliminazione di elementi degradanti esterni e interni di un sistema, sia l’elemento fondante per credere che quel sistema possa essere eterno, almeno per quanto riguarda il mantenimento della sua esistenza nel quadro specifico ambientale in cui si trova ad esistere. Su questo concetto, i filosofi greci come Eraclito con il suo “Panta Rei”, tutto scorre, ed Anassagora di Clazomene (V sec. A.C.): “Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, già avevano osservato tale fenomeno, poi ripreso da Antoine Lavoisier nel 1775, formulando la legge della conservazione della massa, in cui la quantità di materia totale di un sistema chiuso rimane costante. Quindi nella sua trasformazione di un sistema chiuso, secondo Lavoisier, il degrado aumenta se la materia sebbene i- trasformabile, continua ad essere la stessa. La trasformazione, quindi, diviene l’elemento probante della continuità di un sistema se si riesce a localizzare il problema del degrado e magari riuscire ad aggiustare le parti di materia degradabile aggiungendone di nuove, ed è proprio nella trasformazione che si incunea il segreto di una possibile immortalità se invece di pensare a sistemi chiusi, si riuscisse ad aprire a nuove fonti generative di materia. Nella massima conoscenza, per ora improbabile per l’uomo, di ogni elemento che compone un sistema di qualsiasi genere, si cela il segreto per giungere a preservare all’infinito il sistema stesso, ma sembra che per ora, ogni cosa abbia un inizio ed una fine, ed anche uno dei sistemi più complessi, quale può essere l’uomo nella sua faticosa ascesa alla conoscenza ed alla scoperta, in modo tale da riuscire a preservare meglio sistemi non in grado di auto preservarsi da soli, non sia per ora in grado di gestire e mantenere in modo completo la garanzia infinita della propria esistenza. L’esistenza è la base dell’essere che persegue il totale controllo della propria vita, in base ad una sempre maggiore conoscenza ed acquisizione di elementi atti a migliorarla in modo tale da tentare di annullare il degrado che porta inesorabilmente alla scomparsa fisica nell’ambiente interessato. Per quanto riguarda l’uomo, vi sono studi scientifici che ci dicono che entro 10 anni sarà possibile creare cellule umane immuni a tutti i virus conosciuti, ed inoltre oltre ai virus, queste nuove cellule dovrebbero resistere ai tumori, radiazioni e all’invecchiamento. Se così fosse, la strada verso una presunta immortalità del corpo umano sarebbe aperta. Badate bene che non abbiamo ancora considerato in questa riflessione, le possibilità psico fisiche, medianiche e spirituali riferite al tipo di energia, ancora sconosciuta diciamolo, che rende vivi e senzienti i sistemi umani e quindi coscienti di un tipo di esistenza che può dualizzarsi tra coscienza di essere e presenza fisica di essere. Un altro tipo di analisi che sebbene avrebbe tutto il diritto di essere citata in questa riflessione, tende a complicare il concetto tra realizzazione eterna dell’esistenza fisica ed esistenza cosciente. Inoltre non abbiamo ancora considerato l’ascesa delle nuove tecnologie elettroniche ed informatiche che entrerebbero di diritto in questo dualismo, portandoci a scandagliare tramite l’intelligenza detta artificiale, nuove frontiere del mondo collegate al funzionamento del cervello, questa parte fondamentale di noi esseri umani, ancora in gran parte sconosciuto, avendo scoperto la sua plasticità, elemento fondamentale presente solo in questo nostro organo, che lo rende unico e capace di modificarsi, nel corso del tempo, tramite le esperienze acquisite. La clonazione poi, creazione asessuata di un secondo organismo vivente o singola cellula, che ha tutte le caratteristiche genetiche del primo, ci porta a intravedere un altro modo di poter credere all’immortalità attraverso il concetto di copia. Oltre alla Biogenetica, attraverso l’ausilio dell’informatica, dell’intelligenza artificiale e della robotica (ad esempio i frattali*) la clonazione diviene un altro aspetto indiretto del voler ricercare l’immortalità , magari all’inizio come forma di supporto, scaricando sui sistemi che si possono creare con queste tecnologie, tutte le attività più basse e faticose per l'uomo, sebbene importanti per la sua sopravvivenza, per far sì che si possa creare una nuova esistenza più facile, felice, e quindi meno degradante per il sistema biologico umano, riuscendo così ad offrire più spazio allo sviluppo del pensiero cognitivo del cervello, e quindi migliorando anche la possibilità di avere più appagamento nella vita di tutti. Ecco, quindi, che l’immortalità acquisisce un altro aspetto importantissimo di cui non può fare a meno: la Felicità, collegata all’appagamento della propria esistenza. Non entriamo nell’aspetto del controllo di dette tecnologie, che non rientra appieno nella riflessione sull’immortalità qui dibattuta, proprio perché rimane il fatto che senza la conoscenza completa e assoluta dei sistemi complessi, non si riuscirà mai a raggiungere il completo stato di immortalità. Immortalità come completo stato di pieno funzionamento ed appagamento del sistema in questione, quindi immortalità nel pieno rigoglio della giovinezza e dell’appagamento, che rientra nello stato assoluto di piena felicità, condizione ancora, per l’uomo ed il suo ambiente alquanto utopica e lontana. Danilo Tacchino Luglio 2023.
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